Allarme batteriologico negli Stati Uniti: ceppo mortale fuoriuscito da laboratorio di alta sicurezza della Louisiana

‘Usa Today’ rivela oggi che l’incidente si sarebbe verificato nello scorso mese di novembre. Il batterio sarebbe il Burkholderia pseudomallei che causa la melioidosi una malattia virale che presenta sintomi non specifici scambiabili per altre malattie. L’incidente è accaduto presso il National Primate Research Center di Tulane, a circa 35 miglia da New Orleans. L’Homeland Security ha attivato a gennaio un centro di comando e controllo con 24 agenti federali, mentre l’EPA ha richiesto la bonifica di una vasta area e il Dipartimento federale per l’Agricoltura non può ancora escludere danni seri all’agricoltura della Louisiana

L'ingresso del Tulane National Primate Research Center della locale università (foto Tulane University)
L’ingresso del Tulane National Primate Research Center della locale università (foto Tulane University)

New Orleans – Allarme batteriologico negli Stati Uniti. Un microbo mortale è ‘sfuggito’ da un laboratorio di alta sicurezza, il National Primate Research Center di Tulane, a 35 miglia da New Orleans. All’esterno del laboratorio è stato infatti trovato il batterio Burkholderia pseudomallei, germe pericoloso presente nel Sud- Est asiatico e in Australia settentrionale, classificato tra gli agenti utilizzabili nella guerra batteriologica.

Il centro di Tulane conduce però ricerche finalizzate alla realizzazione di un vaccino contro la malattia, in un contesto di sicurezza biologica di livello 3, spiega ‘Usa Today’, ossia con un cordone di dispositivi di controllo a strati concentrici, che dovrebbero evitare ogni rischio all’esterno dei laboratori. 

Le autorità della Lousiana hanno aperto un’inchiesta – riferisce ‘Usa Today’ – ma hanno rassicurato che la popolazione non corre alcun rischio, anche se al momento non si conosce l’ampiezza della contaminazione.

L’incidente sarebbe avvenuto alcuni mesi fa, probabilmente a novembre scorso. Il batterio può trasmettersi facilmente a uomo e animali. Infatti, quattro scimmie presenti nel centro di ricerca si sarebbero ammalate e due sarebbero state soppresse. Anche un’ispettrice federale si sarebbe ammalata dopo una visita al centro anche se, in questo caso, non è esclusa un’infezione precedente legata ai diversi viaggi fatti dalla donna in zone endemiche del batterio.

“Il fatto che non possono capire come si sia verificata questa fuoriuscita è molto preoccupante”, ha dichiarato Richard Ebright, un esperto di biosicurezza della Rutgers University del New Jersey, che la scorsa estate è stato sentito in audizione di fronte al Congresso, a seguito di incidenti di laboratorio presso agenzie federali che studiano antrace, vaiolo e un ceppo mortale dell’influenza aviaria.

“Stiamo prendendo questo incidente straordinariamente sul serio”, ha dichiarato alla testata americana Andrew Lackner, direttore del centro di Tulane. “Fin dall’inizio abbiamo trascorso una quantità enorme di tempo a cercare di capire come questo sia potuto accadere“, pur dichiarando che “non c’è mai stata una minaccia per la salute pubblica“.

Tuttavia, nota ‘Usa Today’, ci sono indicazioni per un allarme più grave di quanto le autorità vogliano ammettere. L’ufficio della Homeland Security in seno al Governatore della Louisiana sta guidando l’indagine congiunta federale-statale, ma ha espresso preoccupazione per una potenziale contaminazione del terreno circostante ai laboratori di Tulane e per gli allevamenti.

Alcune 'colonie' di Burkholderia pseudomallei (foto Wikipedia)
Alcune ‘colonie’ di Burkholderia pseudomallei (foto Wikipedia)

In una lettera del 20 febbraio scorso, l’EPA – l’agenzia statunitense di protezione ambientale federale – ha chiesto un supporto per affrontare una potenziale contaminazione del suolo, proprio nei settori in cui erano alloggiate le scimmie ammalatesi. In breve, l’Epa ha chiesto la “bonifica dei terreni della zona, individuati come ad alto rischio, nel più breve tempo possibile per evitare ulteriori trasmissioni“.

La struttura di ricerca federale si trova a Covington, vicino a zone umide tipiche della Lousiana e a un fiume, non lontano da una scuola e una zona residenziale. I funzionari statali e federali che si occupano della emergenza non hanno voluto rispondere a ‘Usa Today’, tranne che ad alcune domande di scarso rilievo. 

Il CDC (Centers for Disease Control and Prevention) di Atlanta, la protezione civile federale americana, sta conducendo indagini serrate per verificare la violazione delle norme di sicurezza nella struttura, perché si teme un eventuale uso come arma di distruzione di massa del ceppo batterico, classificato come potenziale agente utilizzabile per bioterrorismo, ma ha confermato al quotidiano americano che in questo momento “non c’è nessuna minaccia conosciuta la salute pubblica

Tuttavia, il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, che affianca la task force federale e statale che indaga sull’incidente, ha risposto a ‘Usa Today’ (sempre per email) di stare ancora “valutando se esiste un rischio per l’agricoltura della Louisiana“, alimentando i timori che il livello del rischio possa essere superiore a quanto finora ammesso pubblicamente.

La sezione della Lousiana del Dipartimento della Homeland Security ha attivato un centro di comando e controllo per coordinare una risposta. Dallo scorso gennaio, un team di investigatori federali costituito da 24 agenti ha visitato diversi luoghi vicini al centro di ricerca di Tulane, per cercare tracce del batterio.  Quel che ha lasciato stupiti gli investigatori federali è stato che il giorno successivo alla fuoriuscita incidentale una funzionaria del Dipartimento dell’Agricoltura si ammalò, anche se la stessa donna si era recata più volte in zone del mondo dove il batterio è presente in forma endemica. 

Il batterio Burkholderia pseudomallei può causare una malattia potenzialmente grave – chiamata melioidosi – nelle persone e negli animali, che si presenta con una vasta gamma di sintomi non specifici, come febbre, mal di testa, perdita di appetito, dolori muscolari e articolari. Sintomi che spesso possono essere scambiati per altre malattie simili come la polmonite o la tubercolosi.

Il tempo tra esposizione ai batteri e lo sviluppo dei sintomi può variare da un giorno a molti anni, stante a quanto afferma il CDC di Atlanta. 

Tra i Paesi più esposti c’è la Thailandia, dove il tasso di mortalità per i pazienti con melioidosi arriva fino al 50%, mentre in Australia settentrionale può arrivare al 20%, secondo alcuni studi scientifici specifici. Nel periodo 2000-2009 nel Queensland australiano sono stati registrati 176 casi. 

Diversi Paesi hanno studiato questo batterio come arma biologica, perché i ceppi possono essere ottenuti dall’ambiente e progettati per essere resistenti a diversi antibiotici, secondo l’UPMC Center for Health Security di Baltimora, un laboratorio indipendente di biosicurezza.

Il centro di ricerca di Tulane ha contribuito a sviluppare un rapido test di diagnosi dell’ebola, che in soli 15 minuti può rilevare la presenza del virus della febbre emorragica. Tuttavia nel momento trascorso per la scrittura di questo articolo, il sito web del Primate Research Center non risulta attivo. Una curiosa coincidenza…

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