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Renzi: “Il ponte sullo stretto si farà e sarà un simbolo bellissimo”. Poi cita Hobbes, ma non lo sa…

Primum vivere, direbbero i latini” sostiene Renzi di fronte a Bruno Vespa. Peccato che la frase sia stata attribuita a Thomas Hobbes, filosofo inglese del XVI Secolo. Prima ci saranno altre priorità, avverte però il ‘premier’: “investiamo 2 miliardi nei prossimi cinque anni in Sicilia per le strade e le ferrovie. E poi faremo anche il ponte, portando l’alta velocità finalmente anche in Sicilia e investendo su Reggio Calabria”, ha detto a Bruno Vespa per il suo ultimo libro. Polemiche ed entusiasmi, su cui spicca Dorina Bianchi (non garantiamo però per il futuro, vista la propensione a cambiare bandiera politica della signora…)

Roma – Il Ponte sullo Stretto di Messina “si farà” e “diventerà un altro bellissimo simbolo dell’Italia“. In piena emergenza idrica e con la città siciliana ancora a secco, un frase del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha riaperto le polemiche su una delle opere più controverse, il Ponte sullo Stretto.

“Certo che si farà, il problema è quando. A Messina abbiamo mandato l’Esercito con le autobotti, perché mancava l’acqua e le autorità locali non riuscivano a risolvere il problema”. Sul tema però Renzi tace sulla capacità amministrativa del presidente della Sicilia e su quella del sindaco di Messina, Accorinti.

“Ora, prima di discutere del ponte – avverte Renzi – sistemiamo l’acqua di Messina, i depuratori e le bonifiche“. Dichiarazioni che il presidente del Consiglio ha rilasciato per l’ultimo libro di Bruno Vespa, ‘Donne di cuori’. “Investiamo 2 miliardi nei prossimi cinque anni in Sicilia per le strade e le ferrovie. E poi faremo anche il ponte, portando l’alta velocità finalmente anche in Sicilia e investendo su Reggio Calabria, che è una città chiave per il Sud. Dall’altra parte dobbiamo finire la Salerno-Reggio Calabria” (che è quasi finita, peraltro).

Insomma, dice il ‘premier’, “quando avremo chiuso questi dossier (nel 2100?), sarà evidente che la storia, la tecnologia, l’ingegneria andranno nella direzione del ponte, che diventerà un altro bellissimo simbolo dell’Italia”.

Fino ad allora, “primum vivere“, dice Renzi citando in latino un nota frase attribuita al filosofo Thomas Hobbes (“Primum vivere, deinde philosophari”), ma probabilmente molto più vecchia, di cui Renzi però ne attribuisce la paternità “ai latini”. Beata ignoranza.

“Ora abbiamo le autobotti per Messina. Poi penseremo al resto”, però precisa. Insomma, il Ponte sullo Stretto è un tema importante per quietare soprattutto Angelino Alfano, il prossimo pollo allo spiedo della strategia renziana modello #staisereno.

Immediate le reazioni di politici e ambientalisti.

Per la calabrese Jole Santelli (Forza Italia), “questo si conferma il governo delle bolle di sapone, dichiarazioni roboanti che al netto dei toni non dicono nulla. Ora la barzelletta del Ponte, si farà, quando non si sa… dopo il resto, ora no, però è una bella cosa il Ponte. Tradotto dal politichese non si fa e basta”.

Il capogruppo di Sel a Montecitorio, Arturo Scotto, ha chiesto “una discussione pubblica sull’utilità o meno di questa ennesima grande opera. L’esperienza insegna che le grandi opere in Italia si trasformano in grandi buchi mangia soldi dove si annida la corruzione e il malaffare. Renzi venga in Parlamento”.

Il deputato di Scelta Civica Gianfranco Librandi ha invece proposto di finanziare “il ponte sullo Stretto solo con soldi privati. Il restauro della fontana di Trevi è la dimostrazione che si può fare e anche bene“. Del resto, tra Fontana di Trevi e il Ponte sullo Stretto di Messina l’elemento unificante è l’acqua: come il ragionamento di Librandi, che fa acqua da tutte le parti.

Nettamente contraria Legambiente. “Il premier sa bene, e lo dice, che le emergenze italiane sono ben altre. Perché allora continua a sostenere le lobby del ‘900 e le loro idee vecchie e superate? Che tipo di Paese ha in testa realmente?”, si è chiesto il presidente dell’associazione, Vittorio Cogliati Dezza.

Plaude al ponte Dorina Bianchi, vicepresidente del gruppo Ap (Alleanza Popolare) alla Camera. “L’apertura del presidente del Consiglio al Ponte sullo Stretto è un’ottima notizia, così come l’annuncio di investimenti in Sicilia e Reggio Calabria”. Non è però certo che nel futuro la deputata Bianchi manterrà lo stesso parere, visto cheha iniziato la propria esperienza politica nel centrodestra (col CCD e UDC), poi è migrata al centrosinistra (con Margherita e Partito Democratico), in seguito è ritornata nell’UDC, passando poi al Popolo della Libertà e, infine (almeno per ora) ha aderito al Nuovo Centrodestra guidato da Angelino Alfano, che a dispetto del nome è nel centro-sinistra. Una che cambia idea spesso…

(agenzie) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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