Palermo, commemorazione Strage via D’Amelio, Manfredi Borsellino: “Lucia ha vissuto un cavario simile a mio padre”

Nell’Aula Magna del Tribunale di Palermo, davanti al presidente della Repubblica, al ministro della Giustizia e a quello dell’Interno, è intervenuto a sorpresa il figlio di Paolo Borsellino, ucciso 23 anni fa insieme a cinque agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Claudio Traina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli e Walter Eddie Cosina

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, abbraccia Manfredi Borsellino, figlio di Paolo, magistrato eroe e simbolo della Sicilia perbene che non si è piegato, non si piega e non si piegherà mai alla criminalità organizzata e ai gangli criminali presenti anche nella burocrazia e nella politica (foro Ufficio Stampa Quirinale)
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, abbraccia Manfredi Borsellino, figlio di Paolo, magistrato eroe e simbolo della Sicilia perbene che non si è piegato, non si piega e non si piegherà mai alla criminalità organizzata e ai gangli criminali presenti anche nella burocrazia e nella politica (foro Ufficio Stampa Quirinale)


Palermo – Intervento shock al Tribunale di Palermo, nel corso della commemorazione per il 23° anniversario della Strage di Via d’Amelio in cui fu assassinato Paolo Borsellino e cinque degli agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Claudio Traina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli e Walter Eddie Cosina.

Il figlio di uno dei magistrati simbolo della lotta antimafia – ma soprattutto della Sicilia onesta e perbene, che lotta ogni giorno con le varie mafie operanti nell’isola (comprese parti della burocrazia) – Manfredi Borsellino è intervenuto a sorpresa, rivolgendo ai presenti un breve intervento, molto duro.

“Signor presidente della Repubblica, non sono qui per commemorare mio padre, altri lo faranno. Sono qui per mia sorella Lucia. Mia sorella non vuole parlare, lei sa che la lettera di dimissioni da assessore alla Sanità ha prodotto un silenzio sordo delle istituzioni, soprattutto quelle regionali. Quella lettera dice tutto. Io non credevo che Lucia, la primogenita di Paolo Borsellino, la figlia con cui viveva in simbiosi, dopo 23 anni dovesse vivere un calvario simile a quello del padre, nella stessa terra che lo ha eletto a eroe. non entro nel merito delle indiscrezioni che hanno turbato tanti, ma Lucia non è rimasta turbata”.

“Da oltre un anno – ha proseguito Borsellino, commissario della Polizia di Stato a Cefalù – era consapevole dell’ostilità dell’ambiente e delle offese ricevute soltanto per avere adempito al suo dovere. Non sarà la veridicità di un’intercettazione a raccontare lo scenario drammatico in cui lei ha operato. Lucia ha portato la croce perché voleva una sanità libera e felice ed è rimasta per amore di giustizia. Per spalancare le porte di una sanità al centro da sempre di interessi e malaffare anche mafiosi. Lei è e sarà sempre la più degna figlia di suo padre“, ha continuato.

Presidente, oggi sono qui per lei perché lei è tra quelli che non solo ha il nostro vissuto, ma è stato punto di riferimento per mio padre e la mia famiglia. Ricordo la reverenza con cui lui si rivolgeva a lei. Capii subito la stima sconfinata che aveva nei suoi confronti”, ha ricordato il commissario Borsellino, che a un certo punto ha fatto gelare il sangue ai presenti (e a quanti hanno potuto ascoltare il suo discorso attraverso la televisione): “Eccellenza – ha detto rivolgendosi al ministro dell’Interno – dovrei chiederle innanzi alle più alte cariche dello Stato e al presidente (Mattarella, ndr) di essere destinato altrove, lontano da una terra che è davvero disgraziata. Ma non solo non glielo chiedo, ma le ribadisco con forza che io ho il dovere di rimanere qui: lo devo a mio padre e adesso lo devo soprattutto a mia sorella Lucia“.

Al termine dell’intervento Manfredi Borsellino si è diretto verso il presidente Mattarella, con il quale si è scambiato un abbraccio affettuoso e denso di commozione.

Alla cerimonia, organizzata dall’Associazione Nazionale Magistrati, hanno presenziato anche i ministri dell’Interno e della Giustizia, Angelino Alfano e Andrea Orlando, il presidente della Corte d’Appello di Palermo, Gioacchino Natoli e del presidente dell’Anm del capoluogo, Matteo Frasca, il procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato, il presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli, il capo della polizia, Alessandro Pansa ed il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini.

Subito dopo il capo dello stato si recherà in via D’Amelio.

Crocetta si è astenuto dal presenziare – Il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, non ha partecipato alla commemorazione in Tribunale, né parteciperà alle altre commemorazioni. Travolto dallo scandalo delle asserite intercettazioni con il proprio medico Matteo Tutino – intercettazioni smentite più volte dalla Procura di Palermo e altrettante volte confermate dal settimanale ‘l’Espresso’ – non ha accolto neanche il Capo dello Stato, determinando una rottura istituzionale senza precedenti.

Il presidente Mattarella è stato accolto a Palermo dall’assessore alla Sanità della Sicilia, Baldo Gucciardi, nominato da Crocetta a svolgere le funzioni di presidente ad interim sulla base di una farneticante disposizione (fantasma), che non trova appiglio in alcuna norma dello Statuto Siciliano, né nella Costituzione.

L’autosospensione di Crocetta è di fatto un atto inesistente, illegittimo e infondato.

Proprio ieri, Rita Borsellino, sorella del magistrato ucciso in Via d’Amelio, aveva inviato un sms a Crocetta in cui gli chiedeva di non partecipare alle commemorazioni. Anche questo un fatto senza precedenti nella storia istituzionale della Repubblica Italiana e forse anche nella storia unitaria d’Italia.

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