Editoriali | Un crocevia epocale per il Vecchio Continente, di Vincenzo Scichilone - 9.05.2012 -

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Editoriali | Un crocevia epocale per il Vecchio Continente, di Vincenzo Scichilone - 9.05.2012

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EDITORIALE, EUROPA

9 maggio 1950, la Dichiarazione Schuman avvia l’integrazione europea
Un crocevia epocale per il Vecchio Continente
La “Festa dell’Europa” sia da monito: occorre passare dalla diplomazia alla democrazia
di Vincenzo Scichilone

Articolo pubblicato il 9.05.2012 - h 02,25 | Tag: Dichiarazione Schuman,, integrazione europea, federalismo e sussidiarietà

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, di fronte alle macerie morali e materiali causate dal secondo tempo della lunga guerra civile europea, ripresero vigore le spinte per unire l’Europa in modo da rendere impossibile, addirittura inimmaginabile, la guerra nel futuro. Riemerse dai gorghi della storia l’idea degli Stati Uniti d’Europa, elaborata già nel XIX Secolo, attorno alla quale si era ritrovato il pensiero di eminenti personalità della politica e della cultura. A prescindere della denominazione, c’erano fondamentalmente due correnti: da una parte chi pensava di blindare la pace con un programma di stretta collaborazione economica e militare, ma non contemplando l’unione politica; dall’altra i federalisti, riunitisi intorno alle proposte espresse dal Manifesto di Ventotene di Ernesto Rossi, Altiero Spinelli e Eugenio Colorni, favorevoli alla svolta federale senza alcun ulteriore indugio.

Jean Monet, un poco noto funzionario del governo, nominato dal generale de Gaulle a capo del “Piano francese di modernizzazione” nel 1945, ma già consulente dell’am- ministrazione Roosevelt e tra i padri del “Victory Program”alleato, decisivo per la supremazia militare alleata sulle forze dell’Asse, inspirò l’allora ministro degli esteri Robert Schuman, che elaborò un programma concreto di cooperazione funzionale tra alcuni paesi europei attorno al nucleo centrale costituito da Francia e Germania. Questo piano sviluppava le tesi funzionaliste e le poneva a base di un percorso incrementale che avrebbe avuto uno sbocco naturale nell’approdo federale, contando da un lato sulla convenienza del funzionamento della cooperazione, dall’altro dallo sviluppo di élite avanguardiste federali, nate grazie alla libera circolazione delle merci, delle idee e delle persone.

Il 9 maggio 1950, alle ore 16, nel Salon de l'Horloge del Quai d'Orsay, il ministro degli esteri di de Gaulle, Robert Schuman, espose il piano in una “dichiarazione”. Iniziava il processo di integrazione europea. Abbiamo pensato che fosse opportuno promuovere la conoscenza del testo della dichiarazione, perché si comprenda che la storia iniziata quel giorno non è ancora conclusa. La crisi potrà trovare nuove soluzioni solo se avremo coraggio di fare i passi richiesti dalla Storia, attraverso l’unione indissolubile dei destini dei popoli e degli Stati dell’Europa. Da questo importante passaggio storico dipende la vita e la prosperità nostra e delle future generazioni.

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Salon de l'Horloge del Quai d'Orsay
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Dichiarazione Schuman


La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano.
Il contributo che un'Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche. La Francia, facendosi da oltre vent'anni antesignana di un'Europa unita, ha sempre avuto per obiettivo essenziale di servire la pace. L'Europa non è stata fatta : abbiamo avuto la guerra.

L'Europa non potrà farsi un una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto. L'unione delle nazioni esige l'eliminazione del contrasto secolare tra la Francia e la Germania: l'azione intrapresa deve concernere in prima linea la Francia e la Germania.
A tal fine, il governo francese propone di concentrare immediatamente l'azione su un punto limitato ma decisivo.

Il governo francese propone di mettere l'insieme della produzione franco-tedesca di carbone e di acciaio sotto una comune Alta Autorità, nel quadro di un'organizzazione alla quale possono aderire gli altri paesi europei. 
La fusione della produzioni di carbone e di acciaio assicurerà subito la costituzione di basi comuni per lo sviluppo economico, prima tappa della Federazione europea, e cambierà il destino di queste regioni che per lungo tempo si sono dedicate alla fabbricazione di strumenti bellici di cui più costantemente sono state le vittime.

