Cgia di Mestre, con manovre Bce all’Italia arrivati 305 miliardi dal 2011 al 2014. ‘QE’ fondamentale per ripresa

In attesa che oggi scatti la nuova operazione della Bce chiamata Quantitative Easing, l’Ufficio studi della Cgia ha analizzato il flusso di operazioni condotte dalla BCE tra il 2011 e la fine del 2014 per le operazioni di rifinanziamento a lungo termine che hanno consentito al nostro Paese di ricevere 305 miliardi di prestiti. Allarme ‘credito illegale’ causato dalla stretta creditizia del sistema bancario

Mario Draghi ECB Interest Rate Announcement


Mestre – Oggi è il “Quantitative Easing Day” e in attesa di verificare i benefici di una mossa che potrebbe innescare un circolo virtuoso per l’economia europea, l’Ufficio studi della Cgia ha ricordato ieri che tra il 2011 e la fine del 2014 le operazioni di rifinanziamento a lungo termine lanciate da Francoforte hanno consentito al nostro Paese di ricevere 305 miliardi di prestiti, pari al 25 per cento del totale erogato nell’area dell’euro.

Nel dicembre del 2011 la Bce erogò al sistema creditizio italiano 116 miliardi con il Ltro 1 (Long Term Refinancing Operation 1). Qualche mese dopo (febbraio 2012), ha rammentato la Cgia, si sono aggiunti altri 139 miliardi, grazie all’operazione Ltro 2. In tempi più recenti, nel settembre 2014, con il Tltro 1  (Targeted Long Term Refinancing Operation, Operazione di rifinanziamento mirata a lungo termine) e nel dicembre 2014 con Tltro 2 l’Italia ha ricevuto rispettivamente 23 e 27 miliardi di euro. Misure, queste ultime, che a differenza delle prime due avevano un vincolo: i soldi ricevuti dovevano finanziare esclusivamente l’economia reale (famiglie e imprese).

A tutti è noto il comportamento degli istituti di credito verso imprese e famiglie e nonostante alcune banche abbiano dato timidi segnali di riapertura dei cordoni della ‘borsa creditizia’, non c’è stato una sostanziale apertura del credito.

Infatti, anche la valutazione indipendente dell’Ufficio studi della Cgia, è di questo tenore, visto che evidenzia come le operazioni Ltro e Tltro non abbiano ancora spinto una ripresa degli impieghi al nostro sistema economico, anche se nell’ultimo anno si è registrato un rallentamento della stretta creditizia: tra la fine del 2013 e lo stesso periodo del 2014 gli impieghi in Italia sono diminuiti dello 0,9 per cento (passando da 1.401,7 a 1.388,8 miliardi di euro).

Con il Quantitative easing – ha rilevato il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi – la Bce si impegna ad acquistare titoli dei settori pubblici e privati per un ammontare di 60 miliardi di euro al mese. Complessivamente la Banca centrale dovrebbe erogare fino al prossimo mese di settembre del 2016 più di 1.000 miliardi di euro. Di questi 1.000 miliardi, sostengono alcune importanti società finanziare europee, tra i 130 e i 150 miliardi di euro dovrebbero interessare l’Italia, con l’obbiettivo di ridare liquidità al nostro sistema economico che negli ultimi tre anni ha subito una contrazione nell’erogazione del credito del 7,4 per cento che, in valore assoluto, corrisponde a una riduzione dei prestiti pari a 110 miliardi di euro“.

Le preoccupazioni della Cgia riguardano anche un altro aspetto spesso trascurato. “Anche se negli ultimi anni il numero delle denunce effettuate alle Forze di polizia e all’Autorità giudiziaria è rimasto molto contenuto e non presenta variazioni di rilievo esiste – sostiene Bortolussi – il ragionevole sospetto che la forte contrazione dei prestiti registrata nei confronti delle famiglie e soprattutto delle imprese abbia incentivato molti di questi soggetti a ricorrere a forme illegali di approvvigionamento del credito, con il rischio che la piaga dell’usura sia in aumento“.

Per questo – conclude il segretario generale della Cgia – il provvedimento di politica monetaria” avviato dalla Banca Centrale Europea e che sarà avviato oggi, “va salutato positivamente, non solo per ridare liquidità e fiducia al sistema economico, ma soprattutto per scongiurare la presenza di soggetti che con l’economia reale nulla hanno a che fare“.

Insomma, secondo quanto rileva la Cgia di Mestre, lil ‘bazooka’ di Mario Draghi sarebbe rivolto non solo a favore della ripresa della circolazione monetaria e dell’allentamento della stratta creditizia su famiglie e imprese, ma anche contro le consorterie criminali che – avendo una massa di liquidità imponente – hanno tutto l’interesse a ‘erogare’ credito illegale, con la perversa doppia finalità di stringere ancor di più delle banche il cappio creditizio intorno al collo delle persone in difficoltà e a prepararsi a sostituirle nella proprietà di imprese (e forse anche di immobili), per assumerne il controllo nel sistema dei gruppi criminali a più alta vocazione finanziaria.

(Credit: Cgia Mestre) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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