Siria, 200 tra donne e bambini cristiani caldei ostaggi dei jihadisti dell’ISIS in due villaggi di Tell Tamer (foto)

Come nei rastrellamenti dei nazisti tedeschi durante la II Guerra Mondiale, le SS nazislamiste hanno separato gli uomini da donne e bambini, che tengono sotto la minaccia delle armi e di chissà quali violenze. Chiesta la liberazione di prigionieri dello Stato Islamico detenuti dai peshmerga curdi. La notizia lanciata dall’edizione online di Newsweek che ha raccolto la testimonianza del parente di uno degli ostaggi messosi in contatto con una ong che promuove la protezione dei cristiani Assiri, Caldei e Siriaci

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Ankara – Sul sentiero dell’orrore. In Siria sembra non avere fine la lunga serie di orrori di cui si stanno macchiando le SS nazislamiste del cosiddetto e autoproclamato Stato Islamico, il gruppo neo-califfale imperialista che sta seminando il terrore in Medio Oriente, i cui affiliati seminano morte e crimini contro l’Umanità in Nigeria e ora minacciano di infiammare tutto il Nord Africa a partire dalla Libia, mentre pianificano di ‘sbarcare’ in Europa.

Miliziani del sedicente Stato Islamico hanno preso d’assalto la zona di Tell Tamr, in Siria, nella mattina di lunedì 23 febbraio, prendendo in ostaggio gli abitanti dei villaggi. Non prima però di aver separato donne e bambini dagli uomini, portati sulle montagne di Abd al-Aziz.

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Le donne sono rimaste nel villaggio, sorvegliate dai miliziani jihadisti. Non è ancora chiaro quanti ostaggi si trovino nelle mani dei miliziani, ma secondo le stime di Newsweek, che ha lanciato la notizia, dovrebbero essere diverse centinaia. 

Stante a quanto riportato dal settimanale americano, infatti, uno degli ostaggi sarebbe riuscito a contattare un parente in Canada che a propria volta avrebbe contattato A Demand For Action (ADFA), una ong che promuove la protezione dei cristiani Assiri, Caldei e Siriaci. 

La ong ADFA ha poi reso pubblica la situazione dell’attacco e degli ostaggi. Secondo Nuri Kino, citato da Newsweek, molti degli ostaggi dopo l’assalto dei jihadisti “hanno parenti in Svezia e in Germania”, ha dichiarato ai giornalisti americani nel corso di un’intervista telefonica. 

Kino, che è il fondatore di AFDA, ha chiamato il villaggio ma gli ha risposto uno dei miliziani jihadisti, il quale gli ha detto di non chiamare più al momento. “Non potete fare nulla per la loro situazione“, si è sentito dire da un jihadista del cosiddetto Stato Islamico.

L’attacco ai villaggi di Tell Tamr sarebbero una ritorsione contro le recenti avanzate dei curdi e, allo stesso tempo, il tentativo di forzare uno scambio di prigionieri islamisti detenuti dai curdi, di cui si chiede la liberazione in cambio della salvezza degli abitanti dei villaggi e, soprattutto, 20150224-isis-troops-take-christian-hostages-woman-crying-250x364degli uomini più giovani separati dalle donne. Che altrimenti saranno tutti uccisi

Durante l’attacco dei villaggi – pare compiuto con una massiccia quantità di forze – sarebbe stata incendiata una chiesa nei pressi di Tel Hormuz, mentre alcune immagini pubblicate sui social media illustrano la preoccupazione e la costernazione delle donne e dei bambini controllati dai miliziani agli ordini di al-Baghdadi. I miliziani del sedicente Stato Islamico avrebbero anche tentato uno sfondamento del confine turco nei pressi del valico della città di Ras al-Ain.

L’incursione è avvenuta intorno alle 05:00 del mattino ora locale. Da quel momento, i combattenti siriani e le forze curde hanno tentato di liberare la città, probabilmente con il supporto dell’esercito legittimo della Siria, che ha supportato l’azione delle milizie curde, ma senza un decisivo successo.

Su Facebook, nella pagina di A Demand for Action è stato postato un lungo messaggio con un significativo titolo: “We Demand Help From The World Leaders! (Chiediamo l’aiuto dei Leaders Mondiali!)”, scritto da George Kasten dalla Svezia, il parente contattato da uno degli ostaggi. 

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