Aula vuota per Giovanni Lo Porto, il padre critica i deputati, ma sbaglia l’obiettivo: responsabile il Governo

“Mi sono vergognato di essere italiano”, ha detto Vito Lo Porto a ‘Il Fatto Quotidiano’. La comunicazione ai deputati data solo giovedì sera per venerdì mattina presto. Un modo per eludere domande imbarazzanti?

Giovanni Lo Porto, sequestrato il 19 gennaio 2012 in Pakistan e morto durante un bombardamento della CIA con i Predator in Afghanistan nel mese di gennaio 2015
Giovanni Lo Porto, sequestrato il 19 gennaio 2012 in Pakistan e morto durante un bombardamento della CIA con i Predator in Afghanistan nel mese di gennaio 2015

Roma – “È come se quei signori avessero detto: ‘A noi non ce ne frega niente. È morto? Pazienza. Ne muoiono tanti’. Mi hanno fatto vergognare di essere italiano”. Lo ho detto Vito Lo Porto, padre di Giovanni (Giancarlo per amici e familiari), il cooperante italiano sequestrato da al-Qaeda in Pakistan e morto sotto un bombardamento americano in Afghanistan, parlando dell’aula semi-vuota della Camera nel giorno dell’informativa del Governo sulla tragica morte di suo figlio.

Mio figlio – ha sottolineato in una intervista a ‘Il fatto Quotidiano’  – era un tesoro. Non lo dico da padre: può chiedere a chiunque. Le risponderanno tutti allo stesso modo. Viveva per gli altri. Non si meritava uno spettacolo del genere“.

Vito Lo Porto, da anni separato dalla moglie che ha ricevuto la telefonata del premier Matteo Renzi, ne ha anche per Palazzo Chigi e per la Casa Bianca. “Io con Renzi – ha riferito – non c’ho mai parlato. Forse ha telefonato alla mia famiglia ma non lo so. E a questo punto non mi interessa nemmeno. Non credo che Renzi avrà mai la sensibilità di chiamare o venirmi a trovare a Pistoia. Però mi sembra impossibile che lui e Obama non sapessero che mio figlio fosse morto. Sono convinto che ne fossero a conoscenza entrambi e che abbiano deciso di fingere di non sapere, con un tacito accordo. Probabilmente hanno voluto prendere tempo.attori, sanno fare la loro parte. Sorridevano come due fratellini. È una mancanza di rispetto, ma non sono sorpreso”.

Renzi – ha proseguito il padre del cooperante italiano ucciso – mi dà l’idea di un fanciullo, un bimbo un po’ viziato, che ama giocare. Spero davvero che non lo sapesse, non voglio credere che non riesca a rispettare una tragedia familiare. Ma ripeto: non ho mai avuto il piacere di parlare col signor Renzi. A dicembre ci hanno detto di stare tranquilli, che qualcosa si stava muovendo. Poi più nulla. Ora ci dicono che sarebbe morto a gennaio. Noi l’abbiamo saputo solo giovedì. Tutto qui“, le parole di Vito Lo Porto.

Non so nient’altro su quello che è successo. Solo che mi sembra impossibile che l’uomo più potente del mondo non ne fosse a conoscenza. E che non ne abbia parlato con il nostro presidente del Consiglio. A questo punto non è importante. Quel che è fatto, è fatto: mio figlio non tornerà indietro. Spero solo che riportino a casa il suo corpo“, ha continuato Lo Porto nell’intervista a ‘Il Fatto Quotidiano’.

A quest’ultimo proposito, “pare che l’abbiano riconosciuto attraverso il dna. Quindi – ha sottolineato Vito Lo Porto – dovranno pur avere qualcosa di suo. Per il resto, ripeto, io non so niente. Ho solo domande. Come hanno ottenuto questo dna? Cosa rimane di mio figlio? Hanno il suo corpo? Il presidente degli Stati Uniti si è impegnato solennemente a far tornare la sua salma in Italia. Io gli chiedo solo questo, non voglio altro. Abbiamo ascoltato le sue scuse, le accettiamo. Ora ci restituiscano il suo corpo. Non vogliamo soldi, risarcimenti o altro. Facciano tornare Giancarlo. In ogni modo, anche a pezzi. Voglio solo piangere su quello che rimane di mio figlio“.

Tuttavia, pur nel comprensibile dolore di un padre che perde un figlio – dolore che merita un radicale rispetto – Vito Lo Porto sbaglia a indirizzare i suoi strali contro la Camera dei Deputati. Come ha rivelato il deputato di ‘Fratelli d’Italia’ Fabio Rampelli a ‘Coffee Break’ su La7 venerdì 24 Aprile, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha comunicato all’ufficio di presidenza della Camera che avrebbe informato l’aula sulla morte di Giovanni Lo Porto solo nella tarda serata di giovedì.

L’aula di Montecitorio vuota quindi sarebbe spiegabile con il normale andamento dei lavori parlamentari, che nel fine settimana – venerdì, sabato, domenica e lunedì – viene dedicato dai deputati per seguire (con alterni risultati, ma questo è un altro discorso, ndr) i propri collegi elettorali, nel caso in cui non fossero previste altre attività parlamentari.

Quindi, è il Governo responsabile di una gestione cialtronesca di questa informativa alla Camera dei Deputati, tranne che non sia stata una deliberata scelta dell’esecutivo, per evitare domande imbarazzanti.

(Credit: ASKANEWS) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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