Tragedia Germanwings e salute psichica dei piloti. “Molti piloti italiani scelgono la Svizzera per visite mediche lampo”

La denuncia di Fabrizio Palombo, medico abilitato al rinnovo dei brevetti di volo. Le nuove norme europee hanno tolto l’esclusiva delle prerogative dei controlli sanitari ai centri pubblici, come l’Aeronautica Militare, consentendo ai privati le funzioni di verifica dei requisiti. Alcune volte le maglie possono essere ampie. Il caso di un pilota americano, che nel 2013 ha avuto una crisi di nervi in volo. Bloccato per miracolo (e per la presenza a bordo dello ‘sky marshal’…)

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Roma – “Sta crescendo il fenomeno di piloti civili italiani, ma molti arrivano anche da altri Paesi dell’Ue, che scelgono al Svizzera per le visite e i controlli medici previsti per il primo brevetto di volo o per il rinnovo. In centri autorizzati dall’Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa) che in un’ora rilasciano l’idoneità. Mentre nei centri dell’Aeronautica Militare i controlli sono molto più severi e lunghi“.

Lo ha dichiarato all’Adnkronos Fabrizio Palombo, medico autorizzato al rinnovo dei brevetti di volo con oltre 20 anni di esperienza nel settore. Secondo Palombo, quanto accaduto in Francia con la tragedia dell’Airbus della Germanwing è un fatto gravissimo che lascia senza parole e fa riflettere soprattutto il gesto folle del copilota“.

Per le visite mediche ai piloti civili – spiega Palombo – ultimamente c’è stato un adeguamento alla normativa dell’Easa, e questo ha portato ad una deregulation per gli esami e le visite mediche, che vengono fatti più di rado. Ad esempio, per un rinnovo del brevetto di volo non sono previsti i colloqui psico-attitudinali, ma lo sono solo per chi è al primo step della carriera“. “Oggi – aggiunge il professionista – con queste prove è difficile individuare casi di ‘burnout’ o abuso di farmaci antidepressivi, e in quest’ultimo caso andrebbero invece fatte delle analisi delle urine“.

La nuova normativa Ue – prosegue – ha abbassato il livello dei controlli psicoattitudinali. Allo scorso congresso di medicina aerospaziale svoltosi a settembre a Bucarest, ha fatto molto discutere un caso del 2013. Un pilota americano ha avuto una crisi nervosa durante il volo ed è stato immobilizzato. Ma nessuno l’aveva identificato come a rischio alle visite mediche“. L’immobilizzazione è stata resa possibile anche per la presenza sui voli americani dello ‘sky marshal’, lo sceriffo aereo, adottato all’indomani dell’attacco jihadista dell’11 Settembre 2001.

Ma quanti piloti in Italia ogni anno vengono fermati dai medici perché non in grado di pilotare?

È difficile dirlo – risponde Palombo – sono casi estremamente rari. Oggi in Italia non è più solo l’Aeronautica Militare ad occuparsi delle visite mediche. Ci sono centri privati che fanno questo tipo di attività, autorizzati o che stanno ottenendo il via libera dall’Enac. Oppure si va in Svizzera, appunto, dove la procedura è più semplice rispetto ai controlli molto severi che fa l’Aeronautica Militare. E – conclude – non ci vanno solo gli italiani, ma arrivano piloti un po’ da tutta Europa“.

(Adnkronos)

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