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Stato Islamico, uccisa ostaggio americana da raid giordano su Raqqa

Kayla Jean Mueller, 26 anni, sarebbe morta durante un bombardamento degli F-16 della Reale Aviazione Militare Giordana sulla capitale del sedicente ‘califfato islamico’. Era stata rapita in Siria nel 2013. Per la sua liberazione era stato chiesto un riscatto di 6,6 milioni di dollari

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Amman – Kayla Jean Mueller, 26 anni, la volontaria americana rapita in Siria nel 2013 e ostaggio dei jihadisti islamici del cosiddetto e autoproclamato Stato Islamico, sarebbe morta. La conferma è arrivata da SITE Intelligence Group, il gruppo di monitoraggio dei siti jihadisti islamici, con un tweet. 

L’annuncio affermerebbe che la giovane donna sarebbe morta durante un bombardamento della Real Aviazione Militare Giordana, che sta conducendo bombardamenti a tappeto in Siria e Iraq, come rappresaglia per la barbara esecuzione del tenente Muad al-Kasaesbeh.

In particolare la giovane sarebbe stata tenuta ostaggio in un edificio colpito dagli attacchi della Royal Jordanian Air Force su Raqqa, la capitale del sedicente Stato Islamico. 

Il messaggio dei miliziani è stato reso noto su Twitter da Rita Katz, direttrice di Site, Per l’ostaggio americano lo Stato Islamico aveva chiesto un riscatto di 6,6 milioni di dollari, ma la politica ufficiale del governo americano è “non si tratta con i terroristi“. Tuttavia il condizionale è d’obbligo, perché non ci sono conferme ufficiali da ambienti statunitensi. 

Infatti dal Pentagono è arrivato al momento un solo commento: “notizia da verificare, non ci sono conferme“.

In aggiornamento

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