Antiterrorismo in azione tra Enna e Mantova: arrestato pakistano che istigava al jihad islamico su Facebook

Operazione della Polizia di Stato di Enna, in collaborazione con la Questura di Mantova. Perquisizioni anche a Prato, Milano e Como. Le indagini partite dai disordini scoppiati il 14 ottobre 2014 all’interno del Centro di prima accoglienza ‘Città del Sole’ di Piazza Armerina (Enna), dove il pakistano arrestato si atteggiava a leader delle violenze. Gli investigatori hanno acclarato l’appartenenza all’organizzazione politico-militare jihadista ‘Sipah-e-Sahaba Pakistan’

Mantova – La Polizia di Stato della Questura di Mantova ha eseguito oggi un ordine di fermo ai danni di un cittadino pakistano oggetto di indagine della Digos di Enna con l’accusa di atti di violenza con finalità di terrorismo.

Da due profili su Facebook l’uomo inneggiava al jihad e al compimento di atti di insurrezione di matrice islamista. L’operazione ‘Looming Web’ è partita dalle indagini sui disordini registrati il 14 Ottobre 2014 presso il Centro di Prima Accoglienza ‘Città del Sole’ di Piazza Armerina, in provincia di Enna, dove la persona oggi fermata aveva un ruolo di leader della protesta e dove si era reso protagonista di ripetuti atti di violenza. Nel corso delle indagini sono state eseguite numerose perquisizioni nelle province di Mantova, Enna, Prato, Milano e Como.

L’antiterrorismo ha accertato che l’uomo fosse intestatario di sei schede telefoniche, usate però da altre persone, mentre usasse una sim intestata a una terza persona.

Il pakistano gestiva due profili Facebook in cui postava e condivideva foto e commenti inneggianti alla violenza, al jihad e al martirio islamico, vantandosi dell’appartenenza alla ‘Sipah-e-Sahaba Pakistan’, un movimento radicale sunnita fondato negli Anni ’80 con l’obiettivo di contrastare l’influenza sciita proveniente dalla Rivoluzione Islamica iraniana, poi riconosciuto come partito politico, ma nel 2002 sciolto dal presidente Pervez Musharraf in forza dell’Anti-Terrorism Act del 1997 perché riconosciuto quale movimento terroristico.

Altri due cittadini extra-europei sono indagati di reato connesso, nell’ambito della stessa operazione, che conferma la consistenza delle preoccupazioni sollevate sia dalle Forze dell’Ordine, che da ampi settori della magistratura, per non parlare della Lega Nord, sull’infiltrazione terroristica di matrice jihadista in Italia, passante per l’immigrazione illegale nei centri di prima accoglienza e nei centri per richiedenti asilo. Dove lievita un ambiente naturale per mimetizzarsi in mezzo alla massa di veri disperati e profughi di guerra o perseguitati.

In particolare, solleva dubbi che questo pakistano si trovasse ancora in territorio nazionale, malgrado fosse stato già individuato come istigatore ed esecutore di atti violenti nel centro di prima accoglienza di Piazza Armerina. Misteri italiani dell’Era Renzi…

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