Afghanistan, donna di 27 anni linciata per aver bruciato pagine del Corano. Il corpo bruciato e buttato in un fiume

Secondo i genitori, la vittima (27 anni) soffriva di problemi mentali da quando aveva 9 anni e il suo gesto non sarebbe stato intenzionale. Un video su internet (che non mostriamo) mostra centinaia di uomini pestarla con bastoni e mattoni e prenderla a calci. Quattro fermati

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Kabul – Centinaia di uomini a Kabul hanno picchiato a morte una donna di 27 anni accusata di aver dato fuoco ad alcune pagine del Corano. L’aggressione è avvenuta giovedì sera vicino alla moschea Shah-Du-Shamshaira. All’agenzia di stampa afghana ‘Tolo’ i genitori della vittima, identificata solo come Farkhunda, hanno riferito che la figlia soffriva da 16 anni di problemi mentali e che per questo non ha bruciato in maniera intenzionale il libro sacro dell’islam.

La polizia non ha ancora commentato le circostanze che avrebbero portato all’attacco, ma gli inquirenti hanno assicurato che avrebbero portato di fronte alla giustizia gli assassini della donna. Secondo fonti locali si tratterebbe del primo incidente del genere mai avvenuto in Afghanistan.

Un video, diventato virale in rete (ma che noi non vi mostriamo), mostra la barbara aggressione subita da Farkhunda. Una folla inferocita la picchia con bastoni, alcuni individui le calpestano le gambe, un tizio la colpisce con un mattone.

Altri indemoniati individui infieriscono con calci e pugni anche sul corpo ormai privo di vita. A quel punto, non sazi della barbara esecuzione irrazionale, la portano su un argine del fiume Kabul e danno fuoco ai miseri resti, gettandolo nella parte secca del corso d’acqua.

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Le immagini mostrano anche tanti non fare nulla per fermare gli aggressori, ma riprendere la scena con telefoni cellulari per immortalare un rito satanico di assassinio cieco di una persona.

Una volta esaurito il linciaggio, i poliziotti giunti sul posto hanno disperso la folla, ormai costituita da “migliaia di persone”. Attivisti afghani per i diritti umani hanno tuttavia sollevato alcune critiche su quanto i poliziotti non abbiano fatto per fermare gli aggressori.

Sediq Sediqqi, portavoce del ministero degli Interni, ha confermato l’aggressione, dichiarando che è in corso un’indagine su questo evento definito “molto sfortunato”. Sul proprio account Twitter il funzionario ha però confermato l’arresto di quattro sospettati del barbaro assassinio.

(AsiaNews)

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