Involuzione etica della dittatura ignorante dell’UE: non si tratta con i terroristi e con i dittatori, li si sconfigge

Di fronte alla bomba demografica e sociale che sta per abbattersi sul Sud Europa, i burocrati di Bruxelles pontificano su immorali trattative con i dittatori africani e con i tagliagole islamisti, depotenziando lo sforzo del re di Giordania Abdullah II, del presidente egiziano Abd al-Fattāḥ al-Sīsī e di quanti nel mondo musulmano su oppongono con il coraggio richiesto nei momenti storici alle grandi personalità, di fronte alle quali i nostri governanti europei sprofondano come cantori del vacuo

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Di fronte alla ‘minaccia’ (in realtà una promessa) del traffico illegale di migranti – vera merce di scambio sull’altare della guerra condotta con mezzi non ortodossi, gli scienziati politici e gli Statisti un tano al chilo dell’Unione Europea affermano: “dobbiamo trattare con i dittatori“. A dichiararlo, due giorni fa, il commissario all’Immigrazione Dimitris Avramopoulos, secondo il quale il passo sarà inevitabile questo passo per affrontare in “modo olistico” il problema immigrazione, anche con interventi nelle regioni di provenienza e di transito dei rifugiati, ma che trattare con le dittature non significhi legittimarle.

È, detto fuori da ogni metafora, una follia ignorante.

Non è vero che bisogna trattare con i dittatori, la Storia ci dà esempi molteplici di grandi personalità che hanno reagito alle buriane della Storia con l’unico paradigma possibile per salvare l’anima e il corpo: il coraggio della verità e dell’azione.

Piuttosto, è vero che bisogna disarcionare democraticamente questi idioti che ci governano – negli Stati dell’Unione (europea) e dalle Istituzioni europee – che si dimostrano inadatti al ruolo e ai pericoli del periodo storico contemporaneo.

20150306-appel-18juin1940-320x235Il generale Charles de Gaulle non trattò con i dittatori – Hitler e Mussolini – e il loro lacché indigeno, Petain: il 18 giugno 1940 si appellò alla Francia e ai francesi liberi, salvando l’onore del Tricolore Francese, la Francia e il fraterno popolo transalpino. 

Winston Churchill e Giorgio VI Windsor non trattarono con i dittatori europei – Hitler e Mussolini – ma impegnarono tutta la forza del Regno Unito per combatterli, per resistere all’orrore nazifascista, misero sul tavolo da gioco geopolitico l’Impero Britannico, perdendolo, ma salvando l’Europa dall’inferno: e la Gran Bretagna, malgrado tanti problemi e qualche relativismo di troppo (e molti errori), è ancora lì e combatte!

Don Luigi Sturzo, Alcide de Gasperi, Enrico Mattei, Altiero Spinelli, Eugenio Colorni, Ernesto Rossi non trattarono con i dittatori: continuarono a combatterli con i mezzi a loro disposizione, utilizzando ogni risorsa, soprattutto quella delle idee. Gli ultimi tre – sull’isola di Ventotene – redassero quel Manifesto per l’Europa Libera e Unita che è un pilastro dell’europeismo sano contemporaneo, quello grazie al quale dovremmo essere già cittadini di uno Stato federale democratico, non di una confederazione antidemocratica soggetta alle intemperie ormonali di una cancelliera tedesca e delle porcate diplomatiche ancora imperanti.

Pio XII – il fine diplomatico Eugenio Pacelli (Francesco, apri gli archivi storici: rendiamo merito a questo grande Pontefice) – non trattò con i dittatori, usò l’arma dell’intelligenza, del sotterfugio e del gioco diplomatico – non il clamore che avrebbe causato conseguenze ancora più devastanti e mortifere – per salvare migliaia di ebrei, nostri fratelli maggiori, mentre il Gran Muftì di Gerusalemme si beava dell’Olocausto in itinere (la storia non vale a niente se non ci fa ricordare il passato per affrontare meglio il presente).

Franklin Delano Roosevelt, Ike Eisenhower, George Marshall, Mark Wayne Clark, Douglas MacArthur, non trattarono con i dittatori europei e con l’impero nipponico colpevole di orrori analoghi in Estremo Oriente: li combatterono fino a eliminarli.

Salvo D’Acquisto e molti oscuri ufficiali delle Forze Armate italiane, tra i quali Carlo Alberto dalla Chiesa e Giovanni de Lorenzo, militari semplici, volontari delle FFAA italiane e delle brigate partigiane – rosse e bianche – non trattarono con i dittatori: imbracciarono le armi per scacciare l’invasore satanico nazista e sconfiggere la follia fascista (e poi continuarono a combattere il comunismo, in corpore et animo).

FILE PHOTO OF FORMER US PRESIDENT REAGAN WITH MIKHAIL GORBACHEV.

Harry Truman non si arrese all’arrembante criminale imperialismo sovietico, lo combattè contenendolo, come un giocatore di scacchi che ha di fronte un avversario coriaceo e sa che può batterlo solo dilatando i tempi e mettendolo angolo.

Ronald Reagan non si accasciò di fronte ai missili SS20 e SS21 puntati sulle città europee e su quelle americane, ma rilanciò sul tavolo da gioco (condotto da attori razionali, mentre oggi ci sono solo attori irrazionali e ignoranti, da una parte e dall’altra) e sconfisse il Comunismo portandolo al suicidio, ma salvando l’interloscutore storico: la lezione della II Guerra Mondiale è e rimarrà sempre valida, mai più vae victis!

Simon Wiesenthal non si è arreso all’orrore dell’Olocausto: ha ricercato i colpevoli sopravvissuti, stanandoli e portandoli davanti alla giustizia degli Uomini: Dio penserà poi alla vera Giustizia per questi burattini del Male.

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Oggi nessuno degli pseudo statisti da operetta che ci governa dimostra di avere la stessa struttura morale, la stessa spina dorsale, la stessa comprensione della realtà contemporanea di queste grandi personalità, prima elencate in modo descrittivo, non certo esaustivo.

Si vergognino tutti. E i cittadini insorgano democraticamente contro questi barbari dell’ignoranza, che aprono le porte ai barbari che ci promettono la sottomissione o la morte.

Nella massa di poveri migranti – molti fuggono dal bisogno e dagli orrori della guerra – si infiltrano i pericoli per la sicurezza dell’Italia e di tutta Europa. E se questi pseudo politici non se ne rendono conto, occorre farglielo capire con tutti i modi leciti di un sistema democratico. Costoro sono destinati a finire nel cestino dei rifiuti della Storia.

Egypt's President Abdel Fattah al-Sisi looks on as he delivers a speech in Cairo

Solo il coraggio e l’amore per la Libertà potrà salvare la nostra e quella di milioni di musulmani, che vogliono archiviare questo orrore incombente su tutti noi, come l’ultimo incidente della loro storia e per intraprenderne un’altra di cooperazione e rispetto tra i popoli.

Ma questa nuova Età dell’Oro non si avvierà grazie alla codardia e all’arrendevolezza.

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