Svizzera, il Consiglio degli Stati chiede un rafforzamento dei servizi segreti

Secondo la Camera Alta dell’Assemblea federale, i servizi segreti devono poter svolgere attività tipiche di law enforcement (polizia giudiziaria), perquisire luoghi privati, intercettare le comunicazioni di sospetti di terrorismo, spionaggio, proliferazione di armi di distruzione di massa

20150612-intelligence-svizzera-2-655x436


Berna – Il Consiglio degli Stati della Confederazione Elvetica – la Camera Alta dell’Assemblea Federale della Svizzera (la Camera Bassa è il Consiglio Nazionale) – ha respinto ieri una proposta del ‘senatore’ Paul Rechsteiner (San Gallo) che poneva in discussione la nuova legge sui servizi segreti. Hanno votato a favore 37 ‘consiglieri degli Stati’ (ossia contro il ‘senatore’ sangallese), i no sono stati due, come gli astenuti.

Nella sinistra rosso-verde svizzera infatti trova ampio favore alla nuova normativa sull’intelligence, anche se le forze ‘progressiste’ hanno chiesto l’apposizione di ‘paletti’ che impediscano in modo severo derive ‘all’americana’, come la sorveglianza di massa di cui è accusata la NSA.

Rechsteiner è uno dei due ‘senatori’ del Cantone San Gallo e ha ricordato durante il dibattito lo scandalo delle schedature venuto alla luce alla fine degli anni ’80 e la conseguente reazione dell’opinione pubblica di fronte all’invasione della sfera privata dei cittadini. La nuova legge sull’intelligence secondo il consigliere sangallese mette in discussione i diritti fondamentali dei cittadini svizzeri, perché le intrusioni nella sfera privata – ha argomentato – dovrebbero essere possibili solo nel caso di delitti commessi o in fase preparatoria, un ambito per il quale il ‘senatore’ ritiene sufficienti i mezzi attualmente disponibili posti al servizio del Ministero pubblico della Confederazione (dicastero federale della Giustizia, ndr) e i servizi di polizia. Per questo l’ampliamento dei poteri del SIC (Nachrichtendienst des Bundes Services de renseignement de la Confédération, Servizio informazioni civile) non sarebbe necessario.

Secondo Rechsteiner peraltro anche le necessità informative sono minori, perché internet ne ha reso disponibile una mole da fonti aperte, sicché per il SIC non necessiterebbe di un rafforzamento delle proprie prerogative.

Una valutazione su cui però la posizione del consigliere Alex Kuprecht (UDC, Schwyz), che a nome della commissione ha sottolineato il mutato scenario internazionale in materia di sicurezza e prevenzione intervenuto negli ultimi 15 anni, in particolare per quanto riguarda il terrorismo di matrice jihadista, con espresso riferimento all’attacco agli Stati Uniti dell’11 Settembre 2001, agli attentati di Madrid dell’11 Marzo 2004 e a quelli di Londra del 7 Luglio 2005.

Il ‘senatore’ svitto ha affermato che il terrorismo di matrice jihadista rappresenta una minaccia in grado di mettere a dura prova la sicurezza di un Paese neutrale come la Svizzera.

Anche Joachim Eder (PLR/Zugo) ha sottolineato l’importanza della minaccia jihadista, ponendo l’accento sul pericolo rappresentato dai cosiddetti ‘foreign fighters’, fenomeno da cui non è intonsa la Svizzera, messa di fronte al pericolo del loro rientro nella patria di adozione o nel Paese in cui sono nati da genitori oriundi. Eder ha anche chiesto espressamente che il SIC abbia più poteri e sia dotato di mezzi – finanziari e tecnologici – necessari per fronteggiare una minaccia che mette in pericolo il “nostro stile di vita”, stante a quanto riporta il ‘Corriere del Ticino’. Sul pericolo paventato da Rechsteiner, il ‘senatore’ di Zugo è stato perentorio: i poteri rafforzati dei servizi segreti costituiscono uno strumento per la sicurezza nazionale, abbassarne il vigore si tradurrebbe “a un invito a nozze per i terroristi”, riporta la testata ticinese, sottolineando che “i nostri servizi sono i più sorvegliati al mondo”, ha aggiunto.

Un dibattito che dimostra però la serietà con cui i parlamentari elvetici trattano una materia complessa come quella relativa alla sicurezza federale della Confederazione, dove – nonostante la neutralità – il tema è avvertito in modo assolutamente bipartisan e le eccezioni non mettono in pericolo il funzionamento degli organismi di prevenzione come i servizi segreti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Se hai gradito questo articolo, clicca per favoreMi piacesulla pagina Facebook di The Horsemoon Post (raggiungibile qui), dove potrai commentare e suggerirci ulteriori approfondimenti. Puoi seguirci anche su Twitter (qui) Grazie.