Gesù nel deserto, tentato dal diavolo. Vangelo della I Domenica del Tempo di Quaresima

Riguardo alla risurrezione «la fede cristiana è provocatoria e non può essere accettata pacificamente. Se anche ogni domenica ripetiamo con tranquilla incoscienza “aspetto la risurrezione dei morti”, bisogna che ciascuno verifichi l’autenticità di questa convinzione e ne riconquisti ogni volta lo sconvolgente contenuto» (Giacomo Biffi, Linee di escatologia cristiana, Jaca Book, Milano 1998). A questo serve il tempo quaresimale.

Vangelo  Mt 4, 1-11
Gesù digiuna per quaranta giorni nel deserto ed è tentato.

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».

Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».

Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».

Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano. 

Commento di Marie Thérèse Tapsobà Franceschini

É risorto, il grido che risuona nella notte di Pasqua, è ciò che rende il cristianesimo un fatto, prima che una religione. È questo l’evento fondante della fede cristiana: un fatto al quale o si crede, e allora la Quaresima acquista tutto il suo senso o non si crede ed allora niente ha più un senso in questo mondo. Per noi che crediamo, la Quaresima è un tempo liturgico definito “forte”, per lo speciale aiuto elargito dallo Spirito Santo, in cui il cristiano si prepara, attraverso un cammino di penitenza e conversione, a vivere in pienezza il mistero della morte e risurrezione di Cristo, celebrato ogni anno nelle feste pasquali. La Quaresima si articola in cinque domeniche, che, in questo tempo, hanno sempre la precedenza anche sulle feste del Signore e su tutte le solennità e va dal Mercoledì delle Ceneri alla Messa della “Cena del Signore” esclusa. Il Mercoledì delle Ceneri è giorno di digiuno; nei venerdì di Quaresima si osserva l’astinenza dalle carni.

Nella Celebrazione eucaristica, durante il Tempo di Quaresima, non si recita il Gloria e non si canta l’alleluia; alla domenica si recita però sempre la Professione di fede, il Credo.

Il colore liturgico di questo tempo è il viola.

INDULGENZA PLENARIA: ogni Venerdì di Quaresima recitando la Via Crucis oppure la preghiera a Gesù Crocifisso:

Preghiera a Gesù Crocifisso

Eccomi, o mio amato e buon Gesù, che prostrato alla tua santissima Presenza ti prego con il fervore più vivo di stampare nel mio cuore sentimenti di fede, di speranza, di carità, di dolore dei miei peccati e di proponimento di non offenderti più, mentre io con tutto l’amore e con tutta la compassione vado considerando le tue cinque piaghe, cominciando da ciò che disse di Te, o mio Gesù, il santo profeta Davide: “Hanno forato le mie mani e i miei piedi, hanno contato tutte le mie ossa”.

Pater, Ave e Gloria (per l’acquisto dell’indulgenza plenaria)

A colui che recita questa preghiera dopo la Comunione, dinanzi all’immagine di Gesù Crocifisso, è concessa l’indulgenza plenaria nei singoli venerdì del tempo quaresimale e nel venerdì santo; l’indulgenza parziale in tutti gli altri giorni dell’anno. Pio IX, Papa.


Commento di S. Gregorio Nazianzeno, dal Discorso 40, 10.

Se dopo il battesimo, il tentatore, persecutore della luce, ti avrà assalito e, certo ti assalirà – infatti tentò anche il Verbo, mio Dio, nascosto nella carne, ossia la stessa luce velata dall’umanità -, tu sai come vincerlo: non temere la lotta.

Opponigli l’acqua, opponigli lo Spirito nel quale saranno distrutti tutti i dardi infuocati di quel maligno.

Se ti farà presente la tua povertà – non dubitò infatti di farlo anche a Cristo, facendogli notare la sua fame perché trasformasse in pane le pietre – ricorda le sue risposte. Insegnagli quel che non sa: opponigli quella parola di vita che è pane disceso dal cielo e dà la vita al mondo.

Se t’insidia con la vanagloria – come fece con lui quando lo portò sul pinnacolo del tempio e gli disse: Gettati giù per mostrare la tua divinità – non lasciarti trasportare dalla superbia. Se ti vincerà in questo, non si fermerà qui. È insaziabile, tutto brama, adesca anche con l’aspetto della bontà e travolge il bene in male: questo è il suo modo di combattere.

Quel ladro è un esperto conoscitore anche della Scrittura. Qui quel «sta scritto» riguarda il pane; là riguarda gli angeli. Infatti sta scritto: «Ai suoi angeli darà ordine per te, essi ti sosterranno con le mani».

O sofista del vizio! Perché passi sotto silenzio quel che segue? Lo comprendo esattamente, anche se tu l’hai taciuto, perché diceva: «Camminerò su di te, aspide e basilisco, calpesterò serpenti e scorpioni»; protetto e fortificato, ben inteso, dalla Trinità.

Se ti assalirà con l’avarizia, facendo balenare in un attimo ai tuoi occhi tutti i regni come se gli appartenessero ed esigendo la tua adorazione, disprezzalo come un miserabile. Difeso dal segno della croce, digli: “Anch’io sono immagine di Dio; non sono stato ancora scacciato come te, per la superbia, dalla gloria celeste; sono rivestito di Cristo; con il battesimo Cristo è diventato mia eredità: sei tu che mi devi adorare”.

Credimi, vinto e svergognato da queste parole, si ritirerà da tutti quello che sono illuminati, come si è allontanato dal Cristo, principio della luce.

Il battesimo conferisce questi benefici a chi ne riconosce la forza. Offre a tali sontuosi banchetti a coloro che soffrono una fame degna di lode.

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