Da Facebook al Quirinale: #adessobasta si appella a Mattarella “per i gravi problemi che affliggono la Sicilia”
Nei giorni successivi al cedimento del viadotto Himera sull’autostrada A19 Palermo-Catania, è stato aperto sul social di Zuckerberg il gruppo ‘#adessobasta‘, che in pochi giorni ha messo insieme migliaia di siciliani (anche non viventi nell’isola) mossi dalla rabbia di vedere la propria terra sprofondare (anche in senso letterale) per la manifesta incapacità amministrativa della politica locale. L’appello a Mattarella è un grido di dolore da siciliani all’Uomo del Colle, che siciliano è e da siciliano conosce magagne e potenzialità di una terra che è insieme isola e tesoro, ma è trattata da latrina anzitutto da chi dovrebbe amministrarla (ammesso e non concesso ne fosse capace) – IL TESTO DELL’APPELLO
Verona – Sono passate esattamente due settimane da quando un pilone dell’autostrada A19 Palermo-Catania ha ceduto, sotto la pressione di una frana che imperversa in quella zona da ben 10 anni. A raccontarlo fuori dalla Sicilia non ci crederebbe nessuno, se non godessimo di qualche briciolo di credibilità.
La conseguente chiusura di entrambe le carreggiate – da Palermo a Catania e viceversa – è stata la goccia che ha fatto davvero traboccare il vaso della rete viaria siciliana (soprattutto Occidentale), in uno stato di degrado assoluto di cui qualcuno, prima o poi, dovrà rendere conto. Con l’isola di fatto tagliata in due, sono emerse le criticità di un sistema di trasporti che ha privilegiato negli anni quello su gomma rispetto a quello su rotaia, con la conseguenza ‘strategica’ di non disporre di serie alternative in caso di calamità naturali o (oggi nulla si può escludere) di atti deliberati di distruzione.
Chi usa quella strada ogni giorno per lavoro, ha dovuto ripassare la lista dei Santi cui chiedere ausilio per mantenere la calma e arrivare a destinazione in sicurezza, considerato che le vie alternative segnalate dall’Anas e dall’ente che si occupa della rete autostradale (ma non di quel tratto) si sono dimostrate del tutto inadeguate in termini di manutenzione e di capacità di sopportare fluissi di traffico sempre più intenso.
Così, in tempi di battito d’ali a Tokyo e di spostamento d’aria a Lisbona, alcuni palermitani hanno creato su Facebook un gruppo – ‘#adessobasta‘ – che inizialmente è sembrata una sorta di stanza-della-rabbia manifestata a parole, invece che imbracciando i forconi – in cui gli iscritti hanno potuto sfogare la propria frustrazione (e rabbia: repetita…) di fronte alle evidenti influenze della disamministrazione dell’isola sulle loro esistenze. È indubbio che il territorio non sia governato e che il rischio idro-geologico sia agli ultimi posti nelle preoccupazioni dei cosiddetti (sedicenti) amministratori locali, determinando poi drammi come quello del cavalcavia Himera o di altri ben noti crolli che in tutta la Sicilia hanno causato danni materiali e su persone.
Che la Sicilia sia prossima al default finanziario è noto, meno noto è il prossimo default della pazienza della gente, anche se occorre dire che i pubblici amministratori non sono arrivati da Marte o dal pianeta Vattelappesca331 della Galassia Deficiente: sono espressione del voto popolare, democraticamente espresso o meno.
In ogni caso, attraverso i social comincia a manifestarsi un moto politicamente traversale, che ha nel territorio il core business e che parte da una considerazione di fondo: la Sicilia è l’isola del tesoro, che è allo stesso tempo isola e tesoro. Invece, con il contributo determinante di una parte significativa della sedicente classe dirigente (non solo politici e amministratori pubblici) è trattata da latrina di lupanare d’ultimo ordine (perché, come noto, nei bordelli di lusso anche i cessi sono di grande qualità).
Ieri #adessobasta ha reso pubblica una lunga lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al quale si chiede un alto intervento perché i problemi della Sicilia siano affrontati e risolti. Una lettera appassionata e densa di idealità che punta alla sicilianità di Mattarella e alla sua conoscenza di molti dei mali che attanagliano l’isola.
Va detto che anche Mattarella non viene da un altro pianeta e che i problemi della Sicilia li conosce e sa che molti sono causati dalla infima qualità del personale politico espresso dalla parte politica da cui viene: prima la Democrazia Cristiana, poi il Partito Democratico. Ne consegue che il presidente della Repubblica dovrebbe avere la bacchetta magica per risolvere i problemi dell’isola, causati spesso dai suoi ex sodali politici, insieme a tutti gli altri, in un consociativismo della distruzione etica che ha preceduto quella materiale e del territorio.
In realtà, una piccola bacchetta magica ce l’ha proprio la cittadinanza, si chiama ‘voto’: basta non votare i delinquenti, gli ignoranti come il tufo, gli arrampicatori sociali attraverso la politica e quelli che starebbero meglio nell’elenco dei ricercati, piuttosto che tra i candidati a elezioni di ogni ordine e grado. Ma questo sarebbe il vero miracolo, segno del vero risveglio trasversale della Sicilia. Non disperiamo.
