Allarme a Parigi: nella notte centro sorvolato da cinque droni. In Francia prima ‘caccia droni’: perché non è adottata?

Dallo scorso ottobre ben 19 sorvoli su centrali nucleari transalpine sono state segnalate, ma le autorità considerano tutti questi episodi come potenziale minaccia terroristica: invece è guerra e in guerra si schierano mezzi di difesa anche preventiva. Contraerea e intercettori. Un’anzienda francese ha inventato un drone intercettore, ma le autorità di sicurezza nazionale rallentano ad adottare un sistema di ‘caccia droni’ semplice ed efficiente – NOTA EDITORIALE A PIÉ DI PAGINA

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Parigi – Almeno cinque droni sono stati avvistati durante la notte appena trascorsa, mentre sorvolavano luoghi simbolo di Parigi: lo hanno riferito fonti della sicurezza francese.

Ignoto chi comandasse i cinque micro-velivoli e anche se fossero cinque diversi o uno individuato cinque volte (e chissà quante altre sfuggito), ma di certo c’è solo il timore che questi sorvoli siano parte di un piano di attacco jihadista islamico, visto che l’unica minaccia credibile proviene dagli estremisti islamici che fanno capo al sedicente ‘califfato’ guidato da al-Baghdadi.

Il primo avvistamento è stato rilevato nei pressi dell’ambasciata americana, poi sono stati sorvolati anche la Torre Eiffel, Place de la Concorde e Les Invalides, infine il museo dell’Esercito.

Potrebbe essere un’azione coordinata ma al momento non possiamo stabilirlo. Abbiamo fatto il possibile per arrivare agli operatori ma non siamo stati in grado di individuarli“, ha spiegato la fonte della sicurezza francese che ha confermato la notizia, che poi ha commentato: “Fino ad oggi non erano mai apparsi tanti droni in una notte“.

Tuttavia, quelli della notte scorsa sono gli ultimi episodi di una lunga serie di avvistamenti oggetto di analisi e indagine della Procura nazionale antiterrorismo. La notte tra il 19 e il 20 gennaio scorso – in piena emergenza post-Charlie Hebdo – un drone sorvolò l’Eliseo (la presidenza della Repubblica Francese), mentre dallo scorso ottobre ben 19 sono i casi di avvistamento di droni sorvolanti centrali nucleari transalpine.

Questi episodi dimostrano un gravissimo buco di sicurezza, di cui sono ben coscienti i nostri nemici, i jihadisti nazislamisti che vogliono sottometterci all’orrore shaaritico

Tuttavia, proprio un’azienda francese, la Malou Technologies, ha introdotto di recente sul mercato della sicurezza un drone progettato per la intercettazione di droni, prima versione di una categoria di ‘droni caccia‘ deputati all’abbattimento della minaccia proveniente da altri doni. Questi droni sono progettati per elevare un sistema di interdizione al volo attraverso il dispiegamento di una rete che impigli il drone nemico, che però può essere colpito direttamente in un’azione kamikaze di particolare difesa aerea.

Il drone intercettore di Malou Technologies

Un sistema semplice, ma efficace, per neutralizzare una minaccia di apparente bassa intensità, ma in grado di produrre un disastro di proporzioni straordinarie. Si pensi per esempio a una bomba radiologica, ossia un ordigno convenzionale caricato con isotopi radioattivi e quindi in grado di disseminare radioattività nel raggio di diversi chilometri con una esplosione del tutto sostenibile.

Per sviluppare queste flotte di “droni intercettori” non servono apparecchiature ad alta tecnologia, difficili da usare, ma strumenti semplici alla portata anche di un sistema di difesa aerea civile – da dispiegare a livello di Protezione Civile o a truppe del livello di una Guardia Nazionale – non impegnando necessariamente forze militari o di polizia specializzate (come l’antiterrorismo), che così non sarebbero distolte dagli obiettivi e dalle funzioni più impotanti. 

La sfida vitale lanciata dal sedicente Stato Islamico alla sicurezza e alla difesa europea e occidentale (ma anche di quei Paesi musulmani che non vogliono cedere alla brutale arretratezza dei jihadisti) – come abbiamo evidenziato nell’articolo scritto lo scorso 20 gennaio (disponibile qui) – deve accendere la fantasia e la creatività anche in termini di elaborazione di nuovi modelli di difesa aerea che abbraccino spazi finora impensabili come quello della intercettazione dei droni.

Tuttavia, se il tema europeo – posto dalla Germania con impeto imperiale ed egemonico – è il pareggio di bilancio, neanche uno Stato tradizionalmente vocato alla difesa nazionale come la Francia può riuscire nell’impresa di porsi come ideale guida di una difesa europea in fieri, in grado di difendere l’Europa nella sua interezza. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA – NOTA: DA QUESTO ARTICOLO I TEMI RIGUARDANTI LA SICUREZZA E LA DIFESA CHE RIGUARDANO GLI STATI DELL’UNIONE EUROPEA SARANNO INSERITI NELLA RUBRICA ‘DIFESA’, PERCHÉ LA DIFESA DELL’EUROPA NON RIGUARDA QUESTO O QUELLO STATO MEMBRO DELL’UE, MA TUTTI NELLA LORO INTEREZZA DI COMUNITÀ DI POPOLO E DI DESTINI: IL FATTO CHE NON SE NE ACCORGANO I GOVERNANTI È UN PROBLEMA CHE IL POPOLO EUROPEO DEVE RISOLVERE. NE VA DELLA SOPRAVVIVENZA

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