Egitto, un attentato jihadista uccide il procuratore generale Hisham Barakat

Un’autobomba è esplosa al passaggio del convoglio di scorta dell’alto magistrato, mentre lasciava la zona della sua abitazione nella capitale

Hisham Barakat, procuratore generale dell'Egitto, ucciso oggi al Cairo con un'autobomba (foto da al-Arabiya)
Hisham Barakat, procuratore generale dell’Egitto, ucciso oggi al Cairo con un’autobomba (foto da al-Arabiya)

Il Cairo – Il procuratore generale egiziano Hisham Barakat è morto a seguito delle profonde ferite causate da un attentato condotto da forze jihadiste con un’autobomba, esplosa al passaggio del convoglio di scorta dell’alto magistrato.

Lo ha reso noto al-Arabiya, rilanciando notizie di agenzie locali e internazionali, individuando la fonte di questo attacco nei jihadisti legati al cosiddetto Stato Islamico. Da tempo infatti il sistema giudiziario egiziano è diventato obiettivo dei fondamentalisti islamici, accusati di sposare la lotta contro l’islamismo condotta dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi.

I giudici egiziani in particolare sono oggetto della rabbia dei jihadisti a causa delle ripetute condanne contro gli appartenenti alla ‘Fratellanza Musulmana’, tra cui anche quelle inflitte all’ex presidente Mohammed Morsi, spodestato nel Luglio 2013 dall’intervento delle Forze Armate (comandate allora proprio da al-Sisi), cui 33 milioni di egiziani di ogni credo religioso e posizione politica chiesero di porre fine al governo che stava facendo precipitare il Paese nella dittatura islamista.

Morsi è stato condannato di recente alla pena capitale per aver provocato l’evasione di massa dei miliziani dei Fratelli Musulmani dalle prigioni nel 2011.

Organi di stampa statali, fonti mediche e giudiziarie hanno confermato che la morte del procuratore Hisham Barakat è avvenuta nel nosocomio di Heliopolis, dove ra stato ricoverato nel tentativo di strapparlo alla morte con un’operazione chirurgica d’urgenza. Ma purtroppo le emorragie interne non hanno lasciato scampo all’alto magistrato.

Gli inquirenti hanno confermato che ancora l’attacco non è stato rivendicato, ma le forze di sicurezza hanno però affermato che l’autobomba è stata azionata con un comando a distanza e non da un jihadista suicida, come sembrava dalle prime indicazioni iniziali.

L’agenzia di stampa egiziana MENA ha invece reso noto che nell’esplosione dell’autobomba sono rimaste ferite almeno nove persone, tra civili e membri della polizia.

Lo scorso mese, il sedicente Stato Islamico – di cui oggi ricorre il primo anno della proclamazione avvenuta nella moschea di Mosul – aveva invitato gli aderenti alla piattaforma islamista ad attaccare giudici, aprendo un nuovo fronte interno nel Paese. In maggio, l’ala egiziana dell’Isis aveva diffuso un video con l’assassinio di tre magistrati nella città di al-Arish, nel Sinai Settentrionale.

Testimoni oculari hanno riferito che l’esplosione di oggi è stata talmente potente da divellere infissi e infrangere vedri nel raggio di molte centinaia di metri, sollevando una colonna di fumo molto alta e distruggendo molte automobili che si trovavano nei pressi.

L’Egitto si trova a combattere l’insorgenza islamista nel Sinai, dove i gruppi islamisti affiliati con il sedicente Stato Islamico hanno ucciso centinaia di poliziotti e di membri delle forze armate. Proprio nel Sinai l’ala mediatica dell’Isis ha diffuso un video dal titolo “Eliminare i giudici” in cui si vedono miliziani jihadisti far fuoco contro un veicolo indicato come auto di servizio di magistrati. Tuttavia le fonti di stampa internazionali non hanno potuto confermare la veridicità delle immagini, ma resta il pericolo generale corso dai magistrati egiziani di fronte a questa minaccia alla convivenza civile tra gli egiziani.

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