Geert Wilders suona la sveglia all’Olanda: “È giunto il momento della liberazione!”
Il fondatore del Partito per la Libertà, Partij voor de Vrijheid (PVV), ha presentato il proprio programma per le imminenti elezioni legislative nei Paesi Bassi, Stato che vive una forte tensione tra cittadini e migranti di religione islamica. Wildrs cita Elie Wiesel: ‘Quando qualcuno dice che vi vuole uccidere, credetegli’. “L’Islam afferma che vuole ucciderci. Il Corano non lascia alcun dubbio a riguardo”. Il ricordo di Theo van Gogh. L’articolo è stato pubblicato sul sito del ‘Gatestone Institute‘, diretto da John Bolton, diplomatico americano di lungo corso, di granitica fede repubblicana, in predicato di assumere la carica di Segretario di Stato del 45° Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald J. Trump
di Geert Wilders
Pim Fortuyn, l’eroe di Rotterdam, l’uomo che ha scosso il paese, una volta disse: “Non puntare a quello che è possibile, ma a ciò che è immaginabile”. Egli intendeva dire che per noi, gli olandesi, nulla è impossibile.
Pim Fortuyn aveva ragione. Niente è impossibile per noi. Siamo olandesi.
Guardate il nostro paese. Abbiamo creato da soli questa terra unica e bella. Siamo le uniche persone al mondo che vivono in un paese che in gran parte abbiamo creato noi. Un grande risultato.
Non solo abbiamo creato il nostro paese, ma abbiamo anche esplorato il mondo. Abbiamo solcato tutti i mari. Abbiamo fondato New York e scoperto l’Australia. A volte, si direbbe che abbiamo dimenticato tutto. Dimenticato di cosa siamo capaci. Quello di cui siamo capaci, quando uniamo i nostri sforzi. E forse questo è il nostro problema. Dobbiamo avere il coraggio di tornare a pensare in grande. Perché volere è potere.
E sì, lo so. Molte cose ci infastidiscono. Ci sono anche molte ragioni per essere arrabbiati, e a ragione. Questo governo ha distrutto il nostro paese con la sua austerità e ha consentito al nostro paese di essere colonizzato dall’Islam. Ma cominciamo a puntare all’immaginabile. Cerchiamo di liberare il nostro paese.
Quattro anni fa, Mark Rutte vinse le elezioni con una campagna basata su false promesse. Con menzogne e falsità. Niente più soldi per i greci, mille euro per ogni cittadino olandese, una rigorosa politica di immigrazione. E il Partito Laburista era il suo nemico, come tutti ricordano. Di recente, Rutte ha chiesto scusa, ma lui non ha tratto le sue conclusioni. Al contrario, si è scusato ma continua a distruggere e svendere il nostro paese. Forse continuerà a governare con i laburisti altri quattro anni. Nessuno crederà più a ciò che dice. E la mia domanda è la seguente: Volete un premier come questo per i prossimi quattro anni?
Al momento, vivete nel paese di Mark Rutte. E per molti, questa terra non è più piacevole. Basta uscire di casa e guardarsi intorno. È probabile che incontriate dei teppisti davanti all’ingresso del supermercato che frequentate. Che voi siate oggetto di sputi e derubati lì. Che le vostre figlie, le vostre mogli e i vostri genitori vengano molestati e non osano più uscire di casa la sera.
Che stiate diventando stranieri nel vostro stesso paese.
Tutto questo deve cambiare. Perché questo è il nostro paese. E ve lo stanno togliendo. Ed io ve lo restituirò.
Un politico come me, che dice la verità su un problema enorme cui devono far fronte ogni giorno molti olandesi – sì, sto parlando del terrore dell’Islam e del problema dei marocchini – viene trascinato in tribunale. Deve affrontare un processo, mentre gli imam possono predicare tutto l’odio che vogliono e le élites rimangono in silenzio. Si definiscono leader, ma non guidano, ingannano.
Il piano di Mark Rutte si riassume in una parola: inadempienza del proprio dovere.
