Fritture? Meglio olio d’oliva, burro e olio di cocco

Gli oli vegetali fanno aumentare il rischio cancro, secondo un ricercatore della De Montfort University di Leicester, mentre un collega della Oxford University ha messo in relazione questo tipo di oli con la riduzione dell’assorbimento dei grassi Omega 3. Il top della sicurezza è l’olio di cocco

Londra – Attenzione a cucinare con oli di semi e altri oli vegetali: rilascerebbero sostanze tossiche legate ai tumori e alla degenerazione cognitiva. L’altolà arriva da un gruppo di esperti inglesi, che consigliano l’uso di burro e strutto, contraddicendo le linee guida dell’Nhs, il servizio sanitario britannico, ma anche olio di oliva e di cocco. I risultati, frutto di 20 anni di ricerche, rimbalzano sulla stampa britannica e sostengono che quando sono scaldati gli oli di mais, girasole, palma e soia rilasciano aldeidi, composti chimici che sono stati associati a varie forme di cancro e a malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. I colpevoli sarebbero i grassi polisaturi di cui questi condimenti sono ricchi.

Secondo Martin Grootveld, docente di chimica bioanalitica alla De Montfort University di Leicester, un piatto di fish and chips cotto in olio di semi contiene aldeidi dalle 100 alle 200 volte di più della dose giornaliera raccomandata dall’Oms.

La stampa britannica riporta al contrario che è stata dimostrata la preferibilità dell’uso di burro, strutto o olio di oliva, che riduce la produzione di queste sostanze chimiche nocive per la salute, mentre l’olio di cocco sembra essere il migliore di tutti. “In generale sarebbe meglio non mangiare fritture – ha rilevato il professor Grootveld – ma visto che ci piacciono, è importante scegliere l’olio più adatto, quello che rilascia meno sostanze tossiche“. L’olio di cocco sarebbe uno di questi, perché “contiene molti grassi insaturi, ma il 90% sono amici della salute“, sostiene ancora.

Gli oli di semi – ricordano gli scienziati di Leicester – sono correlati a malattie cardiache, cancro, infiammazioni, ipertensione e problemi mentali. Al contrario, sono numerose le prove delle ricadute positive sulla salute derivanti da una dieta ricca di olio di oliva.

Commentando il lavoro del professor Grootveld, John Stein – docente emerito di neuroscienze dell’università di Oxford – ricorda che gli acidi grassi omega 6 presenti negli oli vegetali depotenziano l’effetto degli omega 3, importanti soprattutto per la salute mentale. “Se mangiamo troppo olio di mais o di girasole, il cervello assorbe una quantità eccessiva di omega 6 a detrimento degli omega 3 – sostiene – Io credo che la carenza di omega 3 sia un fattore importante nel crescente numero di disturbi mentali e in problemi come la dislessia“.

<(AdnKronos)

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