Migranti dalla Libia, il sedicente ‘governo di Tripoli’ minaccia: “L’ Ue non può bombardare le nostre coste”

Il ‘governo’ insurrezionale di matrice islamista, sostenuto dai ‘Fratelli Musulmani’ egiziani, ha comunque dichiarato di essere pronto a collaborare con l’Unione Europea, per fermare il traffico di migranti: come farebbe, visto che non avrebbe il ‘controllo’ di tutto il territorio?

Omar al-Hasi, sedicente 'primo ministro' dell'altrettanto sedicente 'governo di Tripoli', in realtà un gruppo insurrezionale islamista sostenuto dai "Fratelli Musulmani" egiziani, nel frattempo dichiarati terroristi dal governo del presidente Abd al-Fattāḥ al-Sīsī
Omar al-Hasi, sedicente ‘primo ministro’ dell’altrettanto sedicente ‘governo di Tripoli’, in realtà un gruppo insurrezionale islamista sostenuto dai “Fratelli Musulmani” egiziani, nel frattempo dichiarati terroristi dal governo del presidente Abd al-Fattāḥ al-Sīsī

Roma – Il governo di Tripoli è pronto a collaborare con le autorità europee per fermare il flusso di migranti, ma non accetterà che si compiano bombardamenti sulle coste libiche per distruggere i barconi usati dai trafficanti.

In un’intervista al quotidiano ‘Times of Malta‘, il sedicente ministro degli Esteri del cosiddetto ‘governo di Tripoli, Muhammed El-Ghirani, ha denunciato l’assenza di qualsiasi consultazione con l’Ue sui piani di attacco alle imbarcazioni dei trafficanti, insistendo sul fatto che tali azioni non possono essere unilaterali.

Abbiamo fatto del nostro meglio per indurre l’Europa a collaborare con noi sull’immigrazione illegale ma loro continuano a rispondere che non siamo il governo riconosciuto dalla comunità internazionale. Ora loro non possono decidere di lanciare queste azioni – ha detto – devono parlare con noi“. Non una minaccia, ma un’altra promessa.

Il ‘governo di Tripoli’ è in realtà un movimento insurrezionale che si è opposto al Parlamento eletto nelle elezioni di giugno 2014 e che ha costretto i membri del governo nominato dal Parlamento e i parlamentari stessi a fuggire a Tobruk,  per evitare di essere assassinati.

Il Primo Ministro legittimo, Abdullah al-Thani, è l’ex ministro della Difesa della Libia, nominato capo del governo dal Parlamento eletto, in cui i movimenti islamisti ottennero tutti insieme poco più del 12,50% dei voti, avendo boicottato le consultazioni elettorali. Il Governo legittimo della Libia sta combattendo contro le milizie islamiche del cosiddetto ‘governo di Tripoli’ e contro le milizie jihadiste di Lybia Dawn e Ansar al-Sharia, mentre fedeli al governo legittimo sono le Forze Armate regolari, di cui è stato nominato comandante generale il generale Khalifa Haftar, che ha di fatto confluire le milizie radunate nel maggio 2014 per l’operazione ‘Dignità della Libia’.

Il sedicente ministro degli Esteri ‘di Tripoli’, El-Ghirani, ha ammonito sui rischi posti da eventuali bombardamenti: “Non si può solo decidere di attaccare. Mettiamo che si colpisce un particolare sito, come si fa a non colpire una persona innocente, un pescatore? Hanno dati tanto precisi? Per questo diciamo di collaborare“.

Una evidente minaccia all’Italia, prima che all’Unione Europea. Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, e Lady Pesc, Federica Mogherini, sono responsabili di questa ‘alzata di testa’ del sedicente ‘governo di Tripoli’, guidato da Omar al-Hasi, semi-legittimato dai colloqui condotti con la mediazione dell’inviato delle Nazioni Unite, Bernardino León Gross, che peraltro non sta ottenendo alcun effetto.

(Credit: askanews) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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