Sky News ha pubblicato la prima foto di ‘Jihadi John’, il boia satanico del sedicente Stato Islamico

Intelligence britannica sulla graticola: agganciato per essere reclutato come informatore, Mohamed Emwazi riuscì a dissolversi nel nulla nonostante il ritiro del passaporto e la sorveglianza cui era sottoposto. Salteranno teste (ma forse, nel silenzio, sono già saltate)

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Londra – Sky News ha pubblicato in esclusiva la prima foto che mostra da adulto il boia del sedicente Stato Islamico ribattezzato “Jihadi John”, perché riconosciuto dall’evidente accento londinese. Lo scatto dell’emittente britannica ritrae l’uomo – identificato come Mohamed Emwazi, 27 anni, londinese di origini kuwaitiane – ai tempi in cui frequentava l’università di informatica di Westminister.

John/Mohamed appare con i baffi e il pizzetto e indossa un cappellino da baseball. Un bravo studente, almeno fino a quando non arrivò all’università, dove la sua ‘brillantezza’ diventò più opaca, forse come diretta conseguenza del proprio avvicinamento a frange islamiste vicine al movimento jihadista somalo degli al-Shabaab. Più che l’informatica, di cui conseguì comunque il degree, cominciò a interessarsi d’altro e nel tempo libero prese a insegnare l’arabo ai suoi compagni di corso.

Ma l’intelligence interna britannica – MI5, Military Intelligence Section 5 – e Scotland Yard sono nella graticola, perché sono stati in contatto almeno una decina di volte dal 2009 con John/Mohamed, prima che riuscisse a raggiungere la Siria nel 2012, stante a quanto diffuso dal Daily Telegraph, che ha etichettato espressamente la sottovalutazione come di “stupidi errori”.

I servizi avrebbero anche tentato di trasformarlo in una “spia” – proposta respinta dal jihadista – dopo averlo intercettato nel 2009 in Tanzania: allora era stato sospettato di volersi unire alle milizie jihadiste somale degli al-Shabaab.

Nel giugno 2010 fu arrestato dalle unità dell’antiterrorismo britannica, mentre si preparava a partire per il Kuwait. Allora fu inserito in una black-list di persone che potevano commettere atti di terrorismo, gli fu ritirato il passaporto e gli fu vietato di lasciare la Gran Bretagna, ma senza sottoporlo a sorveglianza più stringente.

Per questo le polemiche sollevate nel Regno Unito toccano il Gabinetto Cameron, che però ha difeso l’operato dell’MI5 e di Scotland Yard e ha affermato che hanno fatto “un eccellente lavoro”, grazie al quale molti attentati sono stati evitati al Paese. 

Per Olivier Guitta, consulente di sicurezza, i mezzi umani disponbili non sono all’altezza della minaccia terrorista che si tratti del Regno Unito, della Francia o degli Usa – considerate le punte di efficienza della intera ‘Comunità Occidentale’ – figurarsi quale può essere la situazione in Italia, dove l’intelligence avverte i Governi in carica della minaccia incombente, ma con esiti ritardati se non inesistenti.

Peraltro le polemiche in Gran Bretagna non porteranno a licenziamenti o sostituzioni, né salteranno teste: nel caso, le teste sono già saltate nel tradizionale silenzio con cui operano i servizi di informazione seri dei Paesi seri, dove vigono regole non scritte, che per i casi più gravi – come il tradimento – implicano massime sanzioni non ufficiali (sotto forma di improvvisi e inspiegabili incidenti stradali…), ma molto più efficaci. 

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