Juncker offre ad Atene una soluzione in extremis, Tsipras rilancia e chiede a Ue accordo su 2 anni di finanziamento

Telefonata ieri sera tra il presidente della Commissione Europea e il Primo Ministro greco, che però invia una controproposta. Merkel non sa delle ultime proposte in extrtemis (e le cresce il naso come Pinocchio). Alle 19 di oggi nuova riunione dell’Eurogruppo in conference call. Varoufakis: non paghiamo la scadenza con il Fmi

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Bruxelles – Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha proposto ieri al premier greco Alexis Tsipras una soluzione “all’ultimo minuto” per sbloccare la situazione e siglare un accordo. E’ quanto riferiscono fonti della Commissione europea rendendo noto che ieri c’è stato un colloquio telefonico tra Juncker e Tsipras durante il quale il presidente della Commissione ha illustrato al premier greco “i contorni di una soluzione all’ultimo minuto” così da poter convocare un nuovo Eurogruppo di emergenza. Tsipras non ha ancora risposto alla proposta di accordo secondo quanto ha riferito il portavoce della Commissione europea, Margaritis Schinas.

Il premier greco Tsipras non ha ancora risposto ufficialmente all’offerta ‘last minute’ arrivata dal presidente della Commissione Ue Juncker per evitare il default di Atene. Nel frattempo, però, la Germania sembra prendere le distanze da un accordo in extremis.

“L’unica cosa che so è che l’ultima proposta di cui sono a conoscenza è quella di venerdì scorso. Non posso dire nulla di più”, ha dichiarato la cancelliera Angela Merkel, asserendo di non essere a conoscenza di nessuna nuova proposta di ultima istanza.

Il ministro delle Finanze della Grecia intanto, Yanis Varoufakis, ha confermato che Atene non intende pagare 1,6 miliardi di euro in scadenza verso il Fondo monetario internazionale. Ha risposto laconicamente “no” ai giornalisti che lo attendevano al ministero, e che gli hanno chiesto se il Paese avrebbe onorato il pagamento.

Se, come promette il suo ministro, la Grecia non pagherà entro le 18 di Washington (mezzanotte in Italia) gli 1,6 miliardi di euro in scadenza verso il Fondo monetario internazionale, la sua messa in mora sarà immediata. Si tratterebbe della più grande insolvenza nella storia del Fmi e secondo il Financial Times sarebbe senza dubbio da catalogare come un “default”.

La direttrice Christine Lagarde ha messo le mani avanti, chiarendo che notificherebbe “immediatamente” il mancato pagamento al direttorio. E questo passo avrebbe delle conseguenze negative sui debiti di Atene verso le istituzioni europee. In particolare il “vecchio” fondo salva Stati Efsf si vedrebbe comunicare formalmente l’inadempienza, con tutte le ricadute che questo avrebbe nel bloccare ipotetici futuri esborsi verso Atene.

Tuttavia in base allo statuto del Fmi, non è il mancato pagamento in è a far scattare la procedura. Serve la notifica al Board da parte del direttore generale il quale ha 30 giorni. E successivamente il direttorio ha fino a tre mesi per assumere una posizione formale verso lo Stato inadempiente.

Diversi analisti avevano formulato ipotesi ottimistiche sul fatto che in questo modo la Grecia avrebbe avuto alcune settimane, fino ad un intero mese prima di vedersi dichiarare insolvente. Ma secondo il Ft erano ipotesi basate su normative interne desuete, posto che il Fmi ha già applicato a favore di Atene cavilli del suo regolamento (con l’accorpamento delle rate di giugno in un pagamento unico a fine mese, che ora rischia di saltare).

A cascata ci sono poi i rimborsi alla Bce che detiene un consistente pacchetto di titoli di Stato ellenici e difficilmente l’Eurotower potrebbe ignorare il mancato pagamento al Fmi. In ogni caso la Grecia perderebbe immediatamente l’accesso ad altri finanziamenti di Washington.

E l’ipotesi di proroga del programma di aiuti Ue serviva a sbloccare una nuova tranche di fondi a favore di Atene, per 7,2 miliardi di euro, di cui circa la metà sarebbero dovuti arrivare proprio dal Fmi. L’imminente ipotetica insolvenza sarebbe la più grande mai avvenuta al Fmi, con la Grecia che è anche il maggiore debitore verso l’istituzione con 35 miliardi di euro a seguito di due piani di salvataggio portati avanti dal 2010 in poi. Per il resto del 2015, ricorda il Ft, deve risarcire altri 5,5 miliardi di euro. L’ultimo caso di uno stato insolvente verso il Fmi risale al 2001, si trattava dello Zimbabwe per 112 milioni di dollari.

Alle 19 è stata indetta una nuova riunione dell’Eurogruppo, in conference call. Lo ha reso noto il presidente Jeroen Dijsselbloem. L’Eurogruppo è costituito dai Ministri delle finanze dei 19 Stati membri che adottano l’Euro, chiamata Eurozona. La riunione si svolgerà nel formato a 18, escludendo così il ministro delle Finanze di Atene, uno strappo alla regola che rende evidente come le attuali istituzioni europee siano conformate su un modello ormai vetusto e inadatto a gestire la complessità unica del sistema europeo. Troppa diplomazia, poca democrazia.

Ulteriori frecce nel carniere dei federalisti europei: è chiaro ormai che l’europeismo in sé non è più sufficiente a governare l’Europa, che si trova al bivio tra scegliere un assetto federale (compromesso tra sovranità statali e governo unico superiore) e un ‘libera tutti’ pericolosissimo.

(Credit: askanews, foto Afp) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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