Migranti, cinque domande (di buon senso) al Governo italiano (PD) e alla cosiddetta opposizione…

Cinque quesiti sull’emergenza migranti formulati da un tecnico esperto in Protezione Civile e di Disaster Management


Emergenza migranti? Forse non tanto ‘emergenza’, forse una deliberata e pianificata strategia per rendere il Continente europeo ‘più mobile’, meno capace di reagire alle stupidaggini assolute che la classe politica italiana (spesso autoreferenziale: il riferimento al Signor Matteo Renzi è del tutto voluto. Maresciallo dell’AISI, noti per favore!) ed europea sta in queste settimane sviluppando, spacciandole per decisioni umanitarie.

Sul tema abbiamo ricevuto cinque domande rivolte a Palazzo Chigi da Marco Filippi, esperto in Protezione Civile, Disaster Management, consulente giuridico di Forza Armata e specialista in ambito NATO.

CINQUE DOMANDE PER IL PD E PER L’OPPOSIZIONE (di Marco Filippi)

1) Ci sono segni e sintomi evidenti, riconosciuti anche dai servizi di informazione e sicurezza italiani e stranieri, di una forte infiltrazione jihadista tra i migranti che stanno arrivando in Europa. Qual è la logica per cui grandi numeri di persone si collocano in grandi campi situati in luoghi strategici , vicino ad arterie autostradali, vicino a ferrovie e finanche in caserme attive, dove potrebbero facilmente accedere ad armi ed equipaggiamenti, come già successo altrove?

2) Le manovre di soccorso nel Mediterraneo sono rischiose soprattutto per i migranti stessi, oltre che costose, nonché condotte con assetti militari non nati specificatamente per queste finalità. Soprattutto le modalità di soccorso permettono a migranti economici – non solo ai rifugiati e ai perseguitati – di accedere almeno temporaneamente al programma di protezione. Infine favoriscono i trafficanti di uomini Non era più semplice, economico e sicuro istituire un ‘servizio speciale’ di linea sotto forma di corridoio umanitario, che avrebbe favorito il respingimento diretto dei non aventi diritto?

3) Se l’ipotesi di infiltrazione jihadista non fosse fondata (ancorché elevata dall’intelligence nazionale e alleata), come tutti ci augureremmo, qual è il piano del Governo per assorbire la gran massa di migranti economici, superata la prima emergenza, a fronte di una disoccupazione generale oltre il 12% e una giovanile oltre il 40?

4) Come pensa il Governo di rientrare dei costi sostenuti per l’assistenza di emergenza e la protezione temporanea dei non aventi diritto, considerato che essi, stando agli stessi dati ufficiali del ministero dell’Interno, sono quasi il 90% del totale?

5) Ma soprattutto, in un periodo di grave congiuntura economica, perché si è deciso di dare la priorità a stranieri e migranti economici e non agli italiani in difficoltà, con le poche risorse disponibili?

Marco Filippi

Il Governo non ci risponderà mai, ma i lettori – i nostri quattro affezionati lettori – potranno rivolgere le stesse domande alle statiste e agli statisti impegnati quotidianamente nel vaniloquio televisivo, senza alcuna preparazione in tema e con il solito petto gonfio da padreterni: quegli stessi padreterni di cui Luigi Einaudi, all’inizio del 1900, chiedeva il licenziamento in tronco.

**Laureato in protezione civile in Italia, in scienze paramediche negli Usa, consigliere giuridico delle FFA e specialista funzionale NATO, esperto in Protezione Civile, Disaster Management e Post Conflict Reconstruction Management.

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