Maria Anna Madia: addio al Corpo Forestale, le forze di polizia passano da 5 a 4 (forse)

Disattesa la richiesta della Ragioneria Generale dello Stato e della Commissione Bilancio del Senato, favorevoli all’estensione della riforma alle polizie provinciali (che invece resteranno attive, malgrado l’abolizione delle province). Critiche dal segretario nazionale dell’Ugl Corpo Forestale dello Stato: “si pensa di eliminare il problema eliminando 7.000 unità del CFS? E le cinque regioni a Statuto Speciale?”

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Roma – I corpi di polizia passeranno da cinque a quattro, ma dalle operazioni del Governo degli accorpamenti e degli assorbimenti resta esclusa la polizia provinciale: almeno per ora. La richiesta della Ragioneria Generale dello Stato e della Commissione Bilancio è stata dunque ‘inevasa’.

Questo il dato emerso dalla seduta della Commissione Affari Costituzionali del Senato, che ha approvato un emendamento del relatore Pagliari all’articolo 7 della delega sulla Pubblica Amministrazione.

Come poi ha spiegato la ministra della Pubblica Amministrazione, Maria Anna Madia, il Corpo Forestale dello Stato sarà assorbito dalle altre quattro forze di polizia: Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Polizia Penitenziaria.

Il CFS ha circa 8.000 unità e inorno a 1.000 stazioni, dislocate in zone rurali e montane, con Comandi Provinciali e Regionali in 15 Regioni, per un totale di oltre 1.200 strutture. Ci sono poi altri cinque Corpi Forestali dello Stato delle rispettive Regioni a Statuto Speciale, che sulla gestione del territorio in ogni ambito hanno competenza esclusiva. La riforma manterrà in vita questi cinque CFS/Regionali in Sicilia, Sardegna, Friuli Venezia-Giulia, Trentino-Alto Adige e Val d’Aosta.

Ancora non si capisce se il personale sarà trasferito a una delle tre forze di polizia ipotizzabili: tenderemmo a escludere la Polizia Penitenziaria, che ha un core business sociale specifico.

Le critiche tuttavia non hanno avuto bisogno di molto tempo per diffondersi. La prima osservazione è arrivata da Danilo Scipio,  segretario nazionale dell’Ugl Corpo Forestale dello Stato, il quale ha osservato a caldo: “oggi in Italia operano circa 305mila addetti alla pubblica sicurezza: e tra i 105mila dei Carabinieri, i 95mila della Polizia di Stato e i 38mila della Penitenziaria in effettivo servizio, è molto singolare che il governo pensi di risolvere il problema eliminando le 7mila unità del Corpo forestale“.

Nonostante le rassicurazioni e gli emendamenti di ogni partito politico volti a salvaguardare la piena autonomia operativa del Corpo – ha aggiunto Scipionessun parlamentare evidentemente è stato in grado di resistere ai diktat governativi e a far scongiurare la sciagurata ipotesi dell’accorpamento nella Polizia di Stato“.

Poi l’attacco al piano del Governo, teso alla valorizzazione degli aspetti ‘pubblicitari’, più che alla sostanza. “Abbiamo aspettato pazientemente di far comprendere alla politica il grave errore che si stava compiendo, un errore – aggiunge Scipio – nei confronti dell’Italia, del nostro patrimonio naturalistico e agroalimentare, ma è evidente che l’esigenza dello spot ha prevalso sulla logica e il buonsenso“. “Anche oggi, infatti, il presidente del Consiglio ha dichiarato nuovamente di voler ridurre le forze di polizia, il problema è che lo si sta facendo nel peggiore dei modi“.

Perché il peggiore dei modi? Scipio lo spiega subito, ricordando proprio i cinque corpi forestali che rimarranno in vita. “La situazione paradossale che si verrà a creare – conclude il segretario dell’UGL CFS – è che se dovesse sparire il Corpo forestale dello Stato rimarrebbero comunque 5 Corpi forestali delle regioni a statuto speciale. Questo – marca Scipio – per dare il senso della razionalità del disegno che si sta perseguendo“.

Insomma, una riforma irrazionale e non completa. Si avranno probabilmente polizie provinciali senza province e cinque corpi regionali del Corpo Forestale dello Stato nelle cinque Regioni a Statuto Speciale. Ma dove le studiano le riforme questi ministri e questi legislatori?

(Credit: AGI) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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