Pasqua, la veglia del Papa a San Pietro: “no alla paura, imparare dalle discepole di Gesù” (video integrale messa)

“Le donne  furono le prime a vedere questo grande segno: la tomba vuota. E furono le prime ad entrarvi”. Nel corso della messa pasquale il Pontefice ha battezzato 10 persone: la più giovane una ragazza cambogiana di 13 anni, la più anziana una keniota di 67 anni

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Città del Vaticano –  “Ci fa bene, in questa notte di veglia, fermarci a riflettere sull’esperienza delle discepole di Gesù, che interpella anche noi”. Con queste parole, e cioè con l’espressione “discepole”, insolita anche se perfettamente adeguata a definire le donne che furono testimoni dirette della Risurrezione, loro e non gli apostoli, dai quali è poi scaturita la Gerarchia ecclesiastica, Papa Francesco si è rivolto a cardinali e vescovi della Curia Romana, tutti ovviamente di sesso maschile, ed al Corpo diplomatico, che comprende invece anche alcune ambasciatrici, nell’omelia della Veglia Pasquale, la liturgia più importante dell’anno.

“Le donne – ha ricordato – furono le prime a vedere questo grande segno: la tomba vuota; e furono le prime ad entrarvi”.

“Notte di veglia – ha ricordato Francesco – fu questa per i discepoli e le discepole di Gesù. Notte di dolore e di paura. Gli uomini rimasero chiusi nel cenacolo. Le donne, invece, all’alba del giorno dopo il sabato, andarono al sepolcro per ungere il corpo di Gesù. Il loro cuore era pieno di commozione e si domandavano: ‘Come faremo ad entrare?, chi ci rotolerà la pietra del sepolcro?…’. Ma ecco il primo segno dell’Evento: la grande pietra era già stata ribaltata e la tomba era aperta!”.

“Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito di una veste bianca”, ha ricostruito Bergoglio seguendo il Vangelo di Marco.

“Impariamo da loro a vegliare con Dio e con Maria, nostra Madre, per entrare nel Mistero che ci fa passare dalla morte alla vita”, ha esortato il Papa rivolto ai presenti.

“Tutto questo – ha spiegato – ci insegnano le donne discepole di Gesù. Esse vegliarono, quella notte, insieme con la Madre. E lei, la Vergine Madre, le aiutò a non perdere la fede e la speranza. Così non rimasero prigioniere della paura e del dolore, ma alle prime luci dell’alba uscirono, portando in mano i loro unguenti e con il cuore unto d’amore. Uscirono e trovarono il sepolcro aperto. Ed entrarono. Vegliarono, uscirono ed entrarono nel Mistero”.

IL VANGELO CI SPINGE OLTRE COMODE SICUREZZE E PIEDISTALLI – “Per entrare nel mistero ci vuole umiltà: l’umiltà di abbassarsi, di scendere dal piedestallo del nostro io tanto orgoglioso, della nostra presunzione; l’umiltà di ridimensionarsi, riconoscendo quello che effettivamente siamo: delle creature, con pregi e difetti, dei peccatori bisognosi di perdono. Per entrare nel mistero ci vuole questo abbassamento che è impotenza, svuotamento delle proprie idolatrie”, ha aggiunto Papa Francesco.

“Entrare nel mistero – ha spiegato – significa andare oltre le proprie comode sicurezze, oltre la pigrizia e l’indifferenza che ci frenano”. Secondo Francesco, “non si può vivere la Pasqua senza entrare nel mistero. Non è un fatto intellettuale, non è solo conoscere, leggere… è di più, è molto di più! è mettersi alla ricerca della verità, della bellezza e dell’amore, cercare un senso non scontato, una risposta non banale alle domande che mettono in crisi la nostra fede, la nostra fedeltà e la nostra ragione”.

“Per questo in effetti – ha osservato il Pontefice rivolto a cardinali e vescovi della Curia Romana, al Corpo Diplomatico e a circa 5 mila semplici fedeli presenti nella Basilica San Pietro – siamo qui: per entrare, entrare nel Sepolcro vuoto, entrare nel Mistero che Dio ha compiuto con la sua veglia d’amore”.

BATTEZZATA PER PRIMA UNA TREDICENNE CAMBOGIANA – “Maria, vuoi essere battezzata nella fede della Chiesa che abbiamo confessato?”. Con questa domanda Papa Francesco ha aperto il rito del battesimo nella Veglia di Pasqua. A rispondere di “sì” chinando il capo perché gli fosse versata l’acqua che lava ogni peccato e colpa, è stata una cambogiana di 13 anni è la più giovane ed anche la prima dei dieci catecumeni che hanno ricevuto questa sera il battessimo dalle mani di Bergoglio. La più anziana, invece, è stata una keniota nata nel 1948. Ci sono poi quattro italiani, tre albanesi e un portoghese.

Nel dettaglio si tratta della giovane Champa Buceti, che ha assunto il nome di Maria, nata in Cambogia nel 2002; di Francesco Comegna, nato in Italia nel 1987; Entela Hyseni, che ha assunto il nome di Teresa, nata in Albania nel 1980; Rache Khayesi, che ha assunto il nome di Maria, nata in Kenya nel 1948; Helena Lobato, nata in Portogallo nel 1970; Vjollca Muhaj, nata in Albania nel 1959; Giulia Riccardi, nata in Italia nel 1994; Gabriele Russo che ha assunto però il nome di Pietro Paolo, nato in Italia nel 1977; di Mahmoud Samhoud, nato in Italia nel 1985 ma di origini egiziane, che ha assunto invece solo il nome di Paolo; e di Ervin Shehu, che ha assunto anche lui il nome di Paolo, nato in Albania nel 1983.

Francesco ha consegnato a ciascuno dei nuovi cristiani una veste bianca, secondo la tradizione. L’anno scorso nella Veglia di Pasqua aveva impartito ugualmente 10 battesimi, nel 2013 erano stati invece 4.

(Credit: AGI)

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