Quirinale, Renzi: “Scheda bianca nelle prime tre votazioni”. Una donna al Colle? “Verificheremo spazio candidatura”

Il presidente del Consiglio all’assemblea dei deputati del Partito democratico: nome secco per il Colle alla quarta votazione, il Pd non proporrà una terna. Chi ha dubbi, “dovrà dirlo” apertamente. Poi una battuta: “conto sulla vostra intelligenza, non sulla vostra fedeltà”. Civati ufficializza la proposta innovativa: “eleggere Romano Prodi”

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Roma – I grandi elettori del Pd voteranno scheda bianca alle prime tre votazioni per il Quirinale. Lo ha detto il premier Matteo Renzi all’assemblea dei deputati del Pd, aggiungendo: non so se c’è lo spazio perché si possa chiudere sulla candidatura di una donna, lo verificheremo.

Il Partito democratico, inoltre, farà un nome secco per il Colle, alla quarta votazione, e non proporrà una terna. Chi ha dubbi “dovrà dirlo“, apertamente, ha affermato Renzi parlando dell’elezione del capo dello Stato. “Ciascuno si senta parte di questa partita“, ha sollecitato il premier-segretario, sottolineando: “abbiamo la possibilità di riscattare la brutta figura di due anni fa“.

Non scommetto sulla vostra fedeltà – ha detto Renzi – ma sulla vostra capacità di essere gruppo dirigente e sul senso di responsabilità personale“. Secondo il presidente del Consiglio, la scelta del nome per il Colle non è un referendum su Matteo Renzi o sul Governo.

Il Capo dello Stato della Repubblica non si fa ‘contro‘, e questo vale anche per il Pd che ha 460 grandi elettori ma non ha il diritto di veti. Il presidente, ha concluso il premier, “si elegge con quelli che ci stanno“. 

Per Roberto Speranza, capogruppo del PD alla Camera, nel partito si deve evitare una riedizione dei ‘101’ del 2013. Speranza ha aperto la riunione con i vertici del partito alla Camera dicendo a tal proposito: “Siamo in una settimana cruciale. Ciascuno di noi ha ancora sulla pelle le ferite del 2013 e ora è più che mai indispensabile un rapporto leale e franco per evitare le drammatiche vicende di due anni fa.

Questo – ha aggiunto – è solo il primo step. Il rapporto e il confronto dentro i gruppi parlamentari sarà comunque decisivo e io faccio appello a tutti voi: non perdiamo questa occasione per far emergere il nostro punto di vista, ciascuno può dire e proporre metodo e nomi. Proviamo a utilizzare questi momenti di confronto nel modo più efficace possibile”.

Dal fronte dell’opposizione interna a Renzi, Pippo Civati ha chiesto formalmente a Matteo Renzi e alla segreteria del partito di esprimersi in modo chiaro sulla candidatura di Romano Prodi al Quirinale, rilanciata ieri alla kermesse di Sel, Human Factor.

Questa richiesta è stata formalizzata con una lettera indirizzata alla segreteria del PD, poi ha twittato: “Su Prodi c’è bisogno di una risposta seria e di una verifica anche dentro il Parlamento“.

20150126-pippo-civati-320x220Insomma, una proposta improntata alla più spietata innovazione delle istituzioni… Dopo aver ricordato che “le elezioni del Presidente della Repubblica non sono mai state facili” e che “fino ad ora è mancato un metodo chiaro e trasparente, capace di rendere intellegibile la scelta all’esterno, ai cittadini rappresentati dai mille grandi elettori“, Civati suggerisce che sia il momento per “rimediare almeno a questo, perché, in un momento di grande sfiducia dei cittadini nelle istituzioni, occorre seguire un percorso di trasparenza”.

Secondo Civati “è necessaria una discussione aperta, prima all’interno dei diversi gruppi parlamentari e poi nel confronto tra questi, nella quale indicare criteri precisi che abbiano una loro oggettività“. “Su questa base – arriva al dunque l’esponente dei cosiddetti dissidenti del PD – io mi sento di proporre al mio gruppo il nome di colui che per tutti noi non può che essere il primo riferimento politico, Romano Prodi“. “Il candidato da cui, a mio avviso, è necessario ripartire – sottolinea – dopo quanto accaduto nelle votazioni del 2013, ma soprattutto un candidato di centrosinistra che ha però saputo sempre confrontarsi con tutte le forze politiche anche nella sua veste di Presidente della Commissione europea“.

Non è una minaccia, è una promessa, quella del nuovo (si fa per dire) che avanza. Poi dice che Giancarlo Magalli coagula consenso come candidato de ‘Il Fatto Quotidiano“…

(Agenzie) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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