Corte di Strasburgo svergogna l’Italia. “Contrada non era da condannare”. Fattispecie di reato inesistente nel codice

L’ex numero 3 del SISDE: “vita devastata per 23 anni”. L’avvocato: “ho sempre creduto nella sua innocenza, ora la revisione del processo”. Dopo quattro richieste, l’ultima sarà discussa il 18 di giugno a Caltanissetta. Secondo la Corte del Consiglio d’Europa il reato “non era sufficientemente chiaro” e la condanna ha violato l’articolo 7 della Convenzione di Strasburgo (nulla poena sine lege)

Bruno Contrada nel 2012, quando la sua pena fu dichiarata estinta. Oggi la Corte di Strasburgo ha stabilito che quella pena fu illegittimamente irrogata (Credit foto: Dagospia)
Bruno Contrada nel 2012, quando la sua pena fu dichiarata estinta. Oggi la Corte di Strasburgo ha stabilito che quella pena fu illegittimamente irrogata (Credit foto: Dagospia)

Strasburgo – La Corte Europea per i Diritti dell’Uomo di Strasburgo – organo del Consiglio d’Europa – ha condannato l’Italia per aver violato i diritti umani di Bruno Contrada, storico poliziotto e numero 3 del SISDE (Servizio Informazioni Sicurezza Democratica), quando fu colpito da dai procedimenti giudiziari per concorso esterno in associazione mafiosa, un reato per cui ha scontato 10 anni di carcere, quattro trascorsi in penitenziari militari, quattro agli arresti domiciliari per gravi motivi di salute, gli ultimi due “abbonati” per buona condotta. Quella di un servitore dello Stato ingiustamente condannato? A Strasburgo pensano di sì.

La condanna, ha stabilito la Corte di Strasburgo, ha violato l’articolo 7 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, che stabilisce il principio nulla poena sine lege, nel modo seguente:

Articolo 7 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo – Nessuna pena senza legge

  1. Nessuno può essere condannato per una azione o una omissione che, al momento in cui è stata commessa, non costituiva reato secondo il diritto interno o internazionale. Parimenti, non può essere inflitta una pena più grave di quella applicabile al momento in cui il reato è stato commesso.
  2. Il presente articolo non ostacolerà il giudizio e la condanna di una persona colpevole di una azione o di una omissione che, al momento in cui è stata commessa, era un crimine secondo i principi generale di diritto riconosciuti dalle nazioni civili.

Il reato di concorso esterno ad associazione mafiosa non fu legittima perché il reato non è codificato in maniera esplicita dal Codice Penale, ma è frutto di una estensione interpretativa che è emersa alla fine degli Anni 80, mentre i reati per i quali Contrada fu condannato coprono un arco temporale dal 1979 al 1988.

20150414-ceduUn periodo precedente al consolidamento interpretativo del concetto di concorso esterno in associazione mafiosa, cui si è pervenuti nel 1994. Quindi, la condanna non avrebbe valutato l’impossibilità di prevedere il reato da parte dell’indagato e si sarebbe concretata come un’applicazione retroattiva della pena. In una nota la Corte dei Diritti dell’Uomo ha affermato con chiarezza l’illiceità della condanna dell’ex 007 del SISDE, perché la fattispecie di reato “non era sufficientemente chiara e prevedibile per Contrada ai tempi in cui si sono svolti gli eventi in questione“, riconoscendo la violazione della Convenzione Europea per i Diritti dell’Uomo da parte dell’Italia, in quanto le pene non possono essere applicate in modo retroattivo.

La Corte di Strasburgo non ha il potere di revisionare un processo passato in giudicato, ma ha solo quello di condannare uno Stato membro del Consiglio d’Europa al pagamento di una sanzione pecuniaria: nel caso di Contrada, l’Italia è stata condannata a un ridicolo risarcimento di 10 mila euro e al pagamento di 2.500 euro di spese legali.

Contrada fu arrestato il 24 Dicembre 1992 a Palermo e il suo arresto fece scalpore in tutto il mondo per lo spessore professionale che coinvolgeva “uno sbirro”, nella peggiore accezione che questo termine poteva rappresentare per un delinquente. Ma da uomo di intelligence, usando metodi che oggi sono ufficialmente esecrati dalla legge – ma che costituiscono gli unici strumenti di humint (Human Intelligence) per raccogliere

La reazione di Bruno Contrada – che si è sempre proclamato innocente e ha sempre dichiarato che i suoi rapporti con i mafiosi avessero una copertura istituzionale per servizio – non si è fatta attendere. Sono frastornato, sconvolto, ansioso di sapere di più“, ha dichiarato Bruno Contrada, dopo la pubblicazione della sentenza della Corte di Strasburgo. Al giornalista dell’Agi che lo ha raggiunto al telefono, ha commentato con amarezza: “Lei sta parlando con un uomo la cui vita è stata devastata da 23 anni, dal 1992 ad oggi: ho subito sofferenza, dolore, umiliazione e devastazione della mia esistenza e della mia famiglia. Si puo’ immaginare ed e’ intuibile qual e’ il mio stato d’animo in questo momento“, ha spiegato l’ex 007 palermitano. “Poco fa ho sentito il mio avvocato che mi ha comunicato la decisione della Corte europea per i diritti dell’uomo. Aspetto di leggere la sentenza – ha concluso Contrada – per rendermi conto di cosa dice e per quale motivo è stato accolto il mio ricorso“.

Un’analisi moderata per una sentenza che entra pesantemente nella storia giudiziaria italiana e che fa aleggiare qualche nuvola di arbitrarietà sulle condanne emanate.

Differente invece l’interpretazione di Giuseppe Lipera, legale di Bruno Contrada, il quale però durante i processi fu assistito da un altro principe del foro palermitano, Pietro Milio. “Finalmente qualcuno ha creduto all’innocenza di Contrada e all’inesistenza del reato di concorso esterno in associazione mafiosa per il quale e’ stato condannato ingiustamente. Io ci ho sempre creduto, tanto che ho presentato quattro istanze di revisione del processo. L’ultima – ha ricordato Lipera – sarà discussa il 18 di giugno a Caltanissetta. Speriamo sia la volta buona“.

E a Caltanissetta non si potrà non tenere conto della sentenza della Corte di Strasburgo, anche se nessuno potrà ridare 23 anni di patimenti e una vita distrutta (anche professionalmente) a Bruno Contrada.

(Credit: Agi, Dagospia) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Se hai gradito questo articolo, clicca per favore “Mi piace” sulla pagina Facebook di The Horsemoon Post (raggiungibile qui), dove potrai commentare e suggerirci ulteriori approfondimenti. Puoi seguirci anche su Twitter (qui) Grazie in anticipo!