I Servizi Segreti tedeschi hanno le prove: “Isis ha usato Iprite nell’Iraq settentrionale”

Agenti del BND (Bundesnachrichtendienst) – l’agenzia di intelligence estera tedesca – secondo il quotidiano ‘Bild’ sono riusciti ad avere campioni di sangue di persone curde ferite combattendo i jihadisti dell’Isis, scoprendo cose interessanti e che apropno scenari inediti e pericolosissimi…

Operatori militari protetti in assetto WMD (Weapons of Mass Destruction), foto di repertorio
Operatori militari protetti in assetto WMD (Weapons of Mass Destruction), foto di repertorio

Berlino – Il Bundesnachrichtendienst (BND), il ‘Servizio Informazioni Federale’ – agenzia di controspionaggio estero della Germania – avrebbe le prove dell’uso di Iprite in Iraq settentrionale da parte del sedicente Stato Islamico dell’Iraq e di al-Sham (ISIS). Lo ha rivelato ieri il quotidiano tedesco ‘Bild’, secondo cui agenti del BND sarebbero riusciti a entrare in possesso di campioni di sangue di combattenti curdi feriti in battaglia con jihadisti.

Citando Gerhard Schindler (nella foto a sinistra), direttore del BND, la ‘Bild’ ha affermato che le informazioni in possesso dei servizi segreti mostrerebbero che nel “nord dell’Iraq sia stato utilizzato gas mostarda”, il tioetere di cloroetano, più noto come Iprite, dalla località belga di Ypres, in cui fu utilizzato per la prima volta il 12 Luglio 1917, durante la Prima Guerra Mondiale.

Schindler ha dichiarato al quotidiano tedesco che è possibile sia che questo tipo di armi chimiche fosse stato trovato dai jihadisti dell’Isis tra le armi dell’arsenale iracheno, risalenti a quelle prodotte all’epoca del regime di Saddam Hussein; sia che potrebbe essere stato prodotto dall’Isis con le sostanze rinvenute durante l’occupazione di Mosul e, in particolare, dell’ateneo locale, da cui – lo ricordiamo – sono stati sottratti anche 40 chilogrammi di uranio, appartenente alla dotazione scientifica per uso medico. 

La circostanza è stata confermata anche da un alto funzionario dell’intelligence tedesca, che – a condizione che fosse garantito l’anonimato, perché non autorizzato a discuterne in pubblico – ha confermato le affermazioni attribuite al direttore del BND, ma si è rifiutato di confermare il possesso dei campioni di sangue.

Notizie dell’uso di armi chimiche sono trapelate anche da parte dell’Osservatorio Siriano per i Diritto Umani con base a Londra, secondo cui nella città di Marea – Siria settentrionale – nel mese di agosto l’Isis ha attaccato con gas venefici, anche se non è chiaro se siano state utilizzate vere e proprie armi non convenzionali o preparati chimici preparati alla rinfusa.

“Medici Senza Frontiere”, secondo quanto ha riportato il quotidiano britannico ‘The Guardian’, avrebbe anche confermato che quattro pazienti mostrano sintomi da esposizione agli agenti chimici, a seguito di un attacco avvenuto il 21 Agosto scorso. Secondo un portavoce di MSF, una famiglia – composta da genitori e due figlie – è stata trattata in un ospedale dell’organizzazione, presentando difficoltà respiratorie, pelle infiammata, occhi rossi e congiuntiviti, con sintomi in progressivo aumento.

La portavoce per il Medio Oriente del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti – Elissa Smith – ha dichiarato di non potere commentare questioni attinenti all’intelligence e a eventuali operazioni speciali, ma di esecrare l’eventuale uso di armi chimiche, definito “repellente”.

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