Trasporto aereo, dopo strage Germanwings compagnie aeree corrono ai ripari: sempre due piloti in cabina. Ma serve altro

La prima compagnia europea a cambiare le norme di comportamento all’interno degli aerei è stata ieri la  Norwegian Air, pochi minuti dopo la conferenza stampa del procuratore di MarsigliaBrice Robin. Anche Alitalia e Easyjet hanno deciso di adottare le stesse regole in vigore negli Usa. Probabile che nelle prossime ore altre aziende di volo adottino la misura per scongiurare che la strage di Vernet possa ripetersi. Serve però la presenza a bordo degli ‘sceriffi dell’aria’

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Roma – Dopo la tragedia dell’aereo Germanwings, fatto precipitare sulle Alpi Francesi da Andreas Lubitz, secondo pilota dell’equipaggio della compagnia low cost della Lufthansa (quindi ‘low cost’ solo per modo di dire),responsabile di non aver monitorato nella maniera più corretta la vita e i malesseri personali dell’assassino di 149 innocenti, si è innescato un effetto domino sulle compagnie compagnie aeree nel tentativo di rendere più difficile il ripetersi di un fatto analogo.

Anzitutto attraverso l’adozione delle regole in vigore negli Stati Uniti, che impongono la presenza nella cabina di pilotaggio sempre di due persone: nel caso uno dei due piloti debba allontanarsi (anche solo per motivi fisiologici), un altro membro dell’equipaggio deve sostituirlo fino al ritorno.

La prima compagnia ad aver deciso l’adozione di queste regole è stata ieri Norwegian Air, che pochi minuti dopo la conferenza stampa del procuratore di Marsiglia, Brice Robin, ha comunicato l’immediata adozione della norma di comportamento in volo.

Oggi diverse compagnie hanno annunciato l’adozione di tali regole, anzitutto l’Alitalia, che ha imposto l’obbligo di due piloti fissi in cabina, così come EasyJet. È probabile che nelle prossime ore anche altre compagnie adottino la stessa misura.

Tuttavia, nonostante siano passati 14 anni dall’11 Settembre – la data che costituisce un tornante storico per il trasporto aereo – ancora in Europa non è adottata in modo diffuso un’altra misura di sicurezza attiva per evitare che un pazzo, un malintenzionato o un terrorista suicida si impossessi del velivolo per utilizzarlo come missile per abbatterlo su città o impianti industriali o, più semplicemente, per uccidere se stesso e il carico di vite trasportato.

Ci riferiamo alla figura dello sceriffo dell’aria – Sky Marshal – ossia un agente esperto nella gestione della sicurezza, del combattimento ravvicinato con e senza armi in una condizione particolare come un aereo in volo, che è presente su tutti i voli statunitensi, della El Al israeliana e – secondo quanto affermato recentemente da Carlo Biffani, esperto in sicurezza e titolare della Security Consulting Group – dalla British Airways.

Anzi, a nostro avviso, di Sky Marshal in ogni aereo dovrebbero essercene due, non noti all’equipaggio, che andrebbe tenuto informato di una procedura di riconoscimento in caso di emergenza. Imparare dalla strage di Vernet e impedire che possa ripetersi è un dovere per tutti.

(Credit: Adnkronos) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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