Schianto Germanwings. FAZ: “Lubitz soffriva di depressione”. Lufthansa trema per gli indennizzi

Il copilota responsabile della tragedia aveva interrotto l’addestramento, stante a quanto riferito da una conoscente. La compagnia tedesca dovrà fronteggiare la battaglia legale sugli indennizzi per i morti dell’incidente, aggravati dal fatto che è stato causato da un dipendente

Il CEO della Lufthansa, Carsten Spohr, nel corso della conferenza stampa tenuta oggi a Colonia, in merito agli sviluppi della tragedia del Volo 4U9525 della compagnia Germanwings  (Foto AP/Frank Augstein)
Il CEO della Lufthansa, Carsten Spohr, nel corso della conferenza stampa tenuta oggi a Colonia, in merito agli sviluppi della tragedia del Volo 4U9525 della compagnia Germanwings (Foto AP/Frank Augstein)

Marsiglia – Andreas Lubitz, il copilota dell’Airbus A-320 della Germanwings caduto nel Sud della Francia, avrebbe sospeso l’addestramento a causa di una depressione. Una notizia che apre uno scenario ancora più duro da digerire per la tragedia costata la vita a 149 innocenti e di cui – stante alle informazioni oggi rilasciate dal procuratore capo di Marsiglia, Brice Robin, titolare dell’inchiesta – il copilota è ritenuto unico responsabile.

La notizia sulla malattia del ventottenne pilota tedesco è stata rilanciata dal quotidiano tedesco ‘Frankfurter Allgemeine Zeitung‘, che ha intervistato una conoscente. “Era un bravo ragazzo e aveva un buon retroterra familiare“, ha detto la donna, rivelando però che la figlia le avrebbe raccontato di una sofferenza, alla base della sospensione del periodo di formazione alla scuola della Lufthansa. “A quanto pare ha avuto un esaurimento, una forma di depressione“, ha dichiarato al giornalista della FAZ che l’ha intervistata.

Andreas Lubitz
Andreas Lubitz

Una notizia scioccante, ma che coincide con quanto dichiarato – en passant – dal CEO della compagnia tedesca, Carsten Spohr, oggi nel corso di una conferenza stampa a Colonia. Secondo Spohr, Andreas Lubitz aveva iniziato il programma di addestramento per diventare pilota nel 2008, ma lo aveva interrotto nel 2009, salvo riprenderlo successivamente dopo aver superato tutti i test medici e di volo. “Era assolutamente adatto alla navigazione aerea, senza riserve“, ha affermato Spohr.

Tuttavia, Spohr – forse imbarazzato, forse reticente – nel corso della press conference (tenuta intorno alle 14.30 di oggi) non ha voluto rivelare i motivi della sospensione della formazione del giovane pilota. Poco più di due ore dopo, il lancio della ‘FAZ‘ che ha gettato un’ombra sinistra sulla gestione della selezione del personale della compagnia aerea tedesca, che si vanta di avere i migliori piloti al mondo (balle! I migliori piloti sono italiani, soprattutto se provengono dall’Aeronautica Militare).

La Lufthansa, che è proprietaria di Germanwings, ha reso noto questa mattina che Lubtiz fosse stato assunto dalla compagnia “nel settembre 2013” e aveva alle spalle 630 ore di volo, mentre il comandante del volo aveva oltre 10 anni di esperienza e oltre 6.000 ore di volo sugli aerei Airbus di quella serie e di altre più grandi.

La compagnia tedesca – che non naviga in acque quiete sotto il profilo economico e finanziario – potrebbe avere davanti a sé giornate molto difficili. Se sotto il profilo etico ed emotivo gli ultimi due giorni (e i prossimi) sono stati (e saranno) pesantissimi, all’orizzonte si scorgono i fantasmi di una battaglia legale per gli indennizzi per i 149 morti, anche alla luce della causa dell’incidente, l’azione deliberata di un dipendente della Lufthansa.

In caso di morte per incidente aereo, la Convenzione Internazionale di Montreal fissa un indennizzo di 176mila dollari a passeggero, che diventerebbero perciò 26 milioni di euro per le 149 vittime della decisione inspiegabile di Lubitz.

Tuttavia, i familiari delle vittime, sulla base delle norme internazionali, possono chiedere alla compagnia aerea e al costruttore del velivolo ulteriori indennizzi con un calcolo molto complesso, perché entrano in gioco normative nazionali della compagnia, del costruttore del velivolo (consorzio Airbus, che ha sede in Francia) e soprattutto dei singoli passeggeri.

Si tratterà dunque di capire quante saranno le nazionalità delle persone uccise dallo schianto. I familiari delle tre vittime americane potrebbero ottenere indennizzi fino a 10 milioni ciascuno. Nel caso Germanwings, la questione dei risarcimenti è in parte più semplici, perché non sarà coinvolto il costruttore Airbus, visto che l’incidente non è stato causato, in tutto o in parte da difetto tecnico.

Sebbene sia coperta da assicurazioni, la Lufthansa potrebbe incorrere nelle giustizie penali dei tribunali nazionali delle vittime, proprio a causa della sottovalutazione dei disturbi di depressione di cui era stato affetto Andreas Lubitz.

Nella valutazione generale degli utenti dei social media, oggi pomeriggio, circolava come un mantra un unico interrogativo: “come si fa a dare in mano la vita di centinaia di persone a chi ha sofferto di depressione?”.

Appunto: come è stato possibile abilitare Andreas Lubitz alla conduzione aerea? Lufthansa ha indagato a sufficienza sui motivi che avevano determinato la sospensione del programma di formazione? E nel caso di risposta affermativa, il principio di precauzione non avrebbe dovuto imporre quanto meno l’adozione di misure di sicurezza – valide per tutti gli equipaggi – tali da impedire a un pilota di rimanere solo dentro il cockpit di pilotaggio?

Domande cui probabilmente nei prossimi giorni arriveranno risposte, anche se questa immane tragedia europea è, paradossalmente, solo all’inizio.

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