Filippine, un gruppo legato ad al-Qaeda voleva uccidere il Papa con una bomba a Manila

L’ordigno avrebbe dovuto esplodere durante il trasferimento del Pontefice verso l’aeroporto della capitale delle Filippine, al rientro verso il Vaticano il 18 gennaio scorso, al termine della visita apostolica in Sri Lanka e Filippine

Papa Francesco tra la folla durante la visita apostolica a Manila
Papa Francesco tra la folla durante la visita apostolica a Manila

Manila – Il gruppo Jemaah Islamiyah, legato ad al-Qaeda, avrebbe avuto intenzione di assassinare Papa Francesco, in occasione della sua recente visita pastorale nelle Filippine, il 18 gennaio scorso. Per realizzare l’obiettivo aveva assoldato il terrorista malese Marwan, alias Zulkilfi bin Hir.

Il progetto di attentato è stato svelato oggi dal quotidiano ‘Inquirer‘, che cita l’audizione in Senato del direttore della polizia filippina – ed ex capo delle forze speciali – Getulio Napenas. Stante a quanto scrive il quotidiano filippino, l’attentato al Pontefice avrebbe dovuto compiersi con una bomba da fare esplodere al passaggio del corteo papale nel centro storico di Manila.

Abbiamo ricevuto informazioni che la Jemaah Islamiyah, in coordinamento con Marwan, aveva pianificato di far esplodere una bomba al passaggio del corteo papale a Manila, il 18 gennaio“, ha confermato Napenas. Queste informazioni, secondo il direttore della polizia, “non sono state né confermate né smentite, ma di certo c’è che queste informazioni esistono“, ha aggiunto l’ufficiale.

Zulkilfi bin Hir – aka Marwan –  è considerato un esperto di bombe e ordigni improvvisati. Il 25 gennaio scorso è stato ucciso in un raid compiuto dalla polizia a Mamasapano, nella Provincia di Maguindanao, nella Regione Autonoma nel Mindanao Musulmano.

(Credit: askanews, AGI) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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