La solidarietà di produzione in tal modo realizzata farà si che una qualsiasi guerra tra la Francia e la Germania diventi non solo impensabile, ma materialmente impossibile. La creazione di questa potente unità di produzione, aperta a tutti i paesi che vorranno aderirvi e intesa a fornire a tutti i paesi in essa riuniti gli elementi di base della produzione industriale a condizioni uguali, getterà le fondamenta reali della loro unificazione economica.

Questa produzione sarà offerta al mondo intero senza distinzione né esclusione per contribuire al rialzo del livello di vita e al progresso delle opere di pace. Se potrà contare su un rafforzamento dei mezzi, l'Europa sarà in grado di proseguire nella realizzazione di uno dei suoi compiti essenziali: lo sviluppo del continente africano. Sarà così effettuata, rapidamente e con mezzi semplici, la fusione di interessi necessari all'instaurazione di una comunità economica e si introdurrà il fermento di una comunità più profonda tra paesi lungamente contrapposti da sanguinose scissioni.

Questa proposta, mettendo in comune le produzioni di base e istituendo una nuova Alta Autorità, le cui decisioni saranno vincolanti per la Francia, la Germania e i paesi che vi aderiranno, costituirà il primo nucleo concreto di una Federazione europea indispensabile al mantenimento della pace.Per giungere alla realizzazione degli obiettivi cosi' definiti, il governo francese è pronto ad iniziare dei negoziati sulle basi seguenti.

Il compito affidato alla comune Alta Autorità sarà di assicurare entro i termini più brevi: l'ammodernamento della produzione e il miglioramento della sua qualità: la fornitura, a condizioni uguali, del carbone e dell'acciaio sul mercato francese e sul mercato tedesco nonché su quelli dei paese aderenti: lo sviluppo dell'esportazione comune verso gli altri paesi; l'uguagliamento verso l'alto delle condizioni di vita della manodopera di queste industrie.

Per conseguire tali obiettivi, partendo dalle condizioni molto dissimili in cui attualmente si trovano le produzioni dei paesi aderenti, occorrerà mettere in vigore, a titolo transitorio, alcune disposizioni che comportano l'applicazione di un piano di produzione e di investimento, l'istituzione di meccanismi di perequazione dei prezzi e la creazione di un fondo di riconversione che faciliti la razionalizzazione della produzione. La circolazione del carbone e dell'acciaio tra i paesi aderenti sarà immediatamente esentata da qualsiasi dazio doganale e non potrà essere colpita da tariffe di trasporto differenziali. Ne risulteranno gradualmente le condizioni che assicureranno automaticamente la ripartizione più razionale della produzione al più alto livello di produttività.

Contrariamente ad un cartello internazionale, che tende alla ripartizione e allo sfruttamento dei mercati nazionali mediante pratiche restrittive e il mantenimento di profitti elevati, l'organizzazione progettata assicurerà la fusione dei mercati e l'espansione della produzione.

I principi e gli impegni essenziali sopra definiti saranno oggetto di un trattato firmato tra gli stati e sottoposto alla ratifica dei parlamenti. I negoziati indispensabili per precisare le misure d'applicazione si svolgeranno con l'assistenza di un arbitro designato di comune accordo : costui sarà incaricato di verificare che gli accordi siano conformi ai principi e, in caso di contrasto irriducibile, fisserà la soluzione che sarà adottata.

L'Alta Autorità comune, incaricata del funzionamento dell'intero regime, sarà composta di personalità indipendenti designate su base paritaria dai governi; un presidente sarà scelto di comune accordo dai governi; le sue decisioni saranno esecutive in Francia, Germania e negli altri paesi aderenti. Disposizioni appropriate assicureranno i necessari mezzi di ricorso contro le decisioni dell'Alta Autorità.
Un rappresentante delle Nazioni Unite presso detta autorità sarà incaricato di preparare due volte l'anno una relazione pubblica per l'ONU, nelle quale renderà conto del funzionamento del nuovo organismo, in particolare per quanto riguarda la salvaguardia dei suoi fini pacifici.

L'istituzione dell'Alta Autorità non pregiudica in nulla il regime di proprietà delle imprese. Nell'esercizio del suo compito, l'Alta Autorità comune terrà conto dei poteri conferiti all'autorità internazionale della Ruhr e degli obblighi di qualsiasi natura imposti alla Germania, finché tali obblighi sussisteranno.


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