Il mio piano per i Paesi Bassi si chiama Liberazione. La liberazione inizia esponendo i fatti.
Ed ecco i fatti. Nei Paesi Bassi, sei detenuti su dieci sono immigrati, e di tutti i carcerati, più del 10 per cento sono di origine marocchina. I giovani marocchini vengono sospettati di aver commesso un crimine con una frequenza quasi cinque volte maggiore rispetto ai giovani autoctoni. I Paesi Bassi sono diventati una continua diretta di Opsporing Verzocht [un programma televisivo olandese che è la versione del programma tv italiano Chi l’ha visto?, N.d.T.]. Un politico che tace su questo è inutile. Io mi rifiuto di tacere.
Ed non tacerò sull’Islam. Mai e poi mai. Perché il silenzio è pericoloso. Lo scorso luglio, il Premio Nobel Elie Wiesel, sopravvissuto all’Olocausto, è morto. Lo conobbi qualche anno fa a New York. Ha dato al mondo una saggia lezione: “Quando qualcuno dice che vi vuole uccidere, credetegli“. L’Islam afferma che vuole ucciderci. Il Corano non lascia alcun dubbio a riguardo.
Sette musulmani olandesi su dieci credono che i precetti religiosi siano più importanti delle leggi laiciste olandesi. E più di un musulmano su dieci che vive nel paese ritiene accettabile l’uso della violenza in nome dell’Islam. Più di 100.000 persone. Molti rifiutano di integrarsi e non mostrano alcun rispetto per le autorità olandese in zone come Maassluis o Poelenburg. Ci mostrano il dito medio.
Gli hooligan islamici sfilano con le bandiere dello Stato islamico per le vie dell’Aja e occupano i ponti con le bandiere turche a Rotterdam. Questo è il nostro paese, ma sventolano i loro vessilli.
Esaminiamo le loro bandiere. E la nostra. Il nostro vessillo non reca alcun versetto del Corano e nessuna mezzaluna, ma strisce rosse, bianche e blu. Il rosso sta per la nostra identità, il bianco per la nostra libertà e il blu per la verità. È giunto il momento che in ogni casa, strada e Comune dobbiamo far sventolare la nostra bandiera. Ovunque. Con orgoglio. Perché questo è il nostro paese, i nostri Paesi Bassi! E grida liberazione.
Quando sarò al potere, difenderò il nostro bel paese. E questo sarà solo possibile se ci de-islamizziamo. Voglio farne il fulcro della mia politica. Perché mi rifiuto di lasciare che questo nostro paese meraviglioso perisca e scelgo la nostra cultura e la libertà del nostro popolo.
I nostri valori non sono islamici, ma basati sulla civiltà umanistica e giudaico-cristiana. Abbiamo il diritto e la libertà di scegliere come vogliamo vivere la nostra vita e di non rinunciare mai a questo diritto. Dodici anni fa, Theo van Gogh fu ucciso. Ha dato la vita per la libertà che sta alla base della nostra identità olandese. E questa identità deve difendersi. Non dobbiamo permettere a chi vuole distruggere la nostra libertà di abusare della libertà per togliercela. Dobbiamo smettere di essere ingenui e difenderci. Perché questo è il nostro paese.
Gli olandesi sono pienamente consapevoli del fatto che se ci sono dei musulmani moderati, non esiste però un Islam moderato.
Due olandesi su tre dicono che la cultura islamica non appartiene ai Paesi Bassi.
Tre quarti degli olandesi ritengono che i politici sottovalutino il problema del crescente numero di musulmani nel nostro paese.
Secondo più di tre quarti degli olandesi, l’Islam non è un arricchimento per i Paesi Bassi. Queste persone hanno ragione. Ma nessuno le ascolta. Solo io lo faccio.
Mark Rutte ha parlato di ottimismo testardo, ma i Paesi Bassi non hanno bisogno di [CONTINUA SU GATESTONE INSTITUTE]
© GATESTONE INSTITUTE – Credit Photo: NU.NL
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