Portavoce Chiesa cattolica: l’Egitto di al Sisi è più liberale sulle nuove chiese e sulla libertà di espressione

Il governo egiziano ha dato il permesso di costruire una nuova chiesa nella Nuova Cairo e due nell’Alto Egitto. Le domande risalgono a 8-10 anni fa. Mubarak non ha mai favorito la costruzione di chiese. Dopo le elezioni e il nuovo parlamento, vi è l’obbligo di varare una legge più moderna per la costruzione dei luoghi di culto. La bozza è stata preparata da rappresentanti delle chiese cristiane. Allo studio anche una legge sulla famiglia cristiana. La rivoluzione in corso di un generale prestato alla Storia

Interno della Chiesa della Sospensione, al Cairo, una delle più antiche chiese copte d'Egitto
Interno della Chiesa della Sospensione, al Cairo, una delle più antiche chiese copte d’Egitto


Il Cairo – Il permesso dato per la costruzione di tre nuove chiese, la libertà di dibattere sui giornali e alla tv sono segnali che mostrano quanto il nuovo Egitto di Abd al-Fattah al-Sisi sia molto migliore di quello del tempo di Mubarak. Questa l’opinione di padre Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica, all’agenzia di stampa AsiaNews del Pontificio Istituto Missioni Estere.

Vi sono domande per costruire nuove chiese che datano dai tempi di Mubarak, ma alle quali il rais non ha mai risposto“. La legge per la costruzione di nuove chiese esistente finora in Egitto risale al periodo Ottomano. Pur con tutte le condizioni richieste (sufficiente numero di fedeli; lontano dalle moschee; costruzioni più basse e nascoste;…) Mubarak ha lasciato che le domande si accumulassero. “Ora il governo ha deciso di accelerare i permessi per queste vecchie domande – spiega padre Greiche – e ha già dato il permesso per costruire una chiesa nella Nuova Cairo e due nell’Alto Egitto. Queste domande erano state presentate già 8-10 anni fa. Vi sono domande presentate perfino 15 anni fa e sono ancora inevase“.

Il segnale più importante di un ampliamento della libertà di culto sta nella decisione della presidenza di varare una nuova legge per la costruzione delle chiese e degli edifici sacri. La presidenza ha chiesto ai rappresentanti delle Chiese (copta ortodossa, cattolica, protestante) di proporre un progetto di legge più moderno.

Il progetto è quasi pronto“, ammette il portavoce della Chiesa Cattolica in Egitto. “Nella nuova Costituzione vi è un comma che esige dal nuovo Parlamento – che si costituirà dopo le elezioni di marzo – il varo della legge entro un anno. Ciò significa che entro il marzo 2016 avremo una legge sulle nuove costruzioni delle chiese senza gli impedimenti di adesso“.

Un altro segnale positivo è il progetto di legge sulla famiglia cristiana. “Fino ad ora anche per i cristiani valeva la sharia musulmana. Ora invece si vuole valorizzare il matrimonio cristiano e riconoscerlo dal punto di vista civile“, un passo storico per l’Egitto e gli egiziani cristiani.

Tutti questi segni mostrano che l’Egitto di al-Sisi si sta muovendo verso una società più moderna e liberale. Nei giorni scorsi, nella comunità internazionale vi sono state critiche contro il governo del Cairo per aver soppresso alcune manifestazioni in occasione del quarto anniversario della caduta di Mubarak. Negli scontri sono morte 15 persone, fra cui alcuni poliziotti.

Il governo ha accusato gli islamisti di sfruttare queste occasioni per minare alla sicurezza dello Stato, ma diverse voci accusano al-Sisi di mettere il bavaglio alla libertà di espressione. “Voi occidentali non capite la situazione – dichiara padre Greiche – In Egitto vi è larga libertà di espressione: i talk show televisivi, i giornali criticano in lungo e in largo il governo e nessuno è stato imbavagliato. Il problema sono quelle manifestazioni in cui sono presenti attivisti che scuotono la sicurezza della società e mandano a rotoli l’economia“.

Insomma, si può dire che gli unici a dover avere paura del governo del presidente al-Sisi sono coloro che attentano alla sicurezza dell’Egitto con politiche e azioni estremiste e criminali: a prescindere dalla confessione religiosa. Del resto, come lo stesso al-Sisi ha affermato a fine dicembre all’Università islamica di al-Azhar, l’islam deve cambiare per affrontare il mondo odierno, pena l’autodistruzione. Una rivoluzione in corso, vera, quella di Abd al-Fattah al-Sisi che si erge sulle vicende dell’Africa mediterranea e del Vicino Oriente come una personalità di statura storica.

Un generale prestato alla Storia dell’Egitto e del mondo contemporaneo.  

(Credit: AsiaNews) 

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