Salta ‘patto del Nazareno’. Boschi: “avanti da soli”. Mattarella avallerà riforme profonde senza Assemblea Costituente?

Forza Italia: “Voteremo solo ciò che riterremo condivisibile per il bene del Paese”. Fitto chiede il reset del partito (e forse solo così si può salvare)

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Roma – Saltato il ‘patto del Nazareno’. Questa la decisione maturata durante la riunione del comitato di presidenza di Forza Italia, presente Silvio Berlusconi, riunitosi stamattina. “Da opposizione responsabile, quale siamo sempre stati, voteremo solo ciò che riterremo condivisibile per il bene del Paese, senza pregiudizi, come peraltro abbiamo fatto sino ad oggi“, si legge in una nota diffusa dopo la decisione di porre fine ai “vincoli” del patto.

Riteniamo Forza Italia libera di valutare quanto proposto di volta in volta – prosegue la nota – senza alcun vincolo politico derivante dagli accordi che hanno fin qui guidato, nello spirito e negli obiettivi, un percorso comune e condiviso che oggi è stato fatto venir meno dalla nostra controparte“. “Il Comitato di Presidenza – conclude la nota – chiede quindi ai gruppi parlamentari di valutare, nel prosieguo del cammino di approvazione delle leggi di riforma che fino ad oggi ci hanno visto impegnati in un sostegno generalizzato, le modalità di attuazione di quanto sopra espresso“.

Lapidario il primo commento da parte del Partito Democratico. “Se il patto del Nazareno è finito, meglio così. La strada delle riforme sarà più semplice. Arrivare al 2018 senza Brunetta e Berlusconi per noi è molto meglio“, ha dichiarato Debora Serracchiani, vice segretario del Pd, in un momento di classe e di eloquenza da incorniciare.

Duro, ma ironico, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti, alter-ego di Renzi: “Contenti loro contenti tutti: ognuno per la sua strada. È meglio per tutti, per noi sicuramente“. “Sia chiaro che questo governo le riforme le farà comunque, con o senza Forza Italia“, ha dichiarato a sua volta il sottosegretario allo Sviluppo economico, deputato Pd, Antonello Giacomelli, mentre per la ministra delle Riforme Maria Elena Boschi non è il patto del Nazareno ad essersi rotto: “Credo che oggi non si sia rotto il patto del Nazareno, semmai Forza Italia” ha detto Boschi al Tg3. “Il patto prevedeva legge elettorale, nuovo Senato e la riduzione dei poteri delle regioni. Su questo non abbiamo cambiato idea, se loro hanno cambiato idea ci dispiace per loro, ma noi andremo avanti lo stesso“.

Considero apprezzabile la scelta di Forza Italia di svincolarsi dal patto del nazareno e togliere il sostegno generalizzato al percorso di riforme avviato da Renzi. Sono queste le condizioni dalle quali partire per rifondare il centrodestra, che non può e non deve più essere la stampella di un governo di sinistra“. Questo il giudizio di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. “Meglio tardi che mai” il commento di Matteo Salvini, leader della Lega Nord, che ha chiesto piuttosto ai due leader di Forza Italia e di FdI un impegno per l’abrogazione della ‘Legge Fornero’. 

Di ben altro tenore la posizione di NCD. Secondo Angelino Alfano, che guarda alla rottura del patto del Nazareno con attenzione, l’impegno riformatore del partito continua accanto al PD. “Noi ci stiamo per fare le riforme e cambiare volto al Paese. C’è quindi la maggioranza per fare proseguire le riforme. Speriamo in un riaggancio di Forza Italia, ma in ogni caso noi ci siamo“. Per la serie “le occasioni perse”?

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La sfida di Fitto a Berlusconi. A tenere banco è sfida lanciata da Fitto a Berlusconi per il rinnovamento della classe dirigente del partito e per un cambio di linea rispetto all’asse del Nazareno. “Noi restiamo in Forza Italia – assicura l’ex governatore della Puglia, parlamentare europeo in carica – ma apriamo con forza un confronto nel partito sulla linea politica e sul suo assetto“. Fitto ha puntato il dito verso gli errori delle ultime settimane e chiede di fare presto. “Non si può più derogare, ce lo chiedono milioni di elettori che ci abbandonano purtroppo ogni giorno come dimostrano i sondaggi“. Sulla rottura con il PD, Fitto ha citato San Tommaso: “Finché non vedo non credo, vorrei vedere concretamente che le parole si trasformassero in fatti“. 

Dello stesso tenore le dichiarazioni di Rosi Bindi, presidente della Commissione Antimafia, intervistata dal Lilli Grüber a ‘Ottoemezzo‘: “Aspetto che si rigonfi“, ha risposto alla conduttrice, che l’aveva sollecitata con la domanda “allora il patto del Nazareno si è sgonfiato?”. Bindi ha poi espresso l’auspicio che si rompa davvero con il partito di Berlusconi, per il quale non ha nascosto mai la propria avversione. La presidente dell’Antimafia ha citato durante la trasmissione la sgradevole battuta che Berlusconi le ha indirizzato dopo l’insediamento del presidente Mattarella al Quirinale (“non pensavo che si potesse commuovere un uomo …pardon una donna come lei”: livello oggettivamente deplorevole) o la barzelletta sulla mafia raccontata nella stessa circostanza: di un livello indicibile di indelicatezza. 

Se un aspetto positivo si può trovare dalla paventata rottura dell’accordo tra Berlusconi e Renzi, lo si può trovare nel fatto che probabilmente le modifiche che intacchino in modo profondo l’assetto costituzionale dello Stato, senza passare per un organismo ad hoc – come un’Assemblea (ri)Costituente – saranno mitigate dal Capo dello Stato, che della materia costituzionale è ‘padrone’ come pochi. 

Renzi potrebbe perciò aver vinto la battaglia per il Quirinale, con l’illusione dello ‘scacco matto’, ma il treno delle riforme – con vagoni di colore diverso, servizio sconclusionato e menu confusionario – potrebbe presto fermarsi in ‘stazione’ per manutenzione straordinaria. Da che mondo è mondo, chiunque abbia studiato un minimo di diritto costituzionale sa che le riforme che intaccassero in modo profondo l’architettura istituzionale dello Stato necessitano di una procedura ancora più rafforzata dell’articolo 138 della vigente Carta. E questa procedura ha solo un nome: Assemblea Costituente.

(Credit: askanews)

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