Rewind, Europe Day, Mattarella ha ammonito (come il predecessore) e su immigrati: “Ue cambi rotta, basta egoismi”

9 Maggio 1950-9 Maggio 2015: il Capo dello Stato nel 65° anniversario della Dichiarazione Schuman ha asserito che “serve più integrazione e meno austerità” (Nota di redazione*)

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Roma – “Noi che siamo europeisti, non ci stanchiamo di sostenere una maggiore integrazione politica dell’Europa. Serve a questo scopo un cambiamento di rotta per ridurre gli squilibri interni e rivitalizzare le energie penalizzate da eccessi di austerità“. Queste le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sabato in occasione dell’Europa Day, che ricorre ogni 9 maggio, data in cui si è celebrato quest’anno il 65° anniversario della “Dichiarazione Schuman”, formulata dall’allora ministro degli Esteri francese e che si ritiene l’atto formale con cui si avviva il processo di integrazione europea.

L’egoismo è al di fuori dai valori dell’Unione. Ci vuole meno egoismo per dare ai nostri giovani europei una prospettiva di lavoro, di vita, di relazioni sempre più intense. Meno egoismo per affrontare in modo positivo il dramma delle migrazioni. Meno egoismo per svolgere un ruolo efficace di pace in Africa e nel Medio Oriente“, ha aggiunto il capo dello Stato.

L’Europa si fonda su grandi ideali, e di idealità ha bisogno per affrontare oggi le sfide globali. L’Europa non è soltanto un insieme di Stati che convivono nel medesimo continente. Il 65° anniversario della dichiarazione di Robert Schuman – dalla quale prese origine la Comunità del carbone e dell’acciaio, e dunque il processo di integrazione europea – è per tutti noi un’occasione di riflessione, e anche un monito, perché le responsabilità delle classi dirigenti di oggi non sono meno impegnative di quelle dell’immediato dopoguerra“, ha continuato Mattarella. “Allora l’orizzonte dell’Europa era quello della ricostruzione e della pace. Porre fine per sempre alle guerre fratricide che per secoli avevano dilaniato i popoli europei. Dare stabilità e sicurezza al percorso intrapreso dopo la liberazione dal nazifascismo, e contribuire così a una stagione di crescita, di libertà, di maggiore giustizia“, ha ricordato il presidente della Repubblica.

Grandi ideali e una visione dell’Europa nel mondo – ha continuato – ispirarono l’azione dei padri fondatori dell’Unione. ‘La pace mondiale questo è l’esordio della dichiarazione di Schumannon potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano’, ha ricordato. “Grazie a quelle scelte – ha proseguito – abbiamo avuto settant’anni di pace ed è stato costruito un modello sociale che rappresenta tuttora un traguardo in termini di diritti e di civiltà. Vogliamo fare memoria, anche se siamo consapevoli che non basta ricordare“.

Per Mattarella “le nuove sfide della società globale devono porre all’Europa, a tutta l’Europa, nuove ambizioni e nuovi traguardi. Da affrontare con altrettanta ‘creatività’ del nostro migliore passato. Talvolta l’Unione si presenta ai cittadini con complicati tecnicismi e con una filosofia che sembra trascurare il lavoro che manca, le diseguaglianze crescenti, la solidarietà necessaria“.

Noi che siamo europeisti – ha spiegato il capo dello Stato – non ci stanchiamo di sostenere una maggiore integrazione politica dell’Europa. Serve a questo scopo un cambiamento di rotta per ridurre gli squilibri interni e rivitalizzare le energie penalizzate da eccessi di austerità“.

La caduta degli investimenti nel nostro continente è stata pesante negli ultimi anni: occorre utilizzare tutte le risorse disponibili – a partire dall’attuazione e dal rafforzamento del piano Juncker – affinché l’Europa torni a essere vettore di sviluppo: uno sviluppo nuovo e sostenibile“, ha proseguito il messaggio del Quirinale.

Il mondo vive un cambiamento di portata epocale. L’Europa deve scegliere il proprio destino – ha incalzato il presidente Mattarella – e la scelta dell’Europa influenzerà, non poco, gli equilibri mondiali e la stessa qualità della globalizzazione. L’egoismo è al di fuori dai valori dell’Unione”, ha sottolineato, aggiungendo che “ci vuole meno egoismo per dare ai nostri giovani europei una prospettiva di lavoro, di vita, di relazioni sempre più intense. Meno egoismo per affrontare in modo positivo il dramma delle migrazioni. Meno egoismo per svolgere un ruolo efficace di pace in Africa e nel Medio Oriente”.

Avviandosi alla conclusione, il capo dello Stato ha ricordato una frase di Robert Schuman, il creativo ministro degli Esteri francese della Quarta Repubblica presieduta da Vincent Auriol. Schuman disse che ‘L’Europa non potrà farsi in una sola volta’, ha ricordato Mattarella, sottolineando che “questo è un sollecito alla politica e alla saggezza, non certo un alibi all’inerzia“.

*Per problemi tecnici, non abbiamo potuto riportare l’andamento delle notizie di sabato 9 Maggio, rimediamo ora. Seguirà un editoriale ad hoc del direttore.

(AGI)

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