Guerra al jihad. Cdm approva decreto: reato arruolarsi tra jihadisti, 1.800 militari in più per sicurezza città

Il provvedimento varato dal Cdm prevede la reclusione da tre a sei anni per chi si arruola in organizzazioni terroristiche e per chi supporta i foreign fighters, da 5 a 10 anni per i lupi solitari. Il ministro dell’Interno: “Rafforzata e potenziata l’operazione ‘strade sicure’. I militari a presidio delle città sono passati da 3mila a 4.800 : 1.800 destinati ai siti sensibili, raddoppiato il numero dei militari impegnati nella terra dei fuochi e altri 600 per l’Expo”

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Roma – Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge con nuove misure antiterrorismo, che ora passerà alle due Camere del Parlamento per l’approvazione entro 60 giorni, pena la decadenza.

Si tratta – come ha sottolineato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, al termine della riunione del Governo – di un provvedimento “molto importante che ha stabilito una serie di nuove regole molto dure e molto serie in linea con le norme internazionali di contrasto al terrorismo, anche di matrice religiosa“. In questa definizione vi è una contraddizione con la più volta dichiarata distinzione tra jihadismo e islam, ma evidentemente Alfano non se ne preoccupa molto, né molti osservatori l’hanno rilevato. 

Il decreto individua nuovi reati e introduce “la reclusione da tre a sei anni per chi si arruola in organizzazioni terroristiche e per chi supporta i foreign fighters, da cinque a 10 anni per i lupi solitari. In sostanza, andare a combattere all’estero diventa reato“. Alfano ha poi aggiunto che “sono 15 i sospettati di legami con organizzazioni terroristiche espulsi dal Paese“.

Le norme antiterrorismo hanno “rafforzato e potenziato l’operazione ‘strade sicure’, siamo passati da 3.000 militari a 4.800 militari a presidio delle città, 1.800 per i siti sensibili, abbiamo raddoppiato il numero dei militari impegnati nella terra dei fuochi e altri 600 militari saranno utilizzati per l’Expo” ha detto Alfano.

Alla conferenza stampa seguita al Consiglio dei Ministri ha partecipato anche Roberta Pinotti, ministro della Difesa, che ha chiarito il rilievo della partecipazione italiana alla Coalizione Internazionale contro l’Isis (sedicente Stato Islamici): con più di 500 tra forze di terra e aeronautica, 20150211-sniper-320x213complessivamente, l’Italia è tra i Paesi europei quello che ha l’impegno più significativo nella coalizione anti Isis. La Germania partecipa con 100 militari“, ha ricordato Pinotti, che poi ha chiarito che in questo contingente vi sono “280 tra addestratori e consiglieri militari“, oltre a “tutto il personale dell’Aeronautica“.

Lo schema di decreto-legge approvato dal Consiglio dei Ministri, ha spiegato Palazzo Chigi in una nota, si concentra su soluzioni analoghe a quelle adottate di recente da altri Paesi europei, come la Francia. 

Sul piano penale, il Governo introduce una nuova figura di reato, che punisce chi organizza, finanzia e propaganda viaggi per commettere condotte terroristiche: per questo reato sarà prevista la reclusione da tre a sei anni.

Prevista la novazione dell’articolo 270-quater del Codice Penale, che punirà il soggetto reclutato con finalità di terrorismo, anche fuori dai casi di partecipazione ad associazioni criminali operanti con le medesime finalità, mentre adesso il 270-quater sanziona solo i cosiddetti reclutatori.

Ancora, si introduce la punibilità del cosiddetto auto-addestramento alle tecniche terroristiche attraverso il web, analogamente a quanto avviene in Francia. Finora invece era punibile solo chi fosse addestrato da un terzo, secondo la previsione dell’art. 270-quinquies del Codice Penale.

A sostegno del rafforzamento della struttura giuridica volta al contrasto del terrorismo islamico (inutile girarci attorno, i buddisti o i cristiani non costituiscono una minaccia alla sicurezza nazionale: di questo dovrebbero rendersi conto i musulmani perbene, cui chiediamo di fare terra bruciata attorno ai jihadisti, isolandoli dal resto della società), il Governo ha introdotto specifiche sanzioni penali ed amministrative destinate soprattutto a punire le violazioni degli obblighi in materia di controllo della circolazione delle sostanze dual use (i cd. “precursori di esplosivi”), che possono essere impiegate per costruire ordigni con materiali di uso comune (per esempio i fertilizzanti uniti al gasolio da autotrazione).

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Sul piano della prevenzione, le nuove misure del Governo comprendono sia la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza ai potenziali ‘foreign fighters‘ che la facoltà del Questore ( non del Prefetto) di ritirare il passaporto ai soggetti indiziati di terrorismo, all’atto della proposta di applicazione della sorveglianza speciale di Pubblica Sicurezza, con obbligo di soggiorno.

In questo caso, il provvedimento è sottoposto a convalida dell’Autorità Giudiziaria. Ancora, il decreto introduce una fattispecie di reato destinata a punire i contravventori agli obblighi conseguenti al ritiro del passaporto e alle altre misure cautelari disposti durante il procedimento di prevenzione, ossia – per esempio – i falsificatori di documenti e i favoreggiatori del terrorismo.

Previsto  ancora l’aggiornamento che  degli strumenti di contrasto all’utilizzazione della rete internet ai fini del proselitismo e per agevolare gruppi terroristici.

In particolare, vengono previsti aggravamenti delle pene stabilite per i delitti di apologia e di istigazione al terrorismo, commessi attraverso strumenti telematici; la possibilità per l’Autorità Giudiziaria di ordinare agli internet provider di inibire l’accesso ai siti utilizzati per commettere reati con finalità di terrorismo, compresi nell’elenco costantemente aggiornato dal Servizio Polizia Postale e delle Telecomunicazioni della Polizia di Stato.

Nel caso di inosservanza da parte dei provider, sarà la stessa Autorità Giudiziaria a disporre l’interdizione dell’accesso ai relativi domini internet.

Ulteriori misure comprendono la proroga della “Operazione strade sicure” fino al 30 giugno 2015, con un rafforzamento del contingente messo a disposizione dalle Forze Armate che passa da 3.000 a 4.800 unità, di cui un’aliquota sarà dedicata esclusivamente alle attività di vigilanza nella ‘Terra dei Fuochi’, dove l’esercito sorveglia sulla bonifica dei terreni, mentre altri 600 militari saranno a disposizione dell’Expo per presidiare gli obiettivi sensibili.

Naturalmente il Decreto Legge dovrà prevedere termini più lunghi del 30 giugno prossimo, visto che il problema del terrorismo internazionale non sembra mostrare segni di arretramento a breve termine.

Tra le misure introdotte anche la semplificazione, nel rispetto del Codice della privacy, delle modalità con le quali le Forze di polizia effettuano trattamenti di dati personali previsti da norme regolamentari;

Un capitolo a parte quello che riguarda le cosiddette ‘garanzie funzionali’ riconosciute agli appartenenti ai Servizi di informazione e sicurezza, per cui sarà esclusa la punibilità di una serie di condotte in materia di terrorismo (diverse dai reati di attentato o di sequestro di persona), commesse dal personale dell’intelligence per finalità istituzionali e previa autorizzazione del Presidente del Consiglio dei Ministri. Inoltre, gli agenti dei Servizi potranno deporre nei procedimenti giudiziari, ma mantenendo segreta la reale identità personale.

Nel decreto si autorizzano gli 007 dell’Aise (Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna) e dell’Aisi (Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna) a effettuare, fino al 31 gennaio 2016, colloqui con soggetti detenuti o internati, al fine di acquisire informazioni per la prevenzione di delitti con finalità terroristica di matrice internazionale, ma per questo l’intelligence avrà necessità della autorizzazione preliminare dell’Autorità Giudiziaria competente.

Sul fronte strutturale e organizzativo, tramontata la possibilità di creare una procura nazionale antiterrorismo. “Non abbiamo ritenuto necessario costituire una nuova entità – ha spiegato il ministro della Giustizia, Andrea Orlandoci sarà la Procura nazionale antimafia e anti terrorismo. L’Italia non aveva una struttura coordinata a livello centrale: l’avrà con un riferimento nella Procura nazionale antimafia“. Questo significa che il Procuratore Nazionale Antimafia avrà di funzioni di coordinamento su scala nazionale, delle indagini relative a procedimenti penali e procedimenti di prevenzione in materia di terrorismo.

Infine, previsto il rifinanziamento delle missioni internazionali delle Forze Armate (e di Polizia) fino al 30 settembre 2015.

(Credit: Adnkronos, Polizia di Stato) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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