È morto Günter Grass, Nobel per la letteratura nel 1999. Nel 2006 confessò: “Da giovanissimo sono stato nazista”

Lo scrittore tedesco, premio Nobel per la letteratura, è morto a Lubecca all’età di 87 anni. A renderlo noto la casa editrice Steidl.Dario Fo all’Adnkronos: “Sono davvero dispiaciuto”. Inge Feltrinelli: “E’ stato ed è un gigante”. Nel 2006 la confessione choc: “Da giovanissimo sono stato nazista”. Moni Ovadia: “Se ne va un pezzo di Novecento”

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Lo scrittore tedesco Günter Grass, premio Nobel per la letteratura 1999, è morto a Lubecca all’età di 87 anni. A renderlo noto la casa editrice Steidl.

LA CONFESSIONE CHOC – Nell’agosto del 2006 Grass, all’epoca 78enne, intellettuale simbolo della sinistra tedesca, fece una rivelazione choc: “Da giovanissimo sono stato nazista“. Il premio Nobel per la letteratura, alla vigilia dell’uscita dell’autobiografia dal titolo “Sbucciando la cipolla” (pubblicata da Einaudi nel 2007), confessò di essere stato arruolato nelle Waffen SS poco prima della fine della seconda guerra mondiale, rilasciando un’intervista al quotidiano ‘Frankfurter Allgemeine Zeitung‘. Un’intervista che fu una bomba letteraria e politica, con polemiche e dibattiti in Germania e all’estero che durarono mesi.

Fin ad allora le biografie di Grass facevano riferimento genericamente al suo passato di militare nella divisione della contraerea della Wermacht, l’esercito tedesco. Nelle sue memorie Grass rivelò che all’età di 15 anni cercò di arruolarsi nella marina del Terzo Reich perché voleva diventare sommergibilista, ma fu respinto perché troppo giovane. Lo scrittore rivelò poi di essere stato arruolato dalle famigerate Waffen SS, i reparti militari d’elite guidati da Heinrich Himmler.

Il libro autobiografico innescò una violenta polemica in Germania e all’estero, a causa della tardiva confessione di Grass. Molte le voci di importanti intellettuali che incolparono l’autore di “Il tamburo di latta” di aver taciuto per troppo tempo un particolare non irrilevante della sua biografia. Ma grazie al clamore suscitato dalle polemiche, il libro in Germania uscì due settimane prima della data inizialmente prevista, vendendo in un mese oltre 250.000 copie. “Sbucciando la cipolla” è stato tradotto in 33 lingue.

LE REAZIONI

DARIO FO – Il premio Nobel Dario Fo ha commentato così, all’Adnkronos, la notizia: Sono davvero dispiaciuto, lo conoscevo abbastanza bene e ci siamo incontrati più di una volta. Era un autore che ha scritto poco, ma di successo, ha meritato il Nobel, lo meritava soprattutto per ‘Il tamburo di latta’, opera con la quale esordì. E’ un libro eccezionale in cui c’è disperazione, forza, ironia, davvero un bel libro. Quando ci incontravamo ci raccontavamo spesso aneddoti, ma niente di trascendentale. Un uomo che è riuscito a scrivere un libro del genere aveva una grinta e una forza straordinarie”.

INGE FELTRINELLI – Per l’editrice Inge Feltrinelli, “Grass è stato ed è un gigante. L’ho conosciuto da giovane, agli esordi, e poi ho seguito tutta la sua carriera. Con il passare del tempo è diventato un classico della letteratura moderna”, ricorda con l’AdnKronos.

Sono profondamente commossa, perché ho perso un caro amico“, ha aggiunto Inge Schonthal, 84 anni, moglie dell’editore Giangiacomo Feltrinelli che pubblicò per primo in Italia “Il tamburo di latta” (1959), primo romanzo della “Trilogia di Danzica”, che comprende anche “Gatto e topo” (1961) e “Anni di cani” (1963). Poi, a testimonianza della classicità moderna di Grass, ricorda come i libri della “Trilogia di Danzica” siano continuamente ristampati dalla casa editrice milanese. La signora Inge, che ha anche fotografato Grass, conobbe il futuro scrittore negli anni ’50 a Parigi.

MONI OVADIA – “Con la morte di Grass se ne va un altro importante pezzo del Novecento. Con i suoi testi e con la sua storia aveva bene incarnato la nodalità della Germania nel secolo scorso, le sue tragedie e poi il suo proiettarsi verso il futuro”, afferma all’Adnkronos Moni Ovadia, drammaturgo, scrittore e compositore, più volte intervenuto sulle polemiche che hanno visto protagonista lo scrittore tedesco.

Più di ogni altro scrittore ha rappresentato la nuova Germania, la sua problematica rinascita dalla catastrofe del nazismo, un travaglio non facile che ha portato quella nazione alla sua attuale affidabilità democratica. Grass venne messo sulla graticola delle polemiche per il suo denunciare le forniture di armi dalla Germania a Israele. Gli israeliani gli ‘spararono’ contro ad ‘alzo zero’. Io ho sempre pensato che ciascuno ha il pieno diritto di muovere le sue critiche”, aggiunge Ovadia.

(Adnkronos)

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