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Appello ad una Garanzia super partes per i gravi problemi che affliggono la Sicilia
Ill.mo Sig. Presidente,
Le scriviamo in rappresentanza di un gruppo di cittadini siciliani (#adessobasta) che si è creato su un social network all’indomani del cedimento del pilone Himera dell’autostrada A19 Palermo – Catania, cedimento “annunciato”, poiché causato da una frana conosciuta e denunciata fin dal 2005, che ha messo a nudo tutte le deficienze del sistema dei trasporti siciliano.
Sono bastate poche ore perché questa aggregazione virtuale raccogliesse numerose e sempre crescenti adesioni: segno ineludibile dell’angoscia e del grave sconforto in cui versa il popolo siciliano. Tale esponenziale crescita nonché il tenore delle considerazioni espresse a centinaia dai membri del gruppo, ci hanno fatto avvertire il peso di una responsabilità alla quale non intendiamo sottrarci, rivendicando il diritto di chiedere e di proporre tutte le necessarie azioni utili al rapido ripristino di tutta la viabilità ordinaria in Sicilia e, conseguentemente, alla soluzione positiva del crescente e devastante disagio socio-economico.
Al crollo del viadotto, infatti, vanno aggiunti altri accidenti che rendono difficoltosa la circolazione sull’autostrada Palermo – Messina, sulla strada a scorrimento veloce Palermo – Sciacca, sulla strada statale Palermo – Agrigento oltre che su numerose strade provinciali e come se non bastasse, il mancato allineamento alla legislazione nazionale sulla abolizione delle province, ha sostanzialmente paralizzato le funzioni di questi enti che pure si occupavano della manutenzione di una parte importante della viabilità interna della Regione siciliana.
La Sicilia, la Sua Sicilia Signor Presidente, già in profonda crisi, sofferta in forma più acuta rispetto al resto del Paese, diviene giorno dopo giorno, a causa dei danni provocati dalla noncurante inerzia e dalle colpose omissioni di assai mediocri amministratori, una terra sempre più martoriata. Tutto ciò accade, d’altronde, in una fase resa ancor più drammatica dalla palese assenza dell’azione del Governo regionale, che, alla data in cui Le scriviamo, si trova ancora ad amministrare con l’esercizio provvisorio, mentre bilancio e legge finanziaria non hanno fatto neanche ingresso in aula all’Assemblea Regionale Siciliana.
In questo contesto viene annunciata una manovra finanziaria complessiva nella quale, a fronte di un gravissimo deficit strutturale, appare ormai quasi certo il miope trasferimento alla spesa corrente, delle somme destinate agli investimenti.
È inaccettabile che ancor oggi non sia stata attuata una seria politica di riforme strutturali, non siano stati eliminati privilegi, consulenze, sprechi mentre vengono mantenute in vita società partecipate il cui costo grava sui cittadini senza che esse producano il minimo beneficio o rendano alcun servizio alla collettività.
Sono intollerabili i sistematici tradimenti e travisamenti dello spirito e delle norme di quell’Autonomia speciale della Regione siciliana che non nacque né per garantire privilegi né per ottenere scorciatoie o facilitazioni, ma al contrario per stabilire un rapporto speciale con lo Stato nell’ottica di accelerare i processi di crescita sociale ed economica allineando la Sicilia al resto del Paese.
Per tali ragioni chiediamo a Lei, Signor Presidente della Repubblica, un autorevole intervento, un sostegno qualificato ed una vigilanza attenta affinché possano essere ripristinate e realizzate nel più breve tempo possibile le infrastrutture indispensabili, quale è l’autostrada A19, e quindi sostenute tutte quelle azioni e quelle opere che costituiscono il presupposto per lo sviluppo di una economia reale, e che possono consentire ai cittadini di condurre una vita normale in una terra che di normale, ci consenta signor Presidente, ha davvero poco o nulla.
Illustrissimo Signor Presidente Le chiediamo di recarsi sui luoghi, di incontrare gli amministratori locali, i cittadini comuni, quelli che ancora credono nell’importanza e nell’autorevolezza delle Istituzioni, affinché la Sicilia tutta avverta che il Primo tra i cittadini italiani è impegnato al suo fianco.
Nel ringraziarLa per l’attenzione che vorrà prestare, Signor Presidente, riponiamo in Lei in prima istanza la nostra fiducia.
Distinti saluti
Amalia Barba, Pietro Bica, Lidia D’Angelo, Sandro Di Piazza, Angela Fasano, Stefania Fasano, Claudio Lo Piccolo, Leonardo Lodato, Monica Modica, Giuseppe Naccari, Maurilio Panci, Marcello Panzarella, Carlo Ramo, Tony Rinaldi, Ottavio Siragusa, Giuseppe Spatafora, Matteo Tusa, Maria Sole Vizzini