Italia promossa dall’UE: “Nessuna infrazione sul debito”. Francia ‘rimandata’ di due anni, Germania bacchettata

Via libera finale alla legge di Stabilità, bene il Jobs Act. Alla Francia concessi altri due anni, mentre il surplus tedesco – ancora oltre il 6% sul Pil – avvicina la Germania a una procedura di infrazione, che però non parte. Del resto, a che servirebbe l’egemonia tedesca sull’Europa se non a farsi i cavoli propri? Joschka Fischer, la Conferenza di Londra del 1953 e la piccola fuhrer di Amburgo

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Bruxelles – La Commissione Europea ha confermato di non avere intenzione di lanciare nessuna procedura per deficit eccessivo sui conti pubblici italiani e belgi del 2015, ma di fatto anche per il surplus tedesco, ancora una volta oltre il 6%, come avviene da diversi anni.

Nei documenti approvati oggi da Bruxelles si legge che il debito pubblico dell’Italia rimane uno “squilibrio macroeconomico eccessivo” che richiede “monitoraggio specifico e un’azione politica decisiva” ma “in questa fase”, considerando il piano di riforme già varato (ma da “monitorare da vicino”) e “i fattori rilevanti”, non viene aperta una procedura per squilibrio eccessivo.

Il piano di riforme elaborato dal governo italiano, compresa quella del lavoro (il “jobs act”) è è stato valutato dalla commissione europea come “sufficientemente consistente”. Lo ha precisato il commissario agli Affari economici e finanziari Pierre Moscovici, ricordando che le decisioni di oggi, in particolare quella di promuovere la legge di stabilità italiana e di non avviare la procedura per deficit eccessivo, “sono state prese allo stesso tempo sugli impegni per i conti pubblici, l’attuazione delle riforme e l’andamento del debito”. 

Per il Belgio e l’Italia – si legge ancora nei documenti della Commissione europea – la valutazione tiene in considerazione i seguenti fattori rilevanti: le attuali condizioni economiche sfavorevoli caratterizzate da una bassa crescita nominale rendono il rispetto della regola del debito particolarmente difficile; le aspettative che questi paesi siano ampiamente in linea con gli aggiustamenti richiesti per gli obiettivi di medio termine; e l’attuazione in corso di ambiziosi piani di riforme strutturali“.

Gli sforzi dell’Italia sui conti pubblici nel 2015 sono stati dunque considerati “sufficienti” dalla Commissione europea che ha quindi deciso di non avviare una procedura per deficit eccessivo, ha poi ribadito il commissario per gli Affari economici e finanziari Pierre Moscovici, aggiungendo che “al governo italiano, come a quello belga, abbiamo inviato una lettera in cui si ricorda che devono essere fatti sforzi per ridurre il debito”. Il rispetto della “regola del debito”, ovvero la riduzione drastica in un percorso che sarebbe dovuto cominciare quest’anno, sarebbe stato impossibile nell’attuale situazione economica.

La Francia, invece, avrà 2 anni di tempo, fino al 2017, per riportare il rapporto fra deficit e Pil sotto il 3%, ha annunciato il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis al termine del dibattito al Collegio dei commissari. La Francia deve quindi compiere “sforzi strutturali importanti” e correggere nel 2015 il rapporto deficit/Pil dello 0,5%, ovvero lo 0,2% in più rispetto a quanto previsto attualmente, ha invece spiegato il commissario agli Affari economici e finanziari, il francese Pierre Moscovici, precisando che “la Commissione è esigente su questo” e che ne va “della credibilità del processo, delle regole, della Commissione e della stessa Francia”.

Sarà monitorata anche la Germania, per eccesso di surplus, visto che da diversi anni l’eccesso di esportazioni – rispetto alle importazioni – supera il 6% del Pil e il governo di frau Merkel non ci pensa neanche ad attuare mezzi per ridurlo

Un rischio per tutta l’Eurozona, visto che la ‘locomotiva’ tedesca non traina tutta Europa, ma drena risorse e punta i piedi perché gli altri Stati rispettino le regole (tutte assurde), ma tralascia di rispettare quelle che possono dare fastidio

Del resto, questa è la vera dimostrazione dell’egemonia tedesca sull’Unione Europea, una forma di nazismo finanziario che sta cominciando a produrre qualche reazione tra i consumatori, con piccoli segnali di boicottaggio dei prodotti tedeschi.

Ritornano – come una eco persistente – le parole di Joschka Fischer, ex ministro degli Esteri tedesco, che da tempo ha puntato il dito contro l’atteggiamento che la cancelliera Merkel sta avendo nelle Istituzioni europee. Fisher ha definito “sorprendente” che la Germania abbia dimenticato la cancellazione di buona parte dei debiti di guerra nel 1953 (alla Conferenza di Londra) da parte degli altri Stati europei. “Senza quel regalo – ha scritto l’ex ministro degli Esteri di Berlino nel suo ultimo libro, ‘Scheitert Europa?’ (L’Europa fallisce?) – non avremmo riconquistato la credibilità e l’accesso ai mercati. La Germania non si sarebbe ripresa e non avremmo avuto il miratolo economico“.

(Credit: AGI)  © RIPRODUZIONE RISERVATA

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