La Grecia presenta il conto alla Germania per i danni dell’occupazione nazista: 279 miliardi di Euro

I tedeschi hanno respinto precedenti richieste pagamento dei danni di guerra, adducendo una spiegazione infondata: la questione non è stata chiusa con il trattato per la riunificazione tedesca del 1990. Il problema dei risarcimenti avrebbe dovuto essere affrontato quando la riunificazione fosse stata raggiunta, secondo l’Accordo di Londra del 1953. Ma non è mai stato fatto. La richiesta odierna ammonterebbe al 10% del Pil tedesco attuale: se la Germania lo pagasse, cadrebbe in una spirale di depressione come quella pre-nazista. La vera finalità della richiesta di Tsipras è far comprendere la follia dell’austerità ad Angela Merkel, che ha già prodotto danni incalcolabili anche in Germania?

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Atene – Il Primo Ministro greco Alexis Tsipras ha quantificato i danni causati dall’occupazione nazista tedesca alla Grecia: 278,7 miliardi di euro. Questo è l’ammontare stabilito dal Comitato ad hoc del Parlamento greco, creato su impulso di Tsipras.

Le autorità tedesche hanno respinto precedenti richieste di riparazioni, sostenendo che la questione aperta con la Grecia fosse già stata chiusa con il trattato per la riunificazione tedesca del 1990. Ma queste affermazioni tedesche sono assolutamente prive di fondamento, per due motivi: (A) perché l’Accordo di Londra del 1953 espressamente prevedeva che la questione sarebbe stata affrontata una volta riunificata la Germania (un obiettivo che a quel tempo sembrava molto distante dal verificarsi); (B) perché all’atto della riunificazione tedesca del 1990 l’allora cancelliere Helmut Kohl riufiutò la richiesta di risarcimento dei danni, argomentando che l’ammontare avrebbe comportato la bancarotta della Germania. Di fatto, questo argomento faceva tornare alla ‘casella di partenza’ il gioco dell’oca che aveva portato al revanscismo tedesco dopo la Prima Guerra Mondiale, quando le pesantissime clausole del Trattato di Versailles del 1919 avevano imposto pesi tali alla Germania da causarne il declino economico, base di partenza del successo del nazismo e premessa per l’assunzione del potere da parte di Adolf Hitler.

Ne abbiamo scritto con dovizia di particolari l’11 Marzo scorso, nell’articolo “Tsipras ad Angela Merkel: la Germania paghi i debiti di guerra. Il tema è l’europeizzazione democratica dell’Europa“.

Stime precedenti indicavano i danni subiti in 160 miliardi di euro. La nuova cifra è superiore all’intero debito pubblico greco e ammonta a circa il 10% del Pil tedesco.

Il governo di Antonis Samaras aveva effettuato una stima dei danni di guerra tedeschi in 162 miliardi di euro, mentre la nuova cifra è superiore all’intero debito pubblico greco e ammonterebbe a circa il 10% del Pil tedesco.

Se la Germania accettasse di pagare questo ammontare – e non lo farà mai, perché in Germania hanno perso il senso dell’onore di fronte all’orrore: per fortuna non tutti, ma di certo l’attuale compagine governativa guidata dalla CDU di Angela Merkel – il Berlino cadrebbe in una spirale recessiva pericolosissima.

Per questo la richiesta di Tsipras è politicamente importante: intende sottolineare come sia immorale da parte della Germania non procedere all’abbattimento dei debiti greci, così come la Grecia dovrebbe fare con la Germania.

In questo gioco delle parti, quella più sgradevole è esercitata dalle istituzioni europee, che non assolvono al ruolo pacificatore che è inscritto nei geni costituzionali del processo di integrazione europea, ma reggono il moccolo a una politica di austerità di cui è colpita perfino la stessa Germania (vedasi le rivelazioni del Wall Street Journal sull’esiguo personale della Luftfahrtbundesamt, l’agenzia federale tedesca per la sicurezza aerea, coinvolta nella filiera di inefficienze che ha portato alla tragedia dello schianto dell’aereo della Germanwings sulle Alpi della Provenza).

Insomma, un messaggio che a Berlino dovrebbero accogliere, comprendere e fare proprio, perché il rischio è che una regola folle sia applicata poi a tutti. Costi quel che costi.

Conviene a tutti noi europei che le regole folli siano applicate?

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AVVISO: QUESTO NON È UN ARTICOLO ANTI-TEDESCO, MA DI AMORE PER L’EUROPA UNITA (QUINDI ANCHE PER LA GERMANIA)

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