8 marzo, la sfida per la salute delle donne. I dieci punti programmatici dell’Organizzazione Mondiale della Sanità

Dalla lotta ai tumori più diffusi e alle minacce per la riproduzione, alle diseguaglianze di genere e alla violenza, l’Organizzazione Mondiale della Sanità indica le priorità da affrontare. Flavia Bustreo, vice direttore generale Salute della famiglia, delle donne e dei bambini presso l’Oms: “Quando penso alle donne e alla loro salute ritengo che abbiamo fatto molti progressi negli ultimi 20 anni”

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Ginevra – Dalla lotta ai più diffusi tumori femminili, alle minacce per la salute sessuale e riproduttiva, fino alla questioni relative alle diseguaglianze di genere e alla violenza sulle donne. In occasione della Festa della donna e alla vigilia della Commissione Onu sullo Status donne a New York, l’Organizzazione Mondiale della Sanità fa il punto sulle 10 nuove sfide per garantire la salute delle donne di tutto il mondo.

Al primo posto la lotta a due tra i tumori più comuni che colpiscono il genere femminile e possono essere sconfitti con la diagnosi precoce: quello al seno e al collo dell’utero, che continuano a mietere oltre 1 milione di vittime ogni anno, soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito dove lo screening, la prevenzione e il trattamento sono quasi inesistenti.

Altra sfida importante quella relativa alla salute sessuale e riproduttiva, che rappresenta un terzo dei problemi sanitari per le donne di età compresa tra i 15 e i 44 anni. I rapporti sessuali non protetti, infatti, continuano a essere un altissimo fattore di rischio, in particolare tra le donne e le ragazze nei Paesi in via di sviluppo dove si stima che circa 222 milioni di donne non abbiano accesso ai servizi per la contraccezione.

20150307-flavia-bustreo-oms-320x213Sono inoltre ancora troppe le giovani donne che lottano per proteggersi contro la trasmissione sessuale del virus dell’Hiv e per ottenere il trattamento di cui hanno bisogno, lasciandole anche particolarmente vulnerabili alla tubercolosi.

ùSul tema delle malattie sessualmente trasmissibili è fondamentale fare un ulteriore passo in avanti per la prevenzione e la cura di gonorrea, clamidia e sifilide. Una sifilide non trattata è responsabile di più di 200 mila bambini nati morti e di morti fetali precoci ogni anno, oltre che per la morte di oltre 90 mila neonati.

Inoltre, nonostante molte donne stiano traendo beneficio dei progressi dell’assistenza durante la gravidanza e il parto, nel 2013 quasi 300 mila donne sono morte a seguito delle complicanze durante la gestazione e il parto. La salute sessuale e riproduttiva è poi una sfida soprattutto per le adolescenti. Circa 13 milioni di ragazze (di età inferiore ai 20 anni) partoriscono ogni anno. Le complicazioni di tali gravidanze e il parto sono una delle principali cause di morte per le giovani madri e tante soffrono le conseguenze di aborti non sicuri.

Altra questione prioritaria all’attenzione dell’Oms è la violenza sulle donne: oggi, nel mondo, infatti, una donna su tre sotto i 50 anni ha subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Queste hanno il doppio delle probabilità di cadere vittima della depressione o dell’alcolismo. Hanno 4,5 volte più probabilità di tentare il suicidio.

Il rischio di partorire neonati sottopeso è del 16% superiore alla norma e, in alcune regioni del mondo, 1,5 volte in più è il rischio di contrarre una infezione sessualmente trasmissibile incluso l’Hiv rispetto alle donne non abusate. Ancora, le donne sono le più inclini a disturbi di ansia, depressione e malattie psicosomatiche.

La depressione è il problema di salute mentale più comune e il suicidio una delle principali cause di morte per le donne che ne soffrono, sotto i 60 anni. Aiutarle e sensibilizzarle su tutto quello che riguarda i problemi di salute mentale, dando loro la fiducia necessaria per richiedere l’assistenza necessaria, è per l’Oms una delle sfide del 2015. Infine, nel 2012 circa 4,7 milioni di donne sono morte prima di raggiungere i 70 anni a causa di incidenti stradali, di abuso di tabacco, alcol, sostanze stupefacenti e obesità (in quest’ultimo caso, più del 50% delle donne in sovrappeso vivono in Europa e in America).

Quando penso alle donne e alla loro salute ritengo che abbiamo fatto molti progressi negli ultimi 20 anni – ha dichiarato Flavia Bustreo, vice direttore generale Salute della famiglia, delle donne e dei bambini presso l’Oms – Con la divisione che dirigo abbiamo ottenuto dei risultati importanti in molti paesi nel mondo, sia per la salute riproduttiva e sessuale che per l’educazione. Ma la strada da fare è ancora lunga per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere, poiché in molti Paesi il potere e la salute delle donne è ancora una chimera e non solo loro ne pagano le conseguenze”.

(Adnkronos)

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