Pirelli, il cinese non vuol sapere quant’è bello il calendario con le …pere… (foto)

Con l’acquisizione della Bicocca da parte di ChemChina, piomberà il puritanesimo alla Cantonese, ma i cinesi stanno prendendo una cantonata. A Pechino la parola d’ordine è ‘sobrietà’, i nuovi proprietari potrebbero mettere la parola “The End” al celeberrimo calendario della Pirelli, simbolo della sensualità gioiosa, giocosa e raffinata

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Milano – Il Calendario Pirelli dal 1964 è un simbolo di sensualità, prima gioiosa poi sempre più ricercata, ma sul suo futuro si addensano… ‘ombre cinesi’, perché i nuovi padroni della ferriera – ossia della Bicocca – i manager di Stato (cinese) di ChemChina sembrano non proprio inclini a confermare questo tipo di ‘prodotto’ che si pone in antitesi con la sobrietà promossa dai vertici di Pechino.

Quella stessa sobrietà che ha portato gli organizzatori del salone dell’auto di Shangai, che aprirà il 22 aprile prossimo, ad annunciare lo stop a modelle discinte davanti ai modelli in esposizione, rompendo quel binomio ‘donne e motori’ che rende gioiose le une (come persone, s’intende) e le altre (come oggetti di culto, si capisce).

O la stessa sobrietà che ha spinto la tv pubblica a censurare – per colpa di un décolleté – una popolarissima fiction ‘L’imperatrice della Cina’.

Non ci sono conferme ufficiali di eventuali censure o soppressioni, ma è significativo tenuto a proposito del ‘calendario’ dal numero uno della società, Ren Jianxin, che si è limitato a ricordare come il calendario “è a tiratura limitata“. Come dire, contrario ai valori democratici della casa madre (seee…), ‘se anche non ci piace la perdita sarà per pochi’.

Un ragionamento miope, perché quello della Pirelli non è stato ‘un calendario’, ma ‘Il Calendario’ che ha acquisito negli anni un valore non solo per la tiratura limitata (20mila copie), ma anche perché è stato un ‘prodotto’ di culto perché non in vendita: lo si è potuto ricevere solo in dono.

In realtà l’edizione 2015 (firmata da Steven Meisel) ha recuperato un po’ di allegra sensualità ‘vecchio stile’, ma è stata una inversione della tendenza registrata negli ultimi 15 anni, durante i quali la carica erotica del Calendario si è spesso attenuata (come nell’edizione 2007 con le foto, elegantissime e caste, dell’allora settantaduenne Sophia Loren).

Non è un caso, con il senno del poi, se una delle annate più caste – senza nudi o pose troppo esplicite – è stata quella del 2008, la prima e unica (o ultima?) con foto scattate in Cina, per l’esattezza a Shangai, dal francese Patrick Demarchelier (galleria in basso).

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I cultori, comunque, confidano nel buon senso dei nuovi padroni della Bicocca. Per il futuro, “l’importante è che i cinesi non cambino nulla“, ha dichiarato dice all’Adnkronos il maggior collezionista italiano di calendari Pirelli, Vittorio Gerri.

Sono certo che avranno l’intelligenza di capire l’importanza del calendario come strumento di marketing e che non cambieranno nulla. Uno stravolgimento mi pare impossibile, forse l’unico segno potrebbe essere l’ingaggio per la prossima edizione di un fotografo cinese, che del resto manca negli annali del calendario“, ha commentato Gerri, che può vantare una collezione davvero unica, visto che i i calendari Pirelli li ha proprio tutti, tanto da prestarli alle case editrici che ne hanno bisogno per realizzare delle raccolte.

Gerri confessa di essere partito avvantaggiato nel raccoglierli: “Mio nonno era un socio di Leopoldo Pirelli, li ho visti in casa fin da quando sono nato, anzi prima è nato il calendario, nel 1964, poi io, nel 1967“.

Al cinese fai sapere quanto è desiderato il calendario con le …pere…

(Credit: Adnkronos) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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