Calcoli renali, fastidio per il 12% degli italiani: recidiva nella metà dei casi. I consigli per una dieta scudo

I consigli di Domenico Prezioso, docente associato di Urologia all’Università Federico II di Napoli, sulle buone pratiche alimentari che possano aiutare a evitare questa fastidiosa patologia. Uno studio prossimo alla pubblicazione sfaterà falsi miti e si coniugherà con il tema di Expo Milano 2015 sul cibo, durante il quale saranno presentati i dati di una ricerca condotta dai membri dell’Associazione ItalianLibreriaa di Endourologia (Iea)

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Milano – Calcoli renali, a chi non li ha provati non li auguriamo. Il 10-12% degli italiani ne soffre e nel 50% dei casi ha una recidiva, anche a causa di scelte alimentari errate, ma consigliate per evitare proprio la formazione di queste pietruzze di varia natura, che possono impedire una vita normale se non rimossi. 

Dunque la dieta – stante a quanto emerso nel corso del 14° Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana di endourologia (Iea), svoltosi a milano fino a sabato scorso e che in tema di errori alimentari, spesso autentici boomerang che si ritorcono contro chi soffre di questi disturbi. 

Contro gli errori più comuni si è mosso un team di specialisti italiani, che ha condotto uno studio prossimo alla pubblicazione e che sarà al centro di un’attività di sensibilizzazione anche durante Expo Milano 2015, per aiutare chi soffre di calcolosi renale a liberarsi dei falsi miti che circondano la patologia. 

Secondo Domenico Prezioso, docente associato di Urologia all’Università degli Studi Federico II di Napoli, l’errore più comune è “bandire il calcio – quindi per esempio formaggi e latticini – dalla dieta“, afferma all’Adnkronos Salute.

Questo, dunque, il primo contrordine: alt a una dieta ipocalcica, perché “non serve”, anzi si ottiene l’effetto opposto. “In realtà il calcio aiuta l’espulsione dei componenti chimici che formano i calcoli – spiega Prezioso, secondo il quale – molti specialisti non lo sanno e così la gente comune“. “I nutrizionisti ritengono si debba assumere 1 grammo di calcio al giorno – nota il docente napoletano – una dieta media italiana arriva a mezzo grammo“.

Queste informazioni sul calcio sono cruciali per l’età senile: molti medici consigliano anche a persone che hanno seri rischi di osteoporosi di ridurre il calcio per paura che si crei un calcolo renale“, osserva il professor Prezioso, che puntualizza come lo stesso errore si faccia “per i bambini“, mentre il “calcio non va mai sottoposto a restrizione in un’età in cui le ossa sono in formazione“.

Le linee guida sulle buone pratiche – rileva Guido Giusti, che ha presieduto l’assise degli urologi italiani insieme al collega Bernardo Rocco, “sono chiare sull’assunzione di acqua, ma non altrettanto per i cibi“.

Su questa base l’Associazione Italiana di endourologia ha deciso di mettere insieme l’anno scorso 15 esperti italiani, fra urologi, metabolisti e nefrologi, per procedere a una revisione della letteratura e a una consensus, e arrivare a indicazioni definite sul fronte alimentare“, spiega Prezioso. “Sui punti più oscuri, meno supportati dalla scienza, si è dunque fatto ricorso all’expertise degli scienziati“, aggiunge. I risultati della ricerca “saranno pubblicati a breve sull’Archivio italiano di urologia e nefrologia e saranno oggetto di un incontro con il ‘grande pubblico’ in occasione di Expo, il 9 maggio a Milano“.

Demolito il falso mito del calcio quale fonte di accumulazione dei calcoli renali, vi sono altri suggerimenti alimentari che chi soffre di calcolosi renale deve tenere in gran conto, per abbattere il rischio di una recidiva. 

Per esempio, ricorda Prezioso, “le bevande a base di agrumi – limoni, arance e pompelmo – sono consigliate in tutte le calcolosi perché contengono citrati, una prevenzione naturale contro le recidive“.

Al contrario, da evitare “l’assunzione di proteine animali e sali, perché un eccesso su questo fronte ha invece l’effetto di facilitare le recidive“.

Nessun problema con “frutta e verdura, a patto di escludere quelle che contengono elevate quantità di ossalati, come spinaci e cavoli. Lo stesso vale per i cereali. Questi alimenti vanno limitati, anche se basterebbe aumentare l’introito di calcio perché gli ossalati in eccesso vengano smaltiti per via fecale”. Il trucco è quindi di non privarsi dei cereali, ma associare del formaggio per abbattere il rischio. 

Tuttavia il mezzo migliore per abbattere il rischio di recidiva dei calcoli renali è uno solo: assumere una dieta personalizzata. Bastano 4 esami del sangue e delle urine per inquadrare paziente – assicura Prezioso. Più che dire al paziente di “non mangiare tremila alimenti diversi, possiamo così individuare la condotta alimentare migliore per la persona che si ha davanti. Ed è l’unica via per incidere in futuro sulle recidive“.

Per l’esame del calcolo, continua, “il normale esame biochimico non dà garanzie, soprattutto in caso di calcolosi miste. È più utile invece una spettroscopia da fare in centri ad hoc. Ma la cosa più importante è la valutazione metabolica per identificare i fattori di rischio e stilare una dieta su misura“.

Tra tante smentite, una conferma. Il ruolo cruciale dell’acqua: aumentare l’introito di liquidi e “usare le acque bicarbonato-calciche rappresentano l’unico modo scientificamente provato per evitare un’eccessiva precipitazione dei cristalli“, ossia la formazione dei famigerati calcoli. 

(Credit: Adnkronos Salute) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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