Le relazioni russo-egiziane rinsaldate. Putin e al-Sisi, accordi su nucleare, armi e sicurezza

È in programma la costruzione di una centrale nucleare a Dabaa; vendita di armi per circa 3 miliardi di dollari; potenziamento del turismo; una zona industriale russa nella regione del nuovo canale di Suez. L’alleanza di Putin e al-Sisi nella lotta al terrorismo islamico. Il dono di un kalashnikov

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Il Cairo – Il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo Abd al-Fattāḥ al-Sīsī si sono accordati per la costruzione di un impianto nucleare e per potenziare i rapporti economici nel campo delle armi e del turismo. Nei due giorni di visita ufficiale, conclusi ieri, Putin ha cercato di rinsaldare i legami tra la Russsia e il Paese arabo più popoloso, in un momento in cui l’alleanza del Cairo con gli Usa è più fragile. L’ennesima sconfitta diplomatica e in politica estera di Barack Obama, già sostenitore del governo espresso dai ‘Fratelli Musulmani‘ di Mohammed Morsi (poi ‘detronizzato dall’intervento dell’esercito, pressato dalle manifestazioni popolari contro la svolta islamista imposta da Morsi e dai 33 milioni di cittadini che ne chiedevano la sollevazione dal potere).

Putin è stato fra i primi a sostenere la vittoria di al-Sisi, ma ancor prima fu il primo a salutare il golpe-costituzionale che salvò l’Egitto dalla morsa islamista due anni fa, criticato invece dagli Usa per aver fatto cadere il presidente islamista “democraticamente” eletto. A dimostrazione della totale inadeguatezza dell’Amministrazione Obama a governare il mondo con sufficiente conoscenza dei dossier e opportuna lucidità.

Ieri Putin e al-Sisi hanno comunicato di aver firmato un accordo per costruire un impianto nucleare a  Dabaa, nel nord dell’Egitto, il primo nel Paese, idea che era emersa fin dai tempi di Hosni Mubarak, deposto nel 2011 dai ‘Fratelli Musulmani‘.

Viva da tempo è pure l’idea di forniture di armi all’Egitto, soprattutto dopo che gli Stati Uniti hanno sospeso le forniture militari in seguito alla caduta di Morsi (2013).

Fin da allora la Russia era vicina alla firma di un accordo per 3 miliardi di dollari per la fornitura 20150211-mig29-fulcrum-320di missili e aerei da guerra, compresi dei Mig 29 “Fulcrum” (nella codificazione NATO) e elicotteri d’assalto. Successivamente, Washington ha ripreso i suoi aiuti annuali all’Egitto: 1,5 miliardi di dollari, di cui almeno 1,2 vanno direttamente nelle casse dei militari.

Ancora oggi i rapporti Usa-Egitto rimangono tiepidi. Al-Sisi è molto criticato per la repressione contro islamisti e dissidenti, ma in realtà la repressione è rivolta solo ai jihadisti. Tuttavia una parte ampiamente maggioritaria della popolazione sostiene l’ex generale, vedendo nella sua mano ferma l’unica via per garantire la sicurezza e migliorare l’economia, provata dalla finta primavera araba e dalla disastrosa gestione di Morsi.

Nel 2014 i rapporti commerciali fra Mosca e Il Cairo sono cresciuti dell’80%. Nei dialoghi di questi giorni, la Russia ha proposto di potenziare anche il turismo, oltre che a costruire una zona industriale russa nella regione del nuovo canale di Suez, dove c’è in programma di creare una zona franca che farebbe esplodere i commerci e le opportunità di lavoro.

Putin è stato accolto con grandi onori, oltre il normale protocollo diplomatico: guardia d’onore, colpi di cannone, strade pavesate con scritte in russo e in arabo; concerto al teatro dell’opera.

Per l’Egitto la visita è importante per mostrare la non totale dipendenza dagli Stati Uniti. Allo stesso tempo, Mosca e Il Cairo si rafforzano reciprocamente nella loro lotta contro l’islamismo, in nome della sicurezza: l’Egitto deve affrontare la sfida di gruppi di al-Qaeda concentrati nella zona del Sinai; la Russia teme la crescita del terrorismo islamico in Cecenia e nelle regioni del Caucaso.

Entrambi sono decisi a combattere il terrorismo islamista con la forza, esaurita ogni altra opzione: da questo punto di vista, è piuttosto simbolico che Putin abbia regalato al suo ospite un kalashnikov

(Credit: AsiaNews) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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