Liturgia della Repubblica, rito laico per l’arrivo al Quirinale: elezione, annuncio, giuramento, assunzione poteri

Se, come sembrano indicare tutti i segnali, intorno alle 13,30 avverrà l’elezione di Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica, da quel momento inizierà la seconda parte della liturgia repubblicana che culminerà con l’insediamento al Quirinale del nuovo Capo dello Stato e l’assunzione dei poteri costituzionali

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Roma – La Repubblica Italiana ha una specie di liturgia laica per l’elezione del Capo dello Stato, un rito che inizia con il primo voto del collegio elettorale presidenziale e culmina con l’insediamento al Quirinale della persona eletta alla Presidenza della Repubblica, con l’assunzione piena dei poteri. 

Dunque, cosa accadrà oggi se, come tutto fa pensare, Sergio Mattarella sarà eletto alla Presidenza della Repubblica?

FINE DELLE OPERAZIONI DI VOTO, SCRUTINIO, PROCLAMAZIONE DELL’ELEZIONE – Intorno alle 13.30 dovrebbe concludersi la procedura di voto e di scrutinio delle schede. A quel punto, la presidente della Camera dei Deputati – che presiede il Parlamento in Seduta Comune integrato dei rappresentanti regionali – proclamerà ufficialmente l’elezione del Presidente della Repubblica. 

Dopo la proclamazione nell’Aula di Montecitorio, la presidente della Camera, Laura Boldrini, insieme alla vicepresidente vicaria del Senato, Valeria Fedeli, si recherà da Sergio Mattarella per annunciargli l’avvenuta elezione.

GIURAMENTO DEL CAPO DELLO STATO ELETTO – Quindi nei prossimi giorni, probabilmente martedì, il nuovo capo dello Stato si recherà alla Camera, dove si riunirà un’altra volta il Collegio Elettorale presidenziale (Camera dei Deputati, Senato della Repubblica e delegati regionali), per formulare il giuramento:

«Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservarne lealmente la Costituzione»

Subito dopo, il presidente della Repubblica leggerà il proprio discorso di insediamento, avendo assunto i pieni poteri costituzionali proprio con il giuramento. Una prassi rimasta di fatto immutata dal 1948.

L’emiciclo di Montecitorio sarà addobbato con 21 grandi bandiere e drappi rossi ornati d’oro, scenografia unica, riservata solo al giuramento e al discorso dinanzi alle Camere riunite in seduta comune.

Il nuovo Presidente, secondo una prassi consolidata, giungerà a Montecitorio accompagnato dal Segretario Generale della Camera dei Deputati, passando in rassegna Picchetto D’onore delle Quattro Forze Armate e dei Corpi Armati dello Stato.

Una curiosità: dal momento in cui il neo-eletto Capo dello Stato lascerà la propria abitazione, la campana più grande di Montecitorio comincerà a suonare e smetterà solo quando il nuovo Presidente della Repubblica avrà fatto ingresso alla Camera.

La campana di Montecitorio è particolare: forgiata in bronzo, oltre allo stemma papalino (visto che prima dell’Unità d’Italia Palazzo Montecitorio era sede del tribunale pontificio) e alle figure di Cristo e Sant’Antonio, c’è intarsiato il mottoOnorate la giustizia voi che giudicate in terra‘. Motto non molto rispettato di recente…

21 COLPI DI CANNONE DAL GIANICOLO – Nel momento esatto esatto in cui il nuovo Capo dello Stato pronuncia la formula del giuramento, dal colle del Gianicolo saranno sparati 21 colpi di cannone a salve. Il numero dei colpi di cannone fu certificato – come prassi – da un Regio decreto del 1862, ma si può andare indietro nel tempo, ai primi del Seicento in Inghilterra, per trovare le origini di questa tradizione.

L’usanza imponeva che il numero dei colpi fosse sempre dispari e crescesse di due a seconda del rango. I numeri pari venivano usati solo in caso di lutto. Il numero di 21 divenne codice internazionale come rituale diplomatico.

PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ALL’ALTARE DELLA PATRIA – il Presidente, dopo il giuramento e pronunciato il discorso di fronte al Parlamento in seduta comune, lascerà Montecitorio, passerà in rassegna i reparti militari, saluterà la bandiera della Repubblica Italiana e si recherà verso l’Altare della Patria per deporre una corona di fiori dinanzi al monumento al Milite ignoto, scortato da una pattuglia di Carabinieri Corazzieri in motocicletta.

Deposta la corona al Milite Ingoto, la Pattuglia Acrobatica Nazionale – le Frecce Tricolori del 313º Gruppo Addestramento Acrobatico – onorerà il Capo dello Stato passando con i dieci Aermacchi MB-339PAN sull’Altare della Patria e disegnando sul cielo il Tricolore Italiano.

La Pattuglia Acrobatica Nazionale passa in rassegna sull'Altare della Patria, disegnando nel cielo il Tricolore Italiano (foto Aeronautica Militare Italiana)
La Pattuglia Acrobatica Nazionale passa in rassegna sull’Altare della Patria, disegnando nel cielo il Tricolore Italiano (foto Aeronautica Militare Italiana)

ARRIVO AL QUIRINALE – Dopo la deposizione della corona di fiori all’Altare della Patria, il presidente della Repubblica si sposterà al Quirinale, dove avverrà il passaggio delle consegne e l’insediamento ufficiale, stavolta accompagnato dai corazzieri a cavallo in alta uniforme. Il nuovo Capo dello Stato fa il suo ingresso nel palazzo che fu dei Pontefici di Santa Romana Chiesa, passando in rassegna i Reparti delle Quattro Armi e dei Corpi Armati dello Stato schierate nel cortile d’onore del palazzo.

PASSAGGIO DELLE CONSEGNE – Il passaggio delle consegne avverrà nel Salone delle Feste, alla presenza delle più alte cariche dello Stato, e in questo caso con il presidente del Senato e Presidente della Repubblica supplente, Pietro Grasso.

A quel punto, la liturgia laica repubblicana di elezione, proclamazione, giuramento e insediamento del Capo dello Stato si sarà compiuto e cominceranno a decorrere i sette anni del mandato presidenziale.

E se al presidente della Repubblica spetterà rappresentare nella Comunità Internazionale lo Stato italiano, a Dio chiediamo di concedere Protezione Superiore all’Italia: ne abbiamo bisogno più che mai (anche illuminando il nuovo inquilino del Colle).

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