Primavera fiorentina, Palazzo Strozzi si adorna di bronzi ellenistici provenienti da musei di tutto il globo

Virtuosismo e naturalismo, ritrattistica e espressività sono le cifre della sperimentazione artistica che seguì la morte di Alessandro Magno

20150313-palazzo-strozzi-firenze


FIRENZE – “Non è lui. Non è Alessandro. Lisippo sta modellando il giovane dio che ha gli occhi, le labbra, il naso, i capelli di Alessandro, ma che è altro, è di più e di meno allo stesso tempo” affermò Aristotele dipanando quei principi che – dalla morte di Alessandro Magno nel 323 a.C. fino al 31 a.C. con la battaglia di Azio e l’inizio dell’Impero romano – attraversarono l’arte del bacino del Mediterraneo.

Ai linguaggi, alle tecniche e alle innovazioni espressive dell’Ellenismo, Palazzo Strozzi dedica una 20141113-Banner-Totelia(300pxx250px)biancogrande mostra che animerà la prestigiosa location dal 14 marzo al 21 giugno 2015 con circa 50 statue bronzee e altri prestiti eccezionali provenienti dal diverse istituzioni museali quali il British Museum di Londra, il Metropolitan Museum of Art di New York, la Galleria degli Uffizi e il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il Museo Archeologico Nazionale di Atene, il Musée du Louvre di Parigi e i Musei Vaticani.

In collaborazione con il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, la National Gallery of Art di Washington e la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, “Potere e pathos. Bronzi del mondo ellenistico” intende raccontare le sperimentazioni e le novità artistiche del periodo tra il IV e il I secolo a.C. di cui il bronzo fu l’interprete prediletto grazie alla resistenza, alla flessibilità e alla capacità del materiale che seppe riprodurre i particolari di una figura umana che, sempre più lontana dagli stilemi dell’arte classica, diveniva specchio di dinamismo, realtà, interiorità.

Più al servizio dei privati e meno rivolta alla comunità, l’arte ellenistica intendeva dilettare i sensi e l’intelletto attraverso il virtuosismo, l’eleganza e la ricerca spasmodica del particolare del panneggio – ora morbido ora trasparente – ma anche delle rughe del volto e di quelle espressioni esteriori simbolo degli stati d’animo di innumerevoli tipi sociali: il giovane e il vecchio, l’estatico e il dormiente, lo straniero e l’emarginato, l’atleta in movimento o a riposo mentre deterge il corpo, il personaggio storico, il guerriero perfino la divinità che, diversamente dal periodo classico, iniziò a essere raffigurata più simile agli esseri viventi, meno altera e distaccata, ma mutevole nei tratti fisici e emotivi anche grazie all’uso diversificato di leghe e intarsi per occhi, labbra, capezzoli, denti.

Il naturalismo ellenistico divenne ben presto un canone diffuso anche in Occidente da quegli stessi artisti greci a servizio di mecenati etruschi o di potenti della Roma repubblicana che amarono abbellire ville e giardini di opere dai tratti realistici e di ritratti fisiognomici, fedeli al vero che, a partire da Alessandro Magno e dal suo artista di fiducia Lisippo, divennero il genere distintivo dell’Ellenismo, di quel momento storico caratterizzato da lotte per il potere tra i generali di Alessandro sempre più sovrani assoluti, dalla diffusione dei culti orientali, delle scienze e, soprattutto, di quella raffinata grecità “che conquistò il selvaggio vincitore e le arti portò nel Lazio agreste.” (Orazio)

In quelle torsioni enfatiche dei corpi liberi nello spazio, nelle fronti aggrottate, negli sguardi di dolore, nella calma stoica, nelle vesti leggiadre, nella pelle morbida o invecchiata, nei volti grotteschi o nelle figure fantasiose emerge tutta la volontà dell’arte ellenistica di rispettare sì i canoni di bellezza ma di guardare oltre, calandosi nel reale, nel quotidiano, nell’esperienza vissuta, di divenire voce della complessità dell’animo umano tra dissidio e emozione – il pathos appunto – e della sua autenticità a cui le stesse divinità, tradizionalmente irrigidite in pose pigre all’ombra dell’Olimpo, dovettero piegarsi, rinunciando a un pizzico della loro perfezione per divenire forse più vere.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Se hai gradito questo articolo, clicca per favore “Mi piace” sulla pagina Facebook di The Horsemoon Post (raggiungibile qui), dove potrai commentare e suggerirci ulteriori approfondimenti. Puoi seguirci anche su Twitter (qui) Grazie in anticipo!


Palazzo Strozzi – piazza Strozzi – Firenze: “Potere e pathos. Bronzi del mondo ellenistico“, dal 14 marzo – 21 giugno 2015

[google_maps id=”44921″]

Orari: Tutti i giorni 10-20 | Tutti i giovedì fino alle 23.00 (l‘ufficio biglietteria chiude un’ora prima del museo)

Ticket:  Intero 11 € – Ridotto 9.50 € | Family (2 adulti + 2 bambini under 18) 5.25 € – 2×1 Ridotto (speciale FS) 5.50 €

Info: Palazzo Strozzi,  +39 055 2645155 – info@palazzostrozzi.orgpalazzostrozzi.org