Dieci anni fa moriva Nicola Calipari, lo 007 del Sismi che perse la vita durante la liberazione di Giuliana Sgrena

Commemorazioni alla Camera dei Deputati, presso la sede dell’AISE, alla presenza del Capo della Polizia, e a Reggio Calabria, per iniziativa del Questore Grassi, che della Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria era stato collega al Servizio Centrale Operativo

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Roma – Dieci anni fa Nicola Calipari moriva a Baghdad, nel corso dell’operazione volta alla liberazione e al rientro in Patria della giornalista de ‘Il Manifesto’ Giuliana Sgrena. Capo della 2ª Divisione “Ricerca e Spionaggio all’Estero” dell’allora SISMI, il Servizio Informazioni Sicurezza Militare, Vice-Questore fuori ruolo presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Calipari era capo delle operazioni segrete di 20150304-antica-babilonia-187x232intelligence estere dei servizi di informazione e sicurezza ed era stato assegnato – sotto la direzione del generale Nicolo Pollari – alle operazioni in Iraq, nel quadro della missione internazionale di peace-keeping codificata per le Forze Armate italiane come ITALFOR-ANTICA BABILONIA, IRAQI FREEDOM secondo la denominazione datale dalle Nazioni Unite con la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza 1483 del 22 maggio 2003.

Giuliana Sgrena era stata rapida da jihadisti islamici, che pretesero il pagamento di un ingente riscatto. Ma il costo principale fu umano, non solo per la perdita di una vita – che ha sempre un valore inestimabile – quanto perché Calipari costituiva un professionista di straordinario valore tecnico, unito a capacità umane di altrettanta qualità.

A dieci anni dalla scomparsa – su cui sono montate le polemiche e le relazioni italo-statunitensi hanno anche rischiato di inacidirsi – l’aula della Camera ha ricordato Calipari questa mattina, mentre a Reggio Calabria una cerimonia di commemorazione in suo onore ha voluto ricordarlo nella città in cui nacque il 23 giugno 1953.

Lasciatemi dire che ricordare la figura di Nicola Calipari, così come quella delle tante vittime del dovere, non vuole e non può essere un atto rituale o un atto formale. L’esercizio della memoria serve certamente a rendere omaggio a una figura dei nostri tempi che non ha esitato a sacrificare la propria vita per adempiere al suo dovere” – ha detto Laura Boldrini, presidente della Camera – “Ma deve essere soprattutto un’occasione per riflettere, per riflettere sulle drammatiche conseguenze dei conflitti armati, sull’inumana ferocia di ogni forma di fanatismo e di intolleranza, sulla necessità di contrapporre a tutto questo le fondamentali armi della democrazia, della solidarietà e della pacifica convivenza di culture e di popoli“.

Parole che sono state salutate da un lungo applauso corale dell’Aula, ma che in un’altra occasione avrebbero necessitato di un approfondimento critico

Nella motivazione con la quale gli fu conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare, sono sottolineate le doti di coraggio, l’altissimo senso del dovere, lo slancio di altruismo, le nobili qualità civili, il profondo senso dello Stato“, ha aggiunto la presidente della Camera, prima di esprimere “ai figli di Nicola Calipari, Silvia e Filippo, e alla moglie Rosa” (Rosa Maria Villeco, senatrice del PD, ndr) “i sentimenti di vicinanza e di solidarietà miei e di tutta la Camera dei Deputati“.

Nel frattempo nella Questura di Reggio Calabria, alla presenza dei dirigenti e di funzionari delle Forze dell’Ordine e Armate, si è svolta una cerimonia commemorativa durante la quale  si “è tenuto un breve momento di preghiera e di raccoglimento con la partecipazione del Cappellano della Questura don Pasqualino Catanese, seguito dalla deposizione di fiori presso il monumento ai Caduti della Polizia di Stato“, ha reso noto una nota stampa della Polizia di Stato.

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L’iniziativa è stata voluta dal Questore Raffaele Grassi, che aveva conosciuto Calipari quando entrambi erano in forza al Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale della Polizia Criminale. Grassi ha ricordato il collega “come un uomo che credeva fortemente nello Stato e che serviva con dedizione e passione le istituzioni per garantire la libertà e la sicurezza ai cittadini“, come tanti altri servitori dello Stato che alla Comunità Nazionale hanno donato il loro bene supremo, la vita.

Una cerimonia ufficiale di commemorazione – alla presenza del Capo della Polizia, Alessandro Pansa, si è svolta anche presso la sede dell’AISE (Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna), che ha sostituito il SISMI dopo la riforma dei servizi di informazione e sicurezza del 2007. 

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