“Per liberare la Sicilia”, #crocExit! Nello Musumeci impazza su Twitter

Un tweet del competitor di Rosario Crocetta, alla carica di presidente della Sicilia alle ultime elezioni regionali del 2012, sta conquistando il popolo degli internauti sul social di microblogging. Ma il dato più interessante non è il tweet in sé, quanto alcuni retweet che denunzierebbero aspetti non proprio adamantini della ‘corte dei miracoli’ del presidente siciliano

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Palermo – Un tweet di Nello Musumeci, leader dell’opposizione di centro-destra all’Assemblea Regionale Siciliana, sta facendo il giro del web per un hashtag in tema con la cronaca corrente – #crocExit – e un commento che non fa sforzare i commentatori “per liberare la Sicilia”. Punto e a capo.

Il cinguettio è stato in realtà pubblicato dai collaboratori di Musumeci,ma ha colpito l’immaginario collettivo per l’associazione tra il #Grexit rilanciato in tema di uscita della Grecia dall’Eurozona e dalla pubblicazione del quotidiano ‘Libero’, che Sabato 4 Luglio ha titolato in prima pagina un inequivocabile “La Sicilia è la Grecia d’Italia”, riportando le notazioni della Corte dei Conti sul buco di bilancio di 8 miliardi di euro nei conti dell’isola.

Così, dal Parlamento più antico d’Europa (e, in effetti, qualche segno di ‘vecchiaia’ si percepisce), a cavallo della rete si lancia l’invito a smammare rivolto al presidente della Sicilia, che da più parti – non ultima la sua, il PD – è considerato il suggellatore del fallimento dell’autogoverno dell’isola, una semplificazione evidente, perché Crocetta è semmai l’ultimo di una catena di incompetenti.

Del resto, Crocetta aveva già dato modo di mostrare la sua capacità amministrativa a Gela – definita ‘Città Greca’: oltre la preveggènza… – dove i danni di bilancio creati in sette anni di sindacatura (prima di approdare al Parlamento Europeo) sono stati oggetto di osservazioni della Corte dei Conti e in via di riparazione con una manovra eretta a lacrime-e-sangue, costata (in parte) anche la rielezione del finto-candidato a sindaco del de quo – Angelo Fasulo -nelle ultime elezioni municipali.

Tuttavia, prima ancora che Musumeci (o i suoi collaboratori) tirasse fuori dal cilindro della comunicazione politica sul web l’hashtag fotonico, ci aveva pensato il PD a mettere sotto ‘processo’ Rosario Crocetta, in una giornata che definire vergognosa è appigliarsi ai più cortesi eufemismi, vista la figura barbina fatta dal ‘governatore’ (un ufficio istituzionale inesistente nell’organizzazione costituzionale italiana: per questo posto tra virgolette, ndr) siciliano.

L’aspetto più interessante però è un altro. Su Twitter si assiste non solo al rilancio del cinguettio di Musumeci, ma anche una serie di osservazioni che sembrano delle vere e proprie denunce, su cui la magistratura non potrà voltarsi dall’altra parte e dovrà per forza di cose approfondire (quanto meno per parare gli attacchi politici che ne deriverebbero di fronte a una ‘distrazione’). Particolarmente urticanti le riflessioni di Vanessa Seffer, che in una raffica di tweet le canta-e-le-suona a Crocetta in malo modo, forse anche andando al di là della critica politica, ma – ispirandoci al Principe de Curtis – ‘ogni limite ha una pazienza’. Seffer esordisce con una vergata senza peli sulla lingua: “ma bastaaaaa non se ne può più delle tue stronzate, basta bastaaa, vergogna della nostra Isola, vergogna!”


Poi Seffer passa alla disamina di alcuni aspetti della ‘corte dei miracoli’ di Crocetta: ” intorno c’ha gente di dubbissima moralità e lo vedono da anni tutti quanti. Dove li ha incontrati, ci spieghi i titoli.. vergogna”, aggiungendo “nasconde la sua faccia dietro persone pulite, le usa e le abbandona. Il peggio governo che la #Sicilia disgraziata abbia avuto”.Un evidente riferimento a Lucia Borsellino, dimessasi la scorsa settimana da Assessore alla Sanità dopo tre anni vissuti sulle ‘montagne russe’.

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Infine, Vanessa Seffer lancia due stoccate ‘definitive’. Rivolgensosi a Crocetta, dice “hai rovinato quel poco di dignità che avevamo, di speranza di cambiamento, portando il teatrino nell’Istituzione”, poi formula un auspicio: “liberiamo la #Sicilia da onta di questa presenza e dalla realtà circense in cui ci ha affogato #maigovernopiumiserabileinsicilia


Vanessa Seffer non è una persona qualunque o una semplice giornalista, visto che ricopre il ruolo di consigliere di Gianclaudio Bressa, sottosegretario alla presidenza del Consiglio per gli Affari regionali dal 28 febbraio 2014. Così, la sua presa di posizione netta è la dimostrazione ulteriore di una profonda crepa di credibilità di Crocetta, scaricato dal suo stesso partito e perfino da esponenti di spicco del movimento politico promosso dall’ex (pessimo) sindaco di Gela, “Il Megafono”, un ricettacolo di ‘convertiti’ in corso d’opera sulle note del pifferaio gelese.

In realtà, quel movimento – sempre per omaggiare il Principe della Risata – avrebbe dovuto chiamarsi piuttosto “La Trombetta“. In linea con il personaggio e, soprattutto, con molti dei personaggetti che ne hanno accompagnato negli anni il percorso politico con alterne vicende: spesso con grammatica, sintassi e ortografia claudicanti.

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