Siria: lo ‘Stato Islamico’ arde vivo il pilota giordano Muad al-Kassasbeh. Crimine di guerra commesso un mese fa

Site Intelligence Group ha annunciato la pubblicazione del video in cui il Prigioniero di Guerra (POW nell’acronimo inglese) viene assassinato in un modo che supera la brutalità omicida del nazismo tedesco del XX Secolo. Le perplessità giordane sull’esistenza in vita del pilota erano fondate. Posta taglia di 100 dinari su 50 piloti militari giordani. Crimine efferato che mostra anche l’inumanità mendace di questi indemoniati. La Giordania giustizierà Sajida Rishawi, la donna irachena mancata kamikaze arrestata ad Amman nel 2005, e altri detenuti jihadisti. Re Abdullah interrompe la visita negli Stati Uniti e torna in Patria

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Washington – Atroce epilogo per l’ostaggio giordano dello Stato Islamico, il pilota dell’Aeronautica Militare di Amman Muad al-Kassasbeh, 27 anni. Site Intelligence Group ha avvertito via Twitter della pubblicazione del video dell’atroce esecuzione, che provoca la morte del giovane pilota, arso vivo come nemmeno si potrebbe tollerare per un animale. 

Rita Katz, responsabile di Site Intelligence Group – organizzazione statunitense che monitora i siti web jihadisti – ha pubblicato via Twitter il warning sulla pubblicazione del video, confermato dalle autorità giordane, secondo le quali però il pilota era già stato barbaramente ucciso il 3 gennaio scorso, non oggi. Il video, della durata di 22 minuti, mostra il pilota militare arso vivo dentro una gabbia di ferro.

20150203-Muad-Kasasbeah-320x360Il governo giordano probabilmente disponeva già di notizie di intelligence, visto che ripetutamente ha chiesto prove della sua esistenza in vita nella contrattazione per la liberazione della terrorista qaeditsa Sajida al Rishawi, condannata all’ergastolo per un attentato nel 2005 ad Amman, in cui vennero uccise oltre 50 persone, cui aveva accondisceso in linea di principio per ottenere la liberazione dello stesso pilota e del giornalista freelance Kenji aveva detto sì in linea di principio ma chiedendo una prova inequivocabile che il pilota fosse ancora vivo.

Al-Kasaesbeh venne catturato il 24 dicembre e i miliziani dell’autoproclamato e sedicente Stato Islamico, dopo aver dichiarato di averlo ucciso ai primi di gennaio, ultimamente avevano chiesto la liberazione della terrorista qaedista Rajida al Rishavi in cambio della vita del pilota.

Amman si era detta d’accordo, ma prima ha chiesto prove che fosse vivo. Su Twitter sono state diffuse solo alcune immagini che tratte dal video. In una foto appare il pilota giordano chiuso in gabbia con una lingua di fuoco che procede verso di lui; subito dopo appare avvolto dalla fiamme e in un’altra si vedono i resti del corpo carbonizzato.

Il video – che noi abbiamo, ma non pubblichiamo per rispetto di questo giovane militare, perito nella guerra per la libertà della Giordania e della nostra libertà – è orripilante. Mostra una brutalità superiore a quella mostrata dai nazisti tedeschi nel XX Secolo, che uccidevano gli internati nelle camere a gas, prima di bruciarne i cadaveri.

Nel video vengono elencati anche i nomi di 50 piloti giordani sulla cui testa il sedicente Stato Islamico ha apposto una una taglia di 100 dinari. Aperta la caccia all’abbattimento di altri aerei e alla loro cattura.

Muad al Kasasbaeh era precipitato – abbattuto secondo fonti del sedicente Stato Islamico – mentre sorvolava a bordo del suo caccia F-16 i cieli di Raqqa, in Siria, autoproclamata capitale del cosiddetto ‘califfato’, il 24 dicembre scorso mente. I miliziani jihadisti avevano lanciato un concorso online per chiedere agli islamisti un’idea su come uccidere il pilota. Il 2 gennaio aveva dato notizia di averlo eliminato, ma evidentemente questi indemoniati serbavano il video dell’inumana esecuzione per poterla ‘spendere’ sotto il profilo mediatico appena possibile. 

Alla notizia della divulgazione del video della barbara esecuzione, il re giordano Abdullah II ha deciso di interrompere la visita di Stato negli USA per fare ritorno in patria. Fonti governative di Amman hanno reso noto che procederanno per rappresaglia all’esecuzione fra poche ore di Sajida Rishawi, la donna irachena mancata kamikaze, arrestata nel 2005 ad Amman, quando in una serie di attentati erano state uccise una cinquantina di persone. Insieme alla donna saranno giustiziati numerosi altri detenuti islamisti. Una decisione controversa, che intacca il processo di evoluzione del Paese verso modelli più democratici, ma che probabilmente troverà in Giordania una maggioranza di sostenitori. 

Dopo il povero pilota giordano, in mano alle milizie dello Stato Islamico resterebbero due ostaggi occidentali: una volontaria americana di 26 anni, rapita in Siria nel 2013 e per cui lo scorso agosto è stato chiesto un riscatto di 6,6 milioni di dollari; padre Paolo Dall’Oglio, sequestrato nei pressi di Raqqa il 29 luglio 2013, mentre si stava occupando dei negoziati per liberare due vescovi cristiani ortodossi catturati dai fondamentalisti islamici.

Tutti gli altri ostaggi ‘di spicco’ noti, James Foley (il primo decapitato il 19 agosto scorso), Steven Sottloff, Peter Kassig, David Haines e Alan Henning, sono stati brutalmente decapitati in barba a ogni norma di diritto internazionale sui prigionieri di guerra.

NOTA: pur avendo il video e fotografie di atroce brutalità, abbiamo deciso di non pubblicarle per rispetto della memoria di questo giovane ufficiale della Reale Aeronautica Militare Giordana, martire della lotta per la libertà del suo Paese e per la nostra libertà.

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