Menu principale:
POLITICA, ITALIA
Festa della Repubblica, terremoto e altre ricorrenze
La parata del 2 Giugno tra demagogia e incapacità della politica
La Festa della Repubblica sia occasione di socialità civica
Per rendere migliore la politica occorre rinsaldare i vincoli della comune appartenenza alla Comunità Nazionale
di Vincenzo Scichilone
Articolo pubblicato il 30.05.2012 - h 14.20 | Tag: festa della repubblica, anniversario carabinieri, anniversario marina militare
Ieri mattina è stato il presidente della Puglia Vendola a proporlo via Twitter: annulliamo la parata del 2 giugno e destiniamo le somme ai terremotati dell’Emilia. Subito dopo è iniziato il profluvio di adesioni a questa brillante idea, cui -
Però, per rendere chiara la natura della riflessione, vogliamo subito precisare perché non inseriamo in questa nostra analisi la visita del Papa a Milano: il Pontefice è un capo di Stato estero, oltre che un Pastore di anime.
La sua visita equivale -
Semmai, in virtù della particolare relazione esistente tra la Chiesa cattolica e la Repubblica italiana, forse sarebbe opportuno che una parte di queste spese -
Diverso è il discorso sui festeggiamenti in occasione del 2 Giugno. Come detto, Nicki Vendola ieri ha lanciato via Twitter la proposta di annullare la parata del 2 giugno per pura demagogia politica, come strumento di una campagna elettorale lunga che porterà il Paese alle elezioni del 2013. Non si spiegherebbe diversamente la cronistoria dei tweet del presidente della Regione Puglia.
Alle 11.04 Vendola (o chi per lui) twitta: “Ieri, sindacati e Regione hanno siglato un accordo molto importante per mettere in sicurezza i lavoratori a tempo..”.
Della devastante scossa di due ore prima non sa niente?
Alle 11.41 rimedia: “Nostro affetto va in queste ore terribili ai cittadini dell'Emilia.Ora prevalenti paura e dolore.Sappiano peró che non sono soli #terremoto“.
Otto minuti dopo il tweet topico: “Italia attraversata da lutti, disperazione, paure. Inopportuno fare ora parata militare 2 giugno. Altri modi x celebrare #Repubblica”, ripetuto alle 16.15, senza prima non dimenticare di rivolgere un pensiero di affetto alle popolazioni dell’Emilia. Pura demagogia elettorale.
Un evento importante, come la parata del 2 giugno o una visita del Papa, necessita di una organizzazione complessa che naturalmente non si avvia due o tre giorni prima; è il momento finale di un lungo processo che presuppone l’utilizzo di mezzi interni ed esterni. Questi ultimi attinti da fornitori esterni.
Annullare la parata del 2 giugno non significherebbe risparmiare risorse finanziarie per poterle destinarle ai terremotati, ma proporre di depauperarle, perché i contratti conclusi in precedenza con fornitori esterni dovrebbero essere onorati comunque. Questi contratti di fornitura di beni e servizi saranno stati probabilmente firmati senza preoccuparsi di prevedere una clausola di emergenza che consentisse -
Ergo, non ha torto il presidente della Repubblica quando afferma che la parata si svolgerà (si deve svolgere), ma in tono minore. Se non accadesse, molte risorse pubbliche sarebbero spese inutilmente, il danno e la beffa.
Ne derivano due conseguenze.
La prima: per le prossime ricorrenze (5 giugno Festa dei Carabinieri, 10 Giugno Festa della Marina, per fare solo un esempio) si dovrebbe ricorrere al massimo ridimensionamento possibile -
La seconda: per il futuro, occorrerebbe ripensare in toto la celebrazione del 2 Giugno, Festa della Repubblica, di cui non andrebbe eliminata la parata militare ai Fori Imperiali, ma andrebbero soppressi tutti gli avvenimenti di contorno ad uso e consumo della casta e delle cerchie danzanti attorno alla casta.
Più in generale, il 2 Giugno va consegnato al popolo italiano e utilizzato per sviluppare il senso civico nella popolazione, anche attraverso la promozione di feste di prossimità in grado di incrementare il senso della comune appartenenza alla Comunità Nazionale. Insomma, occorre utilizzare la ricorrenza per sviluppare il senso civico degli italiani, come premessa indispensabile per un salto di qualità della politica e dell’amministrazione della cosa pubblica.
Al momento, viviamo piuttosto un periodo di “saldo di qualità” della politica e certi demagoghi come Nicki Vendola sono solo la punta visibile di una schiera copiosa e trasversale, cui aderiscono gli amanti delle scorciatoie fiscali per coprire l’incapacità di un Paese ad amministrare se stesso.
© Riproduzione riservata