THE HORSEMOON POST ©2012 | Cronaca Italia | Lo Stato pretende responsabilità, tolga spazio alla corruzione burocratica. La lezione dell’Emilia Romagna, di Vincenzo Scichilone - 22.05.2012 -

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THE HORSEMOON POST ©2012 | Cronaca Italia | Lo Stato pretende responsabilità, tolga spazio alla corruzione burocratica. La lezione dell’Emilia Romagna, di Vincenzo Scichilone - 22.05.2012

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CRONACA, ITALIA
Contestato il decreto emergenze

Lo Stato pretende responsabilità, tolga spazio alla corruzione burocratica
La lezione dell’Emilia Romagna

Le norme sulle emergenze nel territorio sono giuste, ma occorre liberare i cittadini dall’arbitrio della burocrazia
di Vincenzo Scichilone

Articolo pubblicato il 22.05.2012 - h 12.20 | Tag: terremoto, Emilia Romagna, Veneto, decreto emergenze protezione civile



Il decreto legge 59 di riforma della Protezione Civile è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, per tragica coincidenza con il terremoto in Emilia Romagna e Veneto. Lo Stato imporrà ai cittadini una “sussidiarietà dell’emergenza”, perché non pagherà più i danni causati da calamità naturali, non solo terremoti. Il terremoto così è accaduto nel momento peggiore, vista l’attuale profonda crisi economica.

Manca il regolamento di attuazione per capire come e quanto il cittadino sarà chiamato a pagare e si dovrà superare la fase di transizione di 90 giorni, evidentemente insufficiente a modificare una situazione, anche psicologica, consolidata nei decenni.

Noi siamo favorevoli a un sistema che responsabilizzi il cittadino, attraverso le assicurazioni private, a copertura dei rischi da calamità, come già avviene in molte parti del mondo.

La Torre dell'Orologio di Finale Emilia
La Torre dell'Orologio di Finale Emilia
 

È evidente che questo imporrà un’assunzione generale di responsabilità, perché le assicurazioni non copriranno certamente i danni di costruzioni abusive o costruite in spregio alla normativa antisismica. Ne deriverà, nel medio-lungo termine, un miglioramento perfino della situazione urbanistica e della gestione del territorio.

Ma questa materia, più di altre, è il terreno in cui si dispiega molto dell’arbitrio della burocrazia degli enti locali e quando c’è arbitrio si apre lo spazio per i meccanismi della concussione e della corruzione. La storia dei disastri urbanistici seguiti a calamità naturali è costellata di edifici costruiti dove nessuno mai avrebbe potuto costruire; di autorizzazioni date sulla base di valutazioni infondate; di abusivismi vari.

Ergo, per dare compiuta attuazione alle norme sui danni causati da calamità naturali occorrerebbe sostituire l’attuale normativa urbanistica, riducendo fortemente gli spazi di arbitrio della burocrazia della pubblica amministrazione, attraverso l’elaborazione di criteri predeterminati e l’attivazione dei controlli concorrenti sull’attuale patrimonio edilizio, per verificarne la corrispondenza alle disposizioni antisismiche. Insomma, serve un controllo incrociato e in contraddittorio.

Ma il terremoto in Emilia sta mostrando il meglio e il peggio di questo meraviglioso, ma bistrattato, Paese. La popolazione ha reagito con una compostezza esemplare, senza indulgere al vittimismo, al sensazionalismo, alle rivendicazioni strumentali. Le ferite morali e materiali sono profonde e necessitano dello sforzo di tutta la comunità nazionale. Ci sono aspetti da approfondire, perché è illogico assistere al crollo di capannoni industriali di recente costruzione, segno che i materiali usati sono scadenti e non a norma; o che le tecniche di costruzione violino le norme antisismiche e di sicurezza sui luoghi di lavoro.

I danni al patrimonio culturale invece rendono manifesta la generale disattenzione verso le vere ricchezze dell’Italia, perfino in una regione tradizionalmente considerata come esempio di buona amministrazione. Un dato che deve fare riflettere e che deve portare tutti noi a riconsiderare il rapporto con il territorio e con il tesoro su cui siamo seduti. Ne va del futuro nostro e dei nostri figli.

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