Decreto Anti-terrorismo, Alfano sbotta: “mi fanno ridere i difensori della privacy”

Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha risposto a ‘La telefonata’ di Maurizio Belpietro su Canale 5, mettendo in discussione la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche sui giornali, ma sorvolando sull verie perplessità sollevate in materia di riservatezza dei dati personali. Norme raffazzonate come altre adottate o proposte dal Governo Renzi

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Roma – “Noi abbiamo considerato la privacy un diritto fondamentale, così come previsto dalla Costituzione, ma mi fa ridere chi ha sempre detto di difenderla, ma poi era favorevole alla pubblicazione delle intercettazioni per i processi e ora che c’è da combattere il terrorismo si sveglia improvvisamente come difensore della privacy“.

Lo ha detto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, a ‘La telefonata’ di Maurizio Belpietro su Canale 5, riferendosi al provvedimento antiterrorismo e alle polemiche dei giorni scorsi. “Occorre intercettare – ha osservato Alfano – per scoprire se il reato è esistente“. Per il ministro dell’Interno è però necessario “sanzionare severamente chi pubblica intercettazioni non rilevanti per l’inchiesta e che magari riguardano la vita privata di persone nemmeno indagate“. “La vera separazione delle carriere – ha concluso Alfano – è tra alcuni pm e i giornalisti“.

Bisogna accelerare il Ddl sulle intercettazioni – ha aggiunto il ministro dell’Interno – e in quel contesto saranno disciplinate anche le intercettazioni telematiche“. “Resta però davvero curioso – ha sottolineato – il comportamento di alcuni assolutamente interessati, quando si tratta di telefonate, a frugare nelle vite altrui, anche quando si parla di gossip, e che diventano tutori della privacy quando invece si tratta di fermare i terroristi sul Web“.

La questione non è esattamente in questi termini, ma Alfano fa finta di non capirlo. La questione centrale è che il processo di intercettazione telematica sia avviata senza che un organo giudiziario intervenga per autorizzare il monitoraggio, che i mezzi di intercettazione possano riguardare contenuti non legati alla sicurezza come lo sfruttamento della proprietà intellettuale, aspetti personali, considerati dati sensibili dalla legislazione vigente in materia di riservatezza dei dati personali (condizioni di salute o preferenze sessuali), o relazioni professionali, come il rapporto tra avvocati e clienti.

Da questo punto di vista, la normativa che il Governo intendeva far approvare dal Parlamento appare raffazzonata in linea con il mood dell’attuale esecutivo e della qualità dei parlamentari attualmente in carica.

ULTIMO AGGIORNAMENTO 27/03/2015, ORE 14:49:40 | (Credit: AGI